Francesco Borgonovo per “la Verità”
pausini
Grazie all' odiosa vicenda di Bibbiano gli italiani hanno finalmente la possibilità di comprendere come funzioni la cultura progressista. Una regola imposta da tale cultura è la seguente: gli artisti che si interessano a temi sociali vanno benissimo, ma solo se i temi sociali sono quelli graditi alla sinistra. In caso contrario, gli artisti in questione meritano dileggio, insulti e attacchi feroci. A questo proposito ci sono tre casi emblematici che meritano di essere approfonditi.
Partiamo da quello di Laura Pausini, la prima a esporsi con enorme coraggio sulla Val d' Enza. La cantante, con un post su Facebook, ha richiamato l' attenzione su quanto sta accadendo a Bibbiano e dintorni, e ha notato che la gran parte dei media sta cercando di insabbiare tutto. Come prevedibile, con quell' intervento la Pausini si è attirata un fiume di critiche. Così ha deciso di tornare sul tema: «Questo messaggio è per i bambini. Non lo faccio né per farmi insultare né per farmi dire brava. Qui c' è solo da fare qualcosa subito e da far sapere a tutti coloro che perdono tempo a scrivere cazzate, che c' è una notizia gravissima con cui dobbiamo fare i conti», ha scritto. E ha aggiunto: «Ecco chi ha bisogno di sfogarsi, stavolta utilmente, tiri fuori la voce per parlare di questo scandalo».
SALVINI A BIBBIANO
La Pausini, purtroppo, non è stata l' unica a finire alla gogna per aver parlato di Bibbiano. La stessa sorte è toccata anche a Nek. Pure lui ha deciso di esporsi pubblicamente con un messaggio accorato: «Sono un uomo e sono un papà», ha scritto. «È inconcepibile che non si parli dell' agghiacciante vicenda di Bibbiano. Penso a mia figlia e alla possibilità che mi venga sottratta senza reali motivazioni solo per abuso di potere e interesse economico. È proprio così. Ci sono intere famiglie distrutte, vite di bambini di padri e di madri rovinate per sempre... E non se ne parla. Ci vuole giustizia!!».
matteo salvini a bibbiano 1
Tanto è bastato per attirargli l' astio del progressista medio internettiano. Come se non bastasse, contro Nek si è scatenata pure Repubblica, tramite la penna di Luca Bottura, uno che, dopo decenni di carriera, continua a confondere la satira con la spocchia. Con la consueta sicumera, Bottura ha rivolto a Nek un corsivo feroce: «Filippo Neviani, in arte Nek, esordì a Sanremo con una canzone antiabortista che risulta tutt' ora nella lista dei crimini contro l' umanità, dopo Nagasaki e Hiroshima ma comunque prima del gelato gusto Puffo».
Mascherata dietro un' ironia degna delle peggiori scuole medie, c' è l' accusa infamante: Nek ha commesso un crimine contro l' umanità perché ha scritto una canzone a favore della vita, dunque merita di essere sbertucciato e insultato.
vanoni
Già: i temi pro life, le battaglie su Bibbiano o sul gender sono ridicole. Non meritano altro che sberleffi e sputi.
nek
Esattamente come quelli che sono piovuti addosso a Ornella Vanoni, celebratissima icona della musica italiana. Di solito, quando la si cita, ci si leva il cappello. A meno che, ovviamente, non si occupi di temi sgraditi all' intellettuale unico progressista. La Vanoni ha scritto quanto segue: «È mostruoso ciò che è accaduto a Bibbiano. Questi bambini hanno perso l' infanzia, come tanti ormai nel mondo, e sono rovinati per sempre. Non sono pupazzi che si possono spostare da una famiglia all' altra.
Queste persone dovrebbero andare in galera senza processo».
In men che non si dica sulla cantante hanno cominciato a piovere pietre, sotto forma di offese via Web. C' è chi l' ha accusata di non essersi siliconata il cervello, chi la descrive come una vecchia rimbambita e altre amenità dello stesso tenore. Persino alcuni quotidiani online si sono accodati, accusandola di aver utilizzato toni troppo duri e di aver invitato a condannare gente senza prima averla processata.
chi l'ha visto sul caso bibbiano 1
Tre casi diversi, stesso trattamento.
Morale: se un artista si impegna in una causa politicamente scorretta, gli tocca il linciaggio.
In realtà, nelle parole della Vanoni, della Pausini e di Nek non c' è alcun riferimento politico. C' è solo il caro, vecchio e troppo spesso dimenticato buon senso. C' è la rabbia del genitore (o del figlio, del fratello, del semplice osservatore) davanti a uno scandalo che grida vendetta e di cui nessuno si è interessato se non per difendere i presunti colpevoli. Ma nemmeno una normalissima manifestazione di umanità viene tollerata: su Bibbiano è vietato esprimersi.
A meno che non lo si faccia per difendere il Pd.
andrea carletti sindaco di bibbiano 5 SALVINI A BIBBIANO SALVINI A BIBBIANO SALVINI A BIBBIANO chi l'ha visto sul caso bibbiano