Michele Farina per il “Corriere della Sera”
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Il volo: in comune con tante storie più o meno eccellenti di prominenti cittadini russi che hanno osato anche timidamente criticare lo zar Vladimir Putin c'è l'ultimo misterioso atto (forse coatto) della loro vita, il volo dalla finestra. Ora è entrato nella lista anche Pavel «Pasha» Antov, ricchissimo deputato di Vladimir (città a 200 km da Mosca) che militava nel partito dello zar omonimo, Russia Unita.
La scorsa estate aveva pubblicamente definito «terroristici» gli attacchi sull'Ucraina, salvo poi fare marcia indietro sui ceci e dichiarare fiducia assoluta nel signore di Mosca. Assoluta e forse tardiva: il corpo senza vita di Antov è stato rinvenuto il giorno di Natale a migliaia di chilometri da casa, sotto la finestra della stanza che occupava al terzo piano di un albergo di Rayagada nello Stato di Orissa, in India.
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Psichiatra di formazione con studi a San Pietroburgo, era diventato ricco (nel 2019 la rivista Forbes gli attribuiva un patrimonio di 180 milioni di euro) nella Russia post-sovietica, prima cimentandosi con un banco dei pegni e poi nel campo delle carni e dei salumi. Gioviale e iperattivo, amava molto viaggiare e si trovava in India con quattro amici per celebrare il suo 65esimo compleanno. Poche, rarefatte notizie sono arrivate dall'Orissa, Stato di 43 milioni di abitanti affacciato sul Golfo del Bengala.
La guida che accompagnava i russi avrebbe scoperto Antov a terra in una pozza di sangue, sotto la sua finestra. Due giorni prima, il gruppo aveva già perso Vladimir Budanov, amico (non si sa quanto stretto) di Antov, ritrovato morto nella sua stanza d'albergo. Secondo gli inquirenti indiani citati dal canale Ndtv, l'industriale di Vladimir potrebbe essersi gettato nel vuoto perché sconvolto dalla scomparsa dell'amico.
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Insieme stavano progettando anche un grande allevamento di polli ma il destino (o il Cremlino?) ci avrebbe messo lo zampino, interrompendo il sodalizio di affari e affetti. L'ambasciata russa in India ha subito fatto sapere che la polizia indiana non ha riscontrato elementi sospetti nella morte dei due concittadini: un malore fatale e un suicidio.
L'amicizia è una questione molto seria, e i casi della vita infiniti. Eppure il gioco barbaro delle coincidenze e delle vendette richiama alla memoria i precedenti voli di russi non perfettamente allineati con il capo supremo. A settembre era caduto dal sesto piano di un ospedale di Mosca il presidente del Consiglio di amministrazione di Lukoil, gigante petrolifero: Ravil Maganov aveva 67 anni e nei giorni della sua scomparsa Mash , sito con buone fonti nelle forze dell'ordine russe, aveva sostenuto che il manager fosse in cura per problemi di cuore e che gli fosse stata diagnosticata una forma di depressione.
L'agenzia statale Tass aveva parlato di infarto, spiegando che Maganov avrebbe assunto anti-depressivi. Non sufficienti a impedirgli di gettarsi dalla finestra.
VIGNETTA DEL FOGLIO SULLA MORTE DI RAVIL MAGANOV
Depressione interiore o pressioni dall'alto (o alle spalle)? Lo scorso marzo il board di Lukoil aveva chiesto «la rapida fine del conflitto armato in Ucraina». A finire rapidamente non è stata la guerra ma la vita di Maganov. La sua storia si è aggiunta a una serie di suicidi e incidenti più o meno oscuri, iniziati già prima dell'invasione di febbraio e poi via via più frequenti. Da Leonid Schulman a Sergey Protasenya, personaggio importante nel settore del gas, trovato morto con la moglie e la figlia in un resort in Spagna.
L'arma del delitto: un'ascia. Il volo dalla finestra è una modalità più complicata e meno credibile di inscenare una strage in famiglia. Più chiara, si fa per dire, è stata la scomparsa di Dan Rapoport, lettone che aveva fatto fortuna in Russia prima di diventare un puntuale critico di Putin: la notte della vigilia di Ferragosto è precipitato da un palazzo di Washington con un cappello in testa, le infradito arancioni e in tasca 2.620 dollari. Il re dei salumi di Vladimir ha seguito una traiettoria simile, volando giù da una finestra nella lontana città indiana di Rayagada, disperato per la morte improvvisa del suo compagno di viaggio. È il destino (o il Cremlino?) che ci ha messo lo zampino.
VLADIMIR PUTIN RAVIL MAGANOV statua di putin con la testa di cazzo 5 statua di putin con la testa di cazzo 6