Francesco Malfetano per "il Messaggero"
wembley tifosi inglesi
«C' è sempre un margine di rischio nella vita. Io sono fiducioso che non vi sarà un grande focolaio, però ora non possiamo garantirlo». In altre parole, da parte del governo britannico c' è «fiducia» ma assolutamente nessuna certezza sul fatto di poter impedire che le semifinali (già giocate ieri e l' altro ieri) e la finale degli Europei di calcio (ci sarà domenica, con l' Italia protagonista) in corso nello stadio londinese di Wembley si trasformino in maxi-focolai.
Ad ammetterlo, piuttosto candidamente, è stato ieri il ministro delle Attività produttive Kwasi Kwarteng che ha spiegato: «Io penso che siamo in grado di gestire il rischio, ma non possiamo dire che i rischi non esistano quando si hanno migliaia di persone in un luogo». Soprattutto se, malgrado il boom di contagi in corso nel Regno Unito a causa della variante Delta (ieri +32mila casi), alle 60mila persone che hanno affollato e affolleranno domenica gli spalti dello stadio inglese non è chiesta alcuna accortezza. Né mascherina né tampone ma solo una capienza un po' ridotta (l' impianto londinese può ospitare fino a 90mila persone).
wembley 7
Una strategia quantomeno discutibile che è però in linea con la scelta del governo di Boris Johnson di eliminare ogni restrizione a partire dal 19 luglio. Il «se non ora quando» annunciato da BoJo però, dopo aver indignato gli esperti di mezzo mondo, con gli Europei di mezzo ora rischia di diventare un caso internazionale.
IL GREEN PASS Tant' è che ieri, in vista della partita degli Azzurri di domenica, il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri si è detto convinto che allo stadio si dovrebbe entrare solo col Green Pass. «Io consentirei l' accesso solo con il pass - ha spiegato in un' intervista all' agenzia Dire - cioè si entra allo stadio con vaccinazione fatta, tampone negativo o se si è guariti dal Covid». L' obiettivo, ha continua Sileri, è «ridurre le chance che qualcuno possa contrarre la variante Delta e poi magari riportarla nella sua sede di origine».
William, George e Kate a Wembley 20
Dall' Italia peraltro, come ha fatto sapere ieri la Federcalcio, arriveranno a Londra mille tifosi. La trasferta però è considerata sicura perché organizzata proprio dalla Figc (con l' approvazione Uefa) riservando agli italiani un settore dello stadio e dei voli charter, in modo da essere in una bolla.
Ai tifosi - che possono acquistare da stamattina il pacchetto a 705 euro - sarà inoltre concesso di restare in territorio inglese solo 12 ore, solo se in possesso di un tampone negativo e accettando di rispettare 5 giorni di isolamento fiduciario al rientro in Italia. La stessa Figc inoltre, sempre in tema stadi, ieri ha chiesto al sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali di lavorare affinché ad agosto si possa «consentire un pieno ritorno dei tifosi negli stadi con l' inizio dei nuovi campionati».
inghilterra danimarca boris johnson
I FESTEGGIAMENTI Il potenziale pericolo però riguarda anche gli immancabili caroselli che già martedì notte hanno invaso anche le strade italiane. «Le scene che abbiamo visto sono qualcosa di micidiale» per la diffusione del virus spiega infatti il virologo Fabrizio Pregliasco, docente alla Statale di Milano. Questo è «un rischio non calcolato», ammonisce, ricordando che, per fatti analoghi, «risulta che a Copenhagen il 16 e poi il 17 a San Pietroburgo due focolai ci sono stati». Ed è sulla stessa linea anche Massimo Andreoni, primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma. «È chiaro che qualcosa la pagheremo inevitabilmente in termini di contagi con qualche focolaio» dice lapidario. «Ogni volta che ci sono assembramenti e una condizione non controllata qualcosa emerge».
boris johnson
Magari però, a differenza di Wembley, in vista della partita di domenica almeno in Italia qualcosa si potrebbe fare. «Non sarebbe male riuscire a organizzare delle cose per quanto possibile controllate» suggerisce Pregliasco, magari con piazze a ingressi contingentati e Green pass «Ma credo che sarà difficile».
Boris Johnson William, George e Kate a Wembley 19