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    1. PATRIZIO BERTELLI, PATRON DI PRADA, ATTACCA: ‘’LA GABANELLI SI È DIMOSTRATA STUPIDA“ 2. SEMPRE A PROPOSITO DEL CASO MONCLER: “SI TRATTA DI PERSONE CHE HANNO UNA CULTURA ORMAI PASSATA DA 30 ANNI, CHE AFFRONTANO IL PROBLEMA DELLE OCHE AL PARI DI COLORO CHE SOSTENGONO CHE IL PALIO DI SIENA VADA CHIUSO PER I CAVALLI” 3. REPLICA DELLA GABA: “BERTELLI, CHE VUOL DIRE PRADA, HA RAGIONE NEL DARMI DELLA STUPIDA, SONO ORGOGLIOSAMENTE STUPIDA, PERCHÈ LE MIE TASSE LE VERSO FINO ALL'ULTIMO CENTESIMO; MENTRE LUI CHE È INDAGATO PER ELUSIONE PER 470 MILIONI (NONOSTANTE SIA UNO DEGLI UOMINI PIÙ RICCHI DEL MONDO), PUÒ PROPRIAMENTE DEFINIRSI "FURBO" 4. "NESSUNO IMPEDISCE A BERTELLI DI ANDARE A PRODURRE IN TRANSNISTRIA (UN PAESE NEMMENO RICONOSCIUTO DALLA NAZIONI UNITE) PER 30 EURO I SUOI GIACCONI CHE SONO IN VENDITA A 2.000, MA NON SI STUPISCA SE QUALCUNO LO RACCONTA, E SI CHIEDE PERCHÈ NON PRODURRE QUI, VISTO CHE IL LUSSO È IL SETTORE CHE HA I RICARICHI PIÙ ALTI”


     
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    1. MONCLER, BERTELLI (PRADA): “POLEMICA SU SPIUMAGGIO OCHE? GABANELLI STUPIDA”

    Da www.ilfattoquotidiano.it

    Prada Marfa Prada Marfa

     

    ‘’La Gabanelli si è dimostrata stupida“. A dieci giorni dal servizio di Report “Siamo tutti oche”, che ha denunciato la pratica dello spiumaggio e i maltrattamenti sugli animali per la produzione dei piumini Moncler, Patrizio Bertelli, patron di Prada, ravviva la polemica attaccando la conduttrice del programma d’inchiesta della Rai. Secondo il numero uno della firma italiana, il servizio mandato in onda è “una dimostrazione della stupidità umana”.

     

    miuccia prada artorsound 63 miuccia prada artorsound 63

    Risposta secca della giornalista: “Non è illegale produrre all’estero, come non è illegale essere avidi. Ricordo al signor Bertelli che io non sono indagata per elusione fiscale di ben 460 milioni“. Nella sua dichiarazione, la giornalista fa riferimento all’inchiesta che vede indagati Bertelli e la moglie, Miuccia Prada, per evasione fiscale.

     

    Per argomentare la sua affermazione, il patron di Prada, fa riferimento a quello che definisce un “famoso antagonismo”, che non ha mai capito, nei confronti di chi ha a che fare per lavoro con gli animali e ne sfrutta i prodotti. Si tratta, continua l’imprenditore aretino riferendosi a chi ha criticato Moncler dopo la messa in onda dell’inchiesta, di “persone che hanno una cultura ormai passata da 30 anni, che affrontano il problema delle oche esattamente come coloro che sostengono che il palio di Siena vada chiuso per i cavalli”. Poi conclude: “Non capisco quale possa essere la distinzione con una gallina o un balena”.

