Da "il Giornale"
GUIA SONCINI
Guia Soncini non voleva essere intervistata e meno che mai ripresa. Ma l'inviato de «Le Iene», Luigi Pelazza, non la mollava e per questo a febbraio è stato condannato per «violenza privata» a due mesi di reclusione, convertiti in 15.000 euro di pena pecuniaria.
Ora arrivano le motivazioni che spiegano perché l'inviato ha commesso reato il 19 settembre 2015, inseguendo con microfono e cameraman la giornalista fino al portone della palazzina, poi all'interno del condominio per intervistarla sul processo nel quale compariva come imputata per le presunte «foto rubate» a Elisabetta Canalis e George Clooney nel 2010.
GUIA SONCINI
Il giudice della VII sezione penale Maria Angela Vita ha ritenuto che Pelazza «frapponendo il piede tra il montante e il portone d'ingresso» del condominio della Soncini, mentre «continuava a porle domande e a farla riprendere dal cameraman, abbia impedito di fatto» alla persona inseguita «di chiudere la porta d'ingresso, frustrando in tal modo la sua libera determinazione di bloccare l'accesso al giornalista e al cameraman, non gradendo di essere né intervistata né ripresa dalle telecamere» e «frapponendosi con il proprio corpo tra la soglia e la porta dell'ascensore, ha impedito insistentemente» alla donna di chiudere le porte dell'ascensore.
Questo comportamento ha costituito un «mezzo anomalo diretto a esercitare pressione sulla volontà altrui». Inutilmente gli avvocati Stefano Toniolo e Salvatore Pino hanno invocato per l'inviato delle Iene il diritto di cronaca.
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