Valerio Clari per gazzetta.it
sassuolo inter
Di tutto di più, come da vecchio slogan della tv di stato. Vi era mancata l’Inter in queste due settimane? Vi era mancata la pazza Inter in questi mesi? Rieccole entrambe, nel 4-3 su un Sassuolo a suo volta prima sparring partner, poi dominatore dal gioco avvolgente. Prima, la commemorazione di Squinzi, in mezzo, un paracadutista che atterra sul Mapei Stadium (invasore, non programmato). Durante, una doppietta a testa per Lukaku e Lautaro, quest’ultimo in edizione deluxe. E poi chiusura con un’Inter vecchia maniera, che si ferma, va in errore di sistema e finisce in balia degli avversari, rischiando di pareggiare una partita in cui avrebbe potuto dilagare. Giornata da attaccanti, comunque.
SUBITO GOL
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Non sarà un pranzetto, ma un’abbuffata: le punte nerazzurre ci mettono poco più di sessanta secondi per capirlo. Al minuto 2’ Lautaro gode di un paio di metri di libertà, servito in area da Brozovic: Tripaldelli non stringe, lui trova un destro perfetto nell’angolino lontano. Dopo una decina di minuti saluta Marlon sul filtrante di Gagliardini, ma tira fuori. La difesa del Sassuolo balla visibilmente, il morbo contagia quella dell’Inter dopo 16’. Traoré si infila fra le linee e fa uscire un centrale, serve Berardi che punta e salta Biraghi e poi in diagonale trova il secondo palo. Il pareggio gela Conte in panchina e i 4000 interisti del settore ospite (ma anche nelle altre tribune i colori nerazzurri tendono verso il maggioritario). Sull’1-1 c’è tempo per un gol annullato per parte (Lautaro per spinta di Lukaku su difensore, Caputo per fuorigioco), prima che l’Inter riprenda il controllo, appoggiandosi alle spalle larghe di Lukaku.
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DOPPIO ROMELU
Romelu, fin lì piuttosto ingabbiato, al 38’ riceve in area, spalle alla porta, da De Vrij: come un vero pivot tiene Marlon a distanza, si gira e di destro fa 2-1. Segnerà anche il 3-1, stavolta su rigore, concesso per un fallo di Marlon su Lautaro (ancora ricezione in area spalle alla porta). E se il primo festeggiamento era stata una corsa liberatoria verso la panchina, ad abbracciare prima Esposito e poi Conte, sul secondo gol Lukaku guarda in cagnesco la curva del Sassuolo, il che fa pensare che abbia sentito qualche becero buu razzista.
CHIUDI E RIAPRI
Tutto questo nel primo tempo. Il secondo garantisce qualche nuova perla della giornata di grazia di Lautaro, compresa un’azione personale che Consigli evita si trasformi in gol, e un nuovo rigore che illude i nerazzurri di averla chiusa: fallo di Muldur e Djuricic su Barella, trasformazione di Lautaro. Escono il Toro e Candreva, entrano Politano e un titubante Lazaro. Ma sono anche i cambi di De Zerbi che la riaprono: lo slalomista Boga mostra il suo talento prima servendo a Djuricic la palla del 4-2, poi andando da solo fino al 4-3. L’Inter si è fermata di botto e si garantisce 9’ più recupero di paura e ansia, come ai vecchi tempi. Tiene botta, con un paio di interventi di Skriniar. E porta a casa i tre punti dopo la doppia frenata prima della sosta. I due davanti danno certezze, Candreva esce fra gli applausi, Gagliardini tiene botta, ma il finale varrà a tutti più di qualche urlata da parte di Conte.
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SAMPDORIA-ROMA
Filippo Grimaldi per gazzetta.it
Buona la prima per Claudio Ranieri sulla panchina sampdoriana, nel giorno del compleanno numero 68 per il tecnico romano. Un punto che fa morale per i blucerchiati, contro una Roma in piena emergenza, poco incisiva in attacco, che raccoglie quel che semina.
INFORTUNI
cagliari
Nella Samp, dentro l’ultimo arrivato Bertolacci al posto di Ekdal in regia, con Rigoni preferito a Ramirez come esterno di una mediana a quattro. Di là, giallorossi con Kalinic uomo più avanzato, ma costretto a lasciare il posto a fine primo tempo a Dzeko, in campo con la mascherina protettiva. Una gara, dunque, tutta in salita per la squadra di Fonseca, che perde già in avvio Cristante (8’, fastidio inguinale) sostituito da Pastore e di fatto cerca soprattutto di limitare una Sampdoria che in attacco fa le cose migliori nel finale. Per i padroni di casa, a migliore occasione del primo tempo arriva al 14’ con Quagliarella, bloccato da Lopez. Ranieri disegna una squadra molto chiusa, e così per la Roma gli spazi sono limitati.
radja nainggolan foto mezzelani gmt09
I giallorossi stentano sulle fasce, con Kluivert che fatica su Murru, mentre dall’altra parte Florenzi non trova varchi su Bereszynski e Murillo. Certo, i padroni di casa non sono propositivi in attacco, dove Gabbiadini fa la gara numero 300 da professionista. Partita frammentata: l’arrivo di Ranieri ha dato qualcosa in più alla Samp, ma la strada è ancora lunga. La Roma è lenta, prevedibile, macchinosa. Nel finale del primo tempo l’arbitro Maresca dialoga a lungo con Vieira, segnalando al centrocampista originario della Guinea di avere sentito gli ululati razzisti dei romanisti nei suoi confronti. L’episodio, per fortuna, non si ripete più.
RISCATTO
Ospiti più vivi nella ripresa, Samp che perde vigore, anche se la forza offensiva della Roma è di fatto molto limitata. L’ingresso di Bonazzoli nella Samp quasi a metà del secondo tempo dà vivacità alla manovra sampdoriana, con la Roma che solo al 33’ trova per la prima volta la porta di Audero con una debole conclusione di Dzeko. Troppo poco: va male anche a Depaoli e Quagliarella, neppure Perotti (dentro al posto di Florenzi) risveglia i giallorossi. Che, anzi, restano in inferiorità numerica al 41’ per il secondo giallo a Kluivert. Ma, a quel punto, la Samp non ha più la lucidità e le energie per approfittarne, anche se un sinistro velenoso di Bonazzoli rischia di beffare la Roma: Lopez salva.
samp roma
radja nainggolan foto mezzelani gmt08 claudia lai nainggolan