Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per "la Stampa"
VALDIS DOMBROVSKIS ALLA TSINGHUA UNIVERSITY DI PECHINO
L'entrata in vigore del nuovo Patto di Stabilità potrebbe slittare al 2026, anche se – come ha fatto notare il vicepresidente Valdis Dombrovskis – per la Commissione europea questo scenario «non è il più desiderabile». Il problema è che i tempi per far partire il nuovo sistema già dall'esercizio di bilancio 2025 sono strettissimi, per questo ieri mattina c'è stato un primo confronto tra i ministri delle Finanze all'Ecofin.
Una decisione ancora non c'è, anche perché alla riunione mancavano i ministri di Germania, Francia e Spagna. La Commissione ha fatto sapere che presenterà un documento a febbraio nel quale offrirà diverse opzioni sulla possibile via d'uscita per affrontare il nodo delle tempistiche.
paolo gentiloni valdis dombrovskis
«Abbiamo avuto alcuni scambi e stiamo guardando come muoverci – ha annunciato Dombrovskis –. Stiamo valutando se sia effettivamente fattibile iniziare ad applicare questo quadro a partire dal 2025. I tempi sono stretti e stiamo guardando alle possibili opzioni e le presenteremo una volta che sarà concluso il lavoro legislativo».
Con l'attuale Patto di Stabilità, i governi sono tenuti a presentare alla Commissione le loro bozze di bilancio per l'esercizio successivo entro il 15 ottobre di ogni anno.
IL PACCO DI STABILITA - MEME SU GIORGIA MELONI BY DAGOSPIA
Ma il nuovo sistema si basa su piani di spesa pluriennali (quattro anni, estendibili a sette) che vanno preparati in anticipo e costruiti sulla base di una traiettoria tecnica definita dalla Commissione per ogni singolo Paese. I piani devono inoltre includere le riforme e gli investimenti che i governi intendono proporre e, dopo la valutazione della Commissione, è necessaria anche l'approvazione del Consiglio.
[…] Oggi l'Europarlamento adotterà la sua posizione negoziale, dopodiché inizieranno le trattative con il Consiglio. Nella migliore delle ipotesi l'iter legislativo si concluderà soltanto in primavera […] tra le ipotesi, c'è quella di un'applicazione graduale oppure di una fase transitoria di un anno con una comunicazione interpretativa della Commissione che consentirebbe di valutare le bozze di bilancio del 2025 seguendo i princìpi della riforma.
GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN MATTEO PIANTEDOSI A LAMPEDUSA
L'Italia dovrebbe essere tra i Paesi a finire in procedura e dunque a dover assicurare un aggiustamento di bilancio dello 0,5% del Pil (circa 10 miliardi), dal quale proverà a ottenere uno "sconto" giustificato dall'aumento degli interessi sul debito.
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