Eugenio Occorsio per “la Repubblica - Roma”
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La galleria Alberto Sordi, gioiello di architettura liberty nel cuore di Roma con i pavimenti a mosaico e il “velario” a vetri sul soffitto, di proprietà dal 2009 del gruppo Sorgente (che l’ha ulteriormente restaurata e valorizzata), rischia di perdere il suo ospite più prestigioso: la libreria Feltrinelli. “Costi troppo alti”, è la motivazione della minaccia di chiusura. La stessa ragione che induce decine di librerie, espressione di una cultura ritenuta antica e invece attualissima, a chiudere in ogni angolo della città.
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Ma la Galleria è un’altra cosa: perciò Sorgente ha offerto un maxi-sconto del 25% a Feltrinelli per il tempo necessario a superare la crisi. Chi ha a cuore il destino dei libri spera che basti. Perché quando chiude una libreria, figurarsi una libreria che evoca nel suo stesso nome la cultura più pura, più progressista, più analitica, non è la stessa cosa di quando chiude un ristorante o un negozio di jeans (che chissà perché non chiudono mai).
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Quando chiude una libreria è un pezzo di noi stessi che se ne va, una fetta di ricordi, uno spazio di riflessione interiore di valore inestimabile. Pare che a schiacciare le librerie sia la tenaglia di Amazon e della picchiata dei lettori. Il ministro Franceschini dice che “la cultura non si mantiene da sola”. Certo che no: tutti dobbiamo contribuire a mantenerla. Leggendo. Basta questo.