hunter thompson emblema di dissolutezza
Kiri Blakely per “Daily Mail”
Il giornalista Hunter S. Thompson è stato ritratto come un appassionato di armi, drogato e fuorilegge da Johnny Depp in “Paura e Delirio a Las Vegas”, ma questo non è niente in confronto alla realtà.
hunter thompson con il fucile
Il gonzo si svegliava alle tre del pomeriggio, iniziava a trangugiare Chivas Regal per leggere i giornali e a fumare sigarette Dunhills, poi passava a caffè e cocaina. Cocaina a più riprese, alternata a erba. A pranzo (cioè alle 19) cheeseburger, patatine, insalata di pomodori, due birre Heineken, due margaritas, e un dessert affogato al whisky.
Alle 20 ancora cocaina, alle 22 si calava un acido, a mezzanotte circa, quando chiunque altro sarebbe finito in ospedale o sotto terra, lui era pronto per scrivere, fino alle 8 di mattina, aggiungendo a tutte le sostanze elencate il gin e un salutare succo d’arancia., concedendosi una pausa alle 6 del mattino per un bagno nella vasca, dove mangiava Fettuccine Alfredo e beveva champagne.
hunter thompson amava le armi
Quando decideva di andare a dormire, mandava giù un farmaco contro l’insonnia. Questa fu la sua routine fino al 20 febbraio 2005, giorno in cui si sparò. O almeno questo è quanto racconta la biografa E. Jean Carroll in “The Strange and Savage Life of Hunter S. Thompson” del 1994. Tra i suoi migliori amici c’erano Johnny Depp, l’allora senatore John Kerry e Jack Nicholson.
Juan F. Thompson, figlio di Hunter, ha appena pubblicato le sue memorie in “Stories I Tell Myself: Growing Up With Hunter S. Thompson”, racconto di una relazione padre-figlio piuttosto tormentata. Juan nacque nel 1964 a Woody Creek, paradiso della élite hippie in Colorado, vicino ad Aspen. Se Juan, da bambino, svegliava il padre, che aveva orari da vampiro, Hunter sbraitava e minacciava come un vichingo.
depp intervista hunter a los angeles
Mai pranzato o cenato insieme, mai celebrato compleanni. Il momento fra loro più intimo era quando pulivano insieme le armi. Juan ha cercato sempre le attenzioni di suo padre, senza successo. Si trasferì, soffrì di depressione, si sottopose ad anni di analisi e yoga. Infine riuscì a sposarsi e a trovare una sua stabilità. Hunter si suicidò a 67 anni mentre suo figlio era in casa.
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