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    USA CONTRO CINA, CHI SI PAPPA LO SPAZIO? - LA NASA ACCUSA PECHINO DI VOLER COLONIZZARE LA LUNA, I CINESI SMENTISCONO MA HANNO GIÀ TROVATO IL MODO PER COLTIVARVI I SEMI DI COTONE - PER LA NASA PECHINO VORREBBE PRENDERE IL CONTROLLO DEL SATELLITE, ESCLUDENDO IL RESTO DELL'UMANITÀ, MA IL VERO OBIETTIVO E' LA CONQUISTA DI MARTE CON I SUOI MINERALI...


     
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    Paolo Mastrolilli per “la Repubblica – Affari & Finanza”

     

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    La Nasa accusa Pechino di voler colonizzare il satellite. I cinesi smentiscono ma hanno già trovato il modo di coltivarvi semi di cotone. E gli Usa entro il 2025 vi riporteranno degli astronauti. Il vero obiettivo però è Marte con i suoi minerali Ricapitolando: la Nasa accusa la Cina di voler colonizzare la Luna, a scopi economici e militari, per poi escludere il resto dell'umanità dal satellite della Terra.

     

    Pechino replica seccata che Washington deve avere la testa fra le nuvole, o persa fra le stelle, anche solo a pensare una simile baggianata. Prima ancora di entrare nel merito della diatriba, e cercare di valutarne la concretezza con i piedi ben piantati sul suolo, è importante sottolineare il semplice fatto che avvenga.

     

    la cina e la luna 3 la cina e la luna 3

    Perché ormai è in questi termini che si parla della Luna, e pure di Marte, tanto nel settore pubblico, quanto in quello privato. E siccome non è un mistero che in passato le esplorazioni spaziali servirono anche, o soprattutto, a far avanzare le capacità strategiche ed industriali di chi le conduceva, non è poi così balzana l'idea di ragionare su come useremo le risorse a disposizione fuori dal nostro pianeta.

     

    L'origine della disputa sta nell'allarme che l'amministratore della Nasa, l'ex senatore democratico della Florida Bill Nelson, ha lanciato con un'intervista al giornale tedesco Bild. «Siamo molto preoccupati - ha detto - del fatto che la Cina possa atterrare sulla Luna e dire: adesso è nostra, voi dovete starne fuori».

     

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    Quindi Nelson ha spiegato che si riferiva alle attività del lunar lander Chang' e 4, e alla possibilità che vengano usate per preparare il «takeover » del satellite della Terra, ossia la conquista e l'appropriazione a scopi militari e di sfruttamento economico. La risposta di Zhao Lijian, portavoce del ministero degli Esteri della Repubblica Popolare, è stata immediata e dura: «Questa non è la prima volta che il capo della National Aeronautics and Space Administration degli Usa ignora i fatti e parla in maniera irresponsabile della Cina».

     

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    Quindi ha aggiunto: «Gli Stati Uniti hanno costantemente costruito una campagna diffamatoria contro le nostre normali e ragionevoli attività nello spazio, noi ci opponiamo fermamente a queste dichiarazioni».

     

    L'obiettivo di Pechino, secondo Zhao, è sempre stato e resta promuovere la creazione di un futuro condiviso per l'umanità nello spazio, contro qualsiasi corsa a militarizzarlo. I comuni mortali del pianeta Terra, già preoccupati per i problemi concreti che li assillano, dall'inflazione alla scellerata guerra scatenata da Putin nel cuore dell'Europa, scrolleranno le spalle. Penseranno che Nelson e Zhao sono due matti impegnati a trastullarsi con la fantascienza, e torneranno invece ad occuparsi delle loro pene quotidiane.

    la sonda cinese sulla luna chang e 4 la sonda cinese sulla luna chang e 4

     

    Tranne però se sapessero che fra un paio d'anni gli americani intendono tornare sulla Luna, dove intanto i cinesi hanno trovato il modo di coltivare piante importate dal nostro pianeta.

     

    Pechino ha già scavalcato i rivali, quando il 3 gennaio del 2019 Chang' e 4 ha raggiunto il satellite della Terra, inviando poi il rover Yutu 2 verso il cratere Von Karman, senza astronauti a bordo. Così per la prima volta una missione gestita dagli umani ha toccato il Polo Sud, ossia la regione più lontana della Luna, quella "scura" che non riusciamo a vedere. Da allora in poi gli studiosi della Repubblica popolare hanno potuto condurre una serie di esperimenti, che fra le altre cose hanno ottenuto il risultato di far germogliare semi di cotone.

