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    I MINISTERI DEL LAVORO E DELL'ECONOMIA APPROVANO GRAN PARTE DELLA MANOVRA PER LA MESSA IN SICUREZZA DELLE PENSIONI DEI GIORNALISTI: MA I GIORNALI PREANNUNCIAVANO SONORE BOCCIATURE - IL PRESIDENTE USCENTE DELLA CASSA ANDREA CAMPORESE E' STATO RINVIATO A GIUDIZIO PER IL DISSESTO MAGNONI-SOPAF


     
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    Il gup di Milano, Alessandro Santangelo, ha rinviato a giudizio il presidente dell'InpgiAndrea Camporese e altre 12 persone coinvolte in un filone dell'inchiesta sul crack della holding Sopaf dei fratelli Magnoni. Camporese è accusato di truffa ai danni dell'istituto di previdenza dei giornalisti e di corruzione. A chiedere il processo è stato il pm Gaetano Ruta. Il dibattimento si aprirà il 21 apriledavanti alla Seconda Sezione Penale del tribunale. Un imputato sarà invece processato in abbreviato.

     

    i fratelli magnoni i fratelli magnoni

    Tra le persone mandate a processo ci sono anche i finanzieri Aldo e Ruggero Magnoni, i quali assieme al fratello Giorgio - già a processo separatamente davanti sempre alla seconda sezione penale del Tribunale -, fondarono Sopaf. E poi, tra gli altri, Andrea Toschi, amministratore delegato di Adenium sgr del gruppo Sopaf, e Alberto Ciaperoni, quale direttore finanziario della holding e amministratore della società di gestione del risparmio. Renato Martignoni, che ha una posizione secondaria in quanto definito «dominus» della società Helios «correlata al gruppo Sopaf», ha scelto il giudizio in abbreviato. Per lui il processo si aprirà il prossimo 4 maggio davanti al gup Manuela Cannavale.

     

    Le accuse a vario titolo sono associazione per delinquere, truffa, appropriazione indebita, corruzione, frode fiscale e altri reati. Al centro dell'inchiesta, coordinata dal pm Ruta, c'è una distrazione milionaria di fondi della holding, ammessa alla procedura di concordato preventivo nel febbraio del 2013. Nell'ambito dell'inchiesta, sono finite sotto la lente d'ingrandimento della Procura e del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza le operazioni sul Fondo immobili pubblici (Fip) attraverso le quali Camporese, che ha sempre respinto le accuse, avrebbe «consentito» a Sopaf «di realizzare una plusvalenza (...) pari ad euro 7.600.000» attraverso la controllata Adenium. Per questa vicenda Camporese è accusato di truffa «con le aggravanti del danno di rilevante gravità, dell'abuso di prestazione d'opera, di aver commesso il fatto ai danni di un ente esercente un pubblico servizio».

    giorgio magnoni giorgio magnoni

     

    Il presidente dell'Inpgi, «quale incaricato di pubblico servizio» e Toschi, secondo l'ipotesi del pm, «si accordavano tra loro per trasferire risorse finanziarie a favore di Camporese dell'importo di almeno 200 mila euro a titolo di remunerazione per il compimento di atti contrari ai doveri di ufficio, in particolare per gli investimenti che Camporese aveva veicolato quale presidente Inpgi su Adenium Sgr Spa, nonché su canali di comunicazione e contatti che aveva offerto a Toschi per la propria attività».

     

    Toschi, per l'accusa, nel 2011 e nel 2012 avrebbe quindi «accordato» a Camporese «la somma di 25 mila euro l'anno» attraverso un incarico nel comitato consultivo di Adenium. Altri 145.550 euro sarebbero transitati su un conto corrente svizzero nel 2013 intestato a Toschi ma detenuto «fiduciariamente per conto di Camporese».

     

    giorgio magnoni giorgio magnoni

    Oltre all'Inpgi, i Magnoni con altri coimputati, come si legge nel capo di imputazione avrebbero truffato per una somma rilevante anche l'Enpam (l'Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri), mentre Toschi e Ciaperoni e altri, sono imputati anche per appropriazione indebita perché si sarebbero appropriati di 52 milioni di euro «nella titolarità» della Cassa di Previdenza e Assistenza dei Ragionieri e dei Periti Commerciali.

