Andrea Schianchi per la Gazzetta dello Sport
serse cosmi
Ventitrè anni fa, nell’estate del 2000, mentre l’Italia si dimenava al ritmo di «Vamos a bailar esta vida nueva», la Serie A accoglieva l’esordiente Serse Cosmi alla guida del Perugia. Oggi, dopo l’ultima esperienza a Rijeka (Croazia), Serse aspetta e si rilassa guardando il Tour de France, «il mio idolo Pogacar va come un treno. Mi entusiasma come mi entusiasmava Pantani. Con loro di scontato c’è una cosa sola: attaccano sempre».
Cosmi, a 65 anni va in pensione?
«Pensione? State scherzando. Il calcio è la passione della mia vita, non mollo. I migliori allenatori sono ancora quelli della mia generazione: a parte Ancelotti che è unico, penso a Spalletti, Sarri, Gasperini».
Nostalgia per il calcio di una volta?
«Nel 2000, quando arrivai in A, c’erano Ronaldo il Fenomeno, Totti, Del Piero, Batistuta, Shevchenko, Zidane... Vado avanti? Quell’epoca non è neanche avvicinabile a quella attuale: non è nostalgia, è realismo».
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L’avversario più forte?
«Ronaldo il Fenomeno. Sembrava capitato per caso in mezzo al campo a giocare assieme a 21 esseri umani, mentre lui era di una categoria superiore».
Lei si è laureato a Coverciano con una tesi sul ruolo del trequartista, ma dove sono finiti i trequartisti?
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«Se li sono mangiati! L’ultimo, per me, è stato Domenico Morfeo. Adesso fanno le seconde punte, si muovono molto. Ma la fantasia e la classe di Morfeo...».
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Oggi chi la emoziona?
«Il Manchester City è forte, Guardiola è bravo, ma non mi fa battere il cuore. Il Napoli, invece, mi ha proprio divertito. Se nel calcio ci fosse giustizia, oltre allo scudetto, avrebbe dovuto esserci anche in finale di Champions».
Il primo giocatore che chiederebbe al suo presidente?
«Osimhen. Forza, velocità, intelligenza, gran tiro e tanti gol».
Il Milan si sta rivoluzionando: che ne pensa?
«Sono curioso di vedere come reagisce all’addio di Maldini».
E l’Inter?
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«Può vincere lo scudetto. L’uscita di Brozovic va metabolizzata, Frattesi è una bella mezzala».
La nuova Juve deve ricominciare da capo.
«Deve soprattutto ritrovare lo spirito “da Juve”, quello che le ha permesso di vincere tantissimo nella sua storia».
Napoli ancora favorito?
«È il più strutturato, pure se non c’è più il mio amico Spalletti».
Della Lazio che dice?
«Sarri ha dato personalità. Ed è bravo a farsi comprare giocatori funzionali al suo calcio».
E poi c’è la Roma, di cui è tifoso da sempre.
«Mi fa diventare matto. Io dico che ci sono tre giocatori super: Dybala, Smalling e Matic. Se a questi se ne aggiungono altri tre di quel livello, allora ci divertiamo. Mourinho è unico: se gli dai buoni giocatori, lui vince».
Il presidente cui deve di più?
«Luciano Gaucci. Era 10 anni più avanti degli altri. A Perugia sono cresciuti Gattuso, Grosso e Materazzi che nel 2006 sono diventati campioni del mondo».
L’errore più grande?
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«Aver ascoltato quelli che mi dicevano che dovevo cambiare carattere, che dovevo essere meno diretto, meno spontaneo. Ho perso almeno tre anni di carriera».
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