     

    la sonda cinese sulla luna chang e 4 la sonda cinese sulla luna chang e 4

    In teoria Chang' e, che prende il nome dalla dea cinese della Luna, ha solo scopi scientifici, ma Nelson teme che sia il primo passo per la colonizzazione del satellite. Sul piano legale sarebbe vietata dal "Moon Agreement", negoziato in sede Onu nel 1979, ma nella pratica non lo è perché nessuna delle grandi potenze lo ha poi ratificato. Infatti Pechino conta di completare la costruzione della sua stazione lunare entro il 2035.

     

    la prima immagine del suolo lunare inviata dalla sonda cinese chang e 4 la prima immagine del suolo lunare inviata dalla sonda cinese chang e 4

    La Nasa però intende recuperare in fretta con la missione Artemis, che punta a riportare gli astronauti sulla Luna nel 2025, per la prima volta dall'ultima missione del 1972. Il progetto dal costo complessivo di 93 miliardi di dollari è già cominciato il 28 giugno scorso, con il lancio dalla Nuova Zelanda della piccola sonda Cislunar Autonomous Positioning System Technology Operations and Navigation Experiment (CAPSTONE), incaricata di esplorare una nuova orbita intorno al satellite della Terra.

     

    immagini del suolo lunare inviata dalla sonda cinese chang e 4 immagini del suolo lunare inviata dalla sonda cinese chang e 4

    Il 20 giugno, intanto, al Kennedy Space Center della Florida la Nasa ha completato i test per la preparazione del nuovo razzo, composto dallo Space Launch System e dalla capsula Orion per gli astronauti. Il primo lancio di Artemis potrebbe avvenire già nella finestra tra il 23 e il 29 agosto, oppure fra il 2 e il 6 settembre.

     

    L'obiettivo sarebbe volare intorno alla Luna e tornare indietro, senza equipaggio, per dimostrare la fattibilità della missione. Se tutto andrà bene il secondo lancio dovrebbe avvenire entro il 2024, lungo la stessa rotta, ma stavolta con esseri umani a bordo.

    cinesi e americani sulla luna cinesi e americani sulla luna

     

    A quel punto inizierebbe il lavoro per la terza missione di Artemis, che nel 2025 dovrebbe riportare sulla Luna gli astronauti, tra cui per la prima volta una donna e una persona di colore. Nel frattempo la Nasa lavora anche alla costruzione di Gateway, la nuova stazione orbitante da "parcheggiare" vicino al satellite, per consentire agli esseri umani di fare avanti e indietro a piacimento. L'agenzia spaziale americana non nasconde che tutto questo servirà poi a preparare lo sbarco su Marte, tanto attraverso le conoscenze acquisite grazie ad Artemis, quanto usando la Luna come base di partenza.

     

    marte marte

    Anche i privati collaborano al progetto, in particolare con la sfida personale tra il fondatore di Tesla Musk e quello di Amazon Bezos. Il primo dice di farlo perché non c'è nulla di più appassionate che girare fra le stelle; il secondo perché vuole garantire agli esseri umani un "piano B", se la Terra diventasse inabitabile.

     

    Entrambi, come la Nasa, puntano in realtà su Marte, non solo per il fascino di arrivare primi sul Pianeta Rosso, ma anche perché rispetto alla Luna è ricco di risorse come carbonio, nitrogeno, idrogeno, ossigeno, probabilmente acqua ghiacciata e permafrost, che rendono più promettente il suo sfruttamento. Anche ammesso che la Cina non abbia davvero l'intenzione di militarizzare la Luna, non è difficile cogliere il senso di questa competizione.

     

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    Prima di tutto per il valore scientifico e di immagine; poi per lo sviluppo di nuove tecnologie straordinarie, che entreranno nelle nostre vite quotidiane; infine per il valore economico e strategico di avere una presenza fissa sul satellite della Terra e su Marte. In fondo, come disse Pompeo ai suoi soldati durante una tempesta, vivere non è necessario, ma una volta in vita navigare lo è. Perciò non è altro che la natura umana, ad imporre alle due superpotenze di sfidarsi nella nuova frontiera dello spazio.

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