Umberto Mancini per “il Messaggero”
termoscanner
Posti a sedere a scacchiera o contingentati, per garantire il distanziamento sociale, su bus, metro e aerei. Termoscanner non solo nelle grandi stazioni e negli hub aeroportuali, ma in tutte le stazioni, comprese quelle delle metropolitane per controllare la temperatura e bloccare i possibili contagiati. E, poi, legati agli spostamenti, sfasamento degli orari per arrivare al lavoro in tempi differenziati. In modo da evitare, per quanto possibile, assembramenti e resse sui mezzi pubblici. Ma tutto questo, al di là degli inevitabili disagi, avrà un costo elevato, molto elevato per lo Stato.
Al ministero dei Trasporti, che sta studiando come applicare le nuove procedure, parlano di miliardi. I posti perduti su aerei, bus e metro, per non parlare di navi e traghetti, saranno milioni e i mancati ricavi delle aziende private e di quelle del Tpl, il trasporto pubblico locale, supereranno, secondo le prime stime, i 4-5 miliardi.
controlli termoscanner coronavirus
Da qui la necessità di trovare delle compensazioni, dei fondi da assegnare alle aziende, dall'Atac alle Fs, dall'Alitalia all'Atm, che hanno visto ridimensionati gli introiti. L'emergenza, con il tracollo dei passeggeri, è scattata a febbraio e durerà, salvo colpi di scena, almeno fino a inizio estate. Qualcuno pensa che il taglio dei posti si prolungherà fino a settembre, allungando la quarantena dei bilanci aziendali.
IL TESORO
Al Mef nessun vuole sbilanciarsi ma il tema è ovviamente sul tavolo. Certamente il Tesoro sta valutando i vari scenari. Per immaginare i possibili ristori da assegnare. Qualche indicazione per la verità sarebbe stata già fornita sulla base dell'andamento del traffico dei passeggeri su treni e aerei, ma è presto per tirare le somme. Tutto dipenderà, si limitano a dire dal palazzone di Via XX Settembre, dalla durata effettiva della pandemia e delle connesse restrizioni. Molti soldi del resto sono già arrivati al settore Tpl per rinnovare il parco vetture circolante, ma altri, inevitabilmente, dovranno essere messi a disposizione, come ha fatto capire propria la ministra Paola DeMicheli.
BUS E MEZZI PUBBLICI AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
In uno sforzo di ampia portata che ha l'unico scopo di favorire la ripartenza del Paese in sicurezza. Per questo, per non far viaggiare il virus insieme a chi si muove per andare in ufficio o in fabbrica, si punterà anche sulla prevenzione. Con la sanificazione di carrozze ferroviarie e metro, autobus e stazioni. Dispenser con disinfettanti saranno messi a disposizione dei passeggeri, insieme a mascherine e guanti. E anche qui saranno le aziende a dover sostenere altri aggravi.
LE SCELTE
Su questo fronte Alitalia e Fs si sono già mosse. La prima varando un protocollo che di fatto recepisce le indicazioni governative e che, tra le altre cose, non fa salire a bordo chi non è dotato di misure di protezione personale. La compagnia tricolore assegna i posti con uno speciale algoritmo per consentire una distanza minima di un metro.
METROPOLITANA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
Sulla stessa linea Ferrovie dello Stato che, per prima, ha addirittura riconvertito una controllata per realizzare mascherine dedicate al personale e ai clienti. Anche qui posti a sedere distanziati con speciali marker. Insomma, tuttele massime precauzioni possibili in questo difficile momento, che saranno estese e rese obbligatorie per tutti i vettori, sia pubblici che privati. Il numero chiuso potrebbe valere fino a un miliardo per le Fs che comunque ha già confermato il maxi piano di investimenti da 20 miliardi, mentre in Alitalia, il costo è ancora da definire. Il settore Tpl nel suo complesso potrebbe chiedere risorse per 2-3 miliardi.