     

    «Non posso che prendere atto della decisione del Giudice dell'Udienza Preliminare di accogliere la richiesta di rinvio a giudizio che mi riguarda nell'ambito della complessa inchiesta sulle attività finanziarie di Sopaf Spa. Il dibattimento sarà l'occasione per evidenziare tutti gli elementi che dimostrano la mia totale estraneità rispetto alle fattispecie di reato contestate, come ho sempre dichiarato». È quanto dice il presidente dell'Inpgi Andrea Camporese, commentando il suo rinvio a giudizio nell'inchiesta Sopaf.

     

    andrea camporese andrea camporese

    «L'Inpgi - prosegue Camporese - deciderà in piena autonomia quale profilo assumere nella vicenda. La tutela dell'Ente mi sta a cuore prima di ogni altro profilo, motivo per il quale, oltre al doveroso comportamento giuridico, mi sono astenuto dal partecipare a qualsivoglia riunione o dibattito in merito».

     

    «Ribadisco la profonda amarezza e lo sconcerto - dice ancora il presidente dell'Inpgi - per essere stato oggetto per oltre un anno e mezzo di indiscrezioni di stampa, notizie spesso rivelatesi false o inesatte, strumentalizzazioni di parte ed elettorali (tutt'ora in corso) senza che potessi in alcun modo difendermi, non conoscendo gli atti in questione che ho normalmente ottenuto all'atto della chiusura delle indagini. Se ho l'obbligo di chiarire nelle sedi competenti ogni informazione ed elemento in mio possesso di una inchiesta che consta di decine di migliaia di pagine, la quasi totalità delle quali riguardanti tematiche di cui non ho alcuna contezza, ho anche il dovere di allertare gli iscritti all'Ente, chiamati alla consultazione elettorale che non mi coinvolge, rispetto a strumentalizzazioni che ritengo ingiuste, pericolose e irresponsabili».

     

    «La compravendita delle quote Fip, oggetto dell'indagine per la quale sono accusato di truffa ai danni di Inpgi - dice ancora Camporese - ha generato in sei anni una plusvalenza di circa 15 milioni di euro superando il 50% di rendimento complessivo e attestandosi tra i migliori investimenti realizzati nei decenni. Risultato ottenuto grazie ad uno sconto iniziale sul Nav (unico parametro ufficiale conosciuto) importante, superiore alla media di mercato, perfettamente tracciato e ripetutamente negoziato insieme agli uffici interni competenti.

     

    andrea camporese andrea camporese

    Sono stati proprio i centinaia di milioni di euro di rendimenti realizzati in otto anni, tramite le procedure di investimento del patrimonio dell'Ente, sottoposte ad innumerevoli controlli interni e pubblici, a permettere una tenuta delle prestazioni in un momento di drammatica difficoltà del giornalismo e dell'editoria italiana. Solo nel 2015, 6384 giornalisti hanno usufruito di ammortizzatori sociali, pagati dall'Inpgi e in alcuni casi molto più tutelanti del sistema pubblico, a fronte di meno di 16 mila contribuenti attivi. Nel giusto ed inevitabile confronto elettorale, gruppi o singoli hanno superato clamorosamente il legittimo e prezioso diritto di critica sconfinando nel terreno della diffamazione e della calunnia dirette in particolare, ma non solo, alla mia persona».

     

    RUGGERO GIORGIO ALDO MAGNONI RUGGERO GIORGIO ALDO MAGNONI

    «Una speranza, tra tutte, mi pervade - dice ancora Camporese - a pochi giorni dal voto e dal termine del mio impegno: che questi signori non ricoprano alcun ruolo di responsabilità nel futuro, per il bene di tutti ed in primis delle tante famiglie che hanno drammaticamente sofferto della crisi. Consiglio sommessamente a tutti, al fine di esercitare il voto in modo informato e responsabile, di leggere le comunicazioni ufficiali dell'Ente presenti e passate, le relazioni ai bilanci e ogni altra fonte validata da controlli di legge. Una istituzione che ha oltre cento anni di vita - conclude - non può essere sostituita da una indistinta e pericolosa strategia da social network».

    Ruggero Magnoni Ruggero Magnoni

     

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