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1 - COVID: NUOVE REGOLE, LA MASCHERINA È RACCOMANDATA PER I LAVORATORI PRIVATI
Da www.ansa.it
Mascherine Ffp2 raccomandate in particolari contesti e per i fragili. Lo prevede il "Protocollo aggiornamento" delle misure anti-Covid negli ambienti di lavoro reso noto dal ministero del Lavoro dopo il confronto con ministero della Salute, Mise, Inail e parti sociali.
"L'uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo facciali filtranti Ffp2 è un presidio importante per la tutela della salute dei lavoratori ai fini della prevenzione del contagio" in ambienti chiusi e "condivisi da più lavoratori o aperti al pubblico o dove comunque non sia possibile il distanziamento interpersonale di 1 metro".
Per il datore di lavoro è previsto che assicuri "la disponibilità di Ffp2 al fine di consentirne a tutti i lavoratori l'utilizzo". Inoltre, il datore di lavoro, "su specifica indicazione del medico competente o del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, sulla base delle specifiche mansioni e dei contesti lavorativi sopra richiamati - viene chiarito - individua particolari gruppi di lavoratori ai quali fornire adeguati dispositivi di protezione individuali (Ffp2), che dovranno essere indossati, avendo particolare attenzione ai soggetti fragili".
L'attuale Protocollo è "più snello e contiene una serie di misure di prevenzione che tengono conto dell'evoluzione della situazione pandemica: è una semplificazione importante del quadro di regole ma non è un liberi tutti, considerata l'impennata dei contagi di questi giorni".
Le misure di prevenzione "riguardano le informazioni, attraverso le modalità più idonee ed efficaci, a tutti i lavoratori e a chiunque entri nel luogo di lavoro del rischio di contagio da Covid-19 - viene puntualizzato - le modalità di ingresso nei luoghi di lavoro, la gestione degli appalti, la pulizia e la sanificazione dei locali e il ricambio dell'aria, le precauzioni igieniche personali, i dispositivi di protezione delle vie respiratorie, la gestione degli spazi comuni, la gestione dell'entrata e uscita dei dipendenti, la gestione di una persona sintomatica in azienda, la sorveglianza sanitaria, il lavoro agile, la protezione rafforzata dei lavoratori fragili. Centrale è il ruolo dei comitati aziendali per l'applicazione e la verifica delle regole prevenzione".
Il documento aggiorna le misure già contenute nei Protocolli condivisi sottoscritti successivamente alla dichiarazione dello stato di emergenza e "grande senso di responsabilità è stato dimostrato da tutte le parti sociali che - viene rimarcato - in un momento di ripresa dei contagi, hanno saputo fissare alcune regole-chiave che avranno un ruolo importante nel contribuire al contenimento del virus". Le parti si impegnano ad incontrarsi "ove si registrino mutamenti dell'attuale quadro epidemiologico che richiedano una ridefinizione delle misure prevenzionali qui condivise e, comunque, entro il 31 ottobre 2022 per verificare l'aggiornamento delle medesime misure".
2 - ENNESIMO PASTICCIO SULLE MASCHERINE
Claudia Osmetti e Andrea Cappelli per “Libero quotidiano”
La bozza ha iniziato a circolare già giovedì. Da un lato restano le mascherine («Il datore di lavoro assicura la disponibilità delle Ffp2 al fine di consentirne l'utilizzo ai lavoratori nei contesti a maggior rischio»), ma dall'altro non si si parla né di obbligo né di un formale liberi-tutti. È la classica soluzione mediana, che cerca di accontentare la qualunque.
È il giorno del rinnovo del protocollo Covid in fabbrica e in ufficio, quello di ieri.
Del tavolo largo a cui siedono i ministeri della Salute, dello Sviluppo economico, del Lavoro, l'Inail e le parti sociali, cioè i sindacati. La videoconferenza riparte alle 17 (è stata avviata in mattinata), deve fissare il nuovo quadro di regole per il post-pandemia mentre, fuori, il bollettino dei contagi supera di nuovo gli 80mila casi. Non è una questione da poco. Si parte con le mascherine, il nodo centrale del provvedimento, quello più discusso (e pure più criticato). D'altronde sono «ritenute un presidio importante per la salute e la sicurezza dei lavoratori», fa sapere il ministero del Lavoro non appena inizia la seduta.
DISPOSITIVI
«La posizione del governo rimarrà la stessa, cioè quella di una forte raccomandazione», chiarisce nel corso della giornata il sottosegretario alla Salute Andrea Costa (Noi con l'Italia), perché «è vero che c'è un aumento delle infezioni, ma per quanto riguarda l'occupazione dei posti letto negli ospedali siamo di fronte a numeri ampiamente sotto controllo. Non credo sia corretto veicolare messaggi di paura o di troppa preoccupazione».
Ecco, appunto. Non veicoliamo.
Non ne vale la pena, due anni e mezzo di pandemia ce l'hanno insegnato: meglio guardare avanti. A quelle paginette di protocollo, per esempio, che, per una volta, trovano il plauso anche di Confcommercio: «Le mascherine non possono essere considerate obbligatorie», commenta infatti Donatella Prampolini, che è la vicepresidente di Confcommercio, «come avviene praticamente in tutti i contesti della vita quotidiana, tra l'altro. Ma bisogna individuare i contesti e gli ambiti in cui si mostrino ancora indispensabili, senza ambiguità interpretative».
DIFFERENZE
Allora ci siamo: negli ambienti chiusi o quelli condivisi da più dipendenti o quelli aperti al pubblico o dove (per forza di cose) non è possibile mantenere il distanziamento interpersonale di un metro resteranno «un presidio importante» la cui disponibilità dovrà essere «assicurata».
Sarà però compito del datore di lavoro, in base ai contesti e alle specifiche mansioni che, ovvio, cambiano da ditta a ditta, individuare «particolari gruppi ai quali fornire adeguati dispositivi di protezione individuale (leggi: le famigerate Ffp2), avendo particolare riguardo ai soggetti fragili sulla base delle valutazioni del medico competente».
Ma non c'è solo la mascherina: prima di entrare in ufficio (le disposizioni avranno valore fino al 31 ottobre prossimo) il personale «potrà essere sottoposto al controllo della temperatura corporea». "Potrà", ancora non è un obbligo stringente. Vuol dire che con la febbre sopra i 37,5 gradi dovrà tronare a casa, isolarsi e chiamare il proprio dottore di fiducia per avere indicazioni.
mario draghi roberto speranza 1
Ma dovrà anche comunicarlo ai propri superiori (le stesse regole varranno anche per chi è esterno o in appalto). Viene previsto, infine, un incentivo per lo smartworking, che è considerato «uno strumento utile per contrastare la diffusione del contagio soprattutto in riferimento ai lavoratori fragili maggiormente esposti».
Una postilla che piace molto ai deputati del M5S (o di quel che resta) che commentano: «Riteniamo necessario che venga prorogato il diritto al lavoro-agile per i soggetti più deboli o qualora non fosse possibile svolgere l'attività lavorativa con altre modalità». I datori di lavoro dovranno preoccuparsi della santificazione periodica dei locali e delle postazioni, mentre il singolo lavoratore sarà «obbligato ad adottare tutte le precauzioni igieniche, in particolare per le mani». Resta contingentato l'accesso agli spazi comuni (mense, aree fumatori e via dicendo) e «si favoriscono gli orari di ingresso e uscita scaglionati. Laddove è possibile occorre dedicare una porta apposita per i due sensi e garantire la presenza di detergenti segnalati da apposite indicazioni».
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