    MIUCCIA PRADA E PATRIZIO BERTELLI ARRIVANO A CA CORNER MIUCCIA PRADA E PATRIZIO BERTELLI ARRIVANO A CA CORNER

     

    Nella puntata del 2 novembre, ha trovato spazio un “capitolo” che tira in ballo anche il marchio con a capo Bertelli. Si vede come gli accessori Prada, famosi in tutto il mondo, vengano prodotti all’estero, in paesi dell’est come la Transnistria, per abbattere i costi di fabbricazione: “Quella di Prada è avidità – spiega la giornalista – perché parliamo dell’industria del lusso che si fregia del titolo ‘Made in Italy’, producendo invece in Paesi lontani dall’Italia. Posso capire una piccola azienda con un margine di guadagno di pochi euro che decide di delocalizzare per sopravvivenza. Capisco molto meno le aziende che hanno margini di guadagno altissimi come Prada e gli altri marchi che vivono anche sul fatto di vendere capi che usano impropriamente la dicitura Made in Italy”.

     

    Il servizio al centro della discussione è quello andato in onda nella puntata del 2 novembre, dove i giornalisti di Report denunciano la pratica dello spiumaggio delle oche e i maltrattamenti che questi animali subiscono durante il processo per la creazione dei piumini.

    MILENA GABANELLI NELLA REDAZIONE DI REPORT FOTO LUCIANO VITI PER SETTE MILENA GABANELLI NELLA REDAZIONE DI REPORT FOTO LUCIANO VITI PER SETTE

     

    Immagini che non sono passate inosservate, sollevando le proteste da parte dell’opinione pubblica che, sui social network, ha lanciato la campagna #boicottaMoncler, invitando i consumatori a non comprare i piumini del marchio italiano. Questa popolarità non voluta ha colpito l’azienda che, il giorno successivo alla messa in onda, ha subito un crollo in Borsa del 4,88%.

     

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    Quelle tra Milena Gabanelli e Patrizio Bertelli sono ruggini che risalgono al 2009, quando l’imprenditore denunciò la trasmissione di Rai 3 in seguito a un servizio, a firma sempre di Sabrina Giannini, dal titolo “Gli schiavi del lusso”.

     

    Nell’inchiesta della redazione di Report si mostrava come le borse e gli accessori della firma Made in Italy venissero prodotte a costi bassissimi rispetto a quelli con cui andavano sul mercato, il tutto a discapito della qualità del prodotto. L’azienda querelò la Gabanelli ma il procedimento, nel 2011, venne archiviato perché, scrisse il gip nelle motivazioni, “le notizie riportate nel servizio oggetto di querela sono veritiere; sussisteva certamente l’interesse pubblico alla conoscenza delle stesse; infine le modalità di esposizione appaiono indubitabilmente improntate a correttezza”.

     

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    2. RISPOSTA DI MILENA GABANELLI: “È VERO, SONO STUPIDA PERCHÉ PAGO LE TASSE FINO ALL’ULTIMO CENTESIMO. NON SONO FURBA COME BERTELLI”

    Riceviamo e pubblichiamo:

     

    Bertelli, che vuol dire Prada, ha ragione nel darmi della stupida, sono orgogliosamente stupida, perchè le mie tasse le verso fino all'ultimo centesimo; mentre lui che è indagato per elusione per 470 milioni (nonostante sia uno degli uomini più ricchi del mondo), può  propriamente definirsi "furbo". Nessuno impedisce a Bertelli di andare a produrre in Transnistria (un paese nemmeno riconosciuto dalla Nazioni Unite) per 30 euro i suoi giacconi che sono in vendita a 2.000, ma non si stupisca se qualcuno lo racconta, e si chiede perchè non produrre qui, visto che il lusso è il settore che ha i ricarichi più alti.

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    Il consumatore ha il diritto di essere informato, e poi sceglierà come meglio crede. Bertelli Investe molte risorse nel monitorare la stampa, ne potrebbe investire un pò nel monitorare i suoi fornitori, altrimenti i codici etici sono tutta fuffa.  Per quel che riguarda il maltrattamento animale, non appartiene ad un mondo passato come sostiene Bertelli, perchè la spiumatura da vivo avviene "oggi", come ampiamente documentato. Se poi non conosce la distinzione fra una gallina e una balena, gli rispondo che esiste l'ignoranza colpevole.

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    Milena Gabanelli

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