Estratto dell'articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”
stefano scarpetta
Il rischio da evitare, dice il governatore Visco, è la rincorsa tra i prezzi e i salari, perché la cosiddetta spirale può fare ancora più male di un'inflazione che a ottobre è arrivata all'11,8%. Intanto, però, il conto lo pagano i lavoratori, che già scontano salari fermi da vent' anni. Come se ne viene fuori? «Le imprese devono fare uno sforzo per contenere i profitti e dare un segnale di aumento salariale nell'ambito della contrattazione collettiva», propone Stefano Scarpetta, direttore per l'Occupazione, il lavoro e gli affari sociali dell'Ocse.
Ma tocca anche al governo. «Il problema immediato - spiega - è come aiutare le famiglie più povere: servono aiuti mirati e calibrati sulle disponibilità economiche». Per questo, aggiunge, «bisogna basarsi sull'Isee» e non sul quoziente familiare, come invece punta a fare Meloni.
INFLAZIONE
Il governo lavora a un mini taglio del cuneo fiscale, i fringe benefit sono un palliativo. Da dove può arrivare un segnale più forte per i salari?
«Bisogna partire da chi sta pagando il conto maggiore, cioè le famiglie a basso reddito, quelle per cui le spese per bollette e beni alimentari pesano sui bilanci familiari il doppio rispetto alle famiglie più benestanti. Il rischio di una spirale è relativamente basso, non c'è la scala mobile come negli anni Settanta. Bisogna evitarla, ma allo stesso tempo le imprese devono fare uno sforzo per compensare, seppure parzialmente, i salari».
Come?
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«Attraverso gli accordi di categoria e da questo punto di vista anche il governo deve incoraggiare il dialogo tra imprese e sindacati. Al netto di qualche settore, però, i rinnovi non si fanno . Uno strumento aggiuntivo possono essere i bonus, come quelli che alcune aziende hanno iniziato a dare a tutti i loro lavoratori e che risultano più generoso per chi ha un reddito basso». […]
Aumenti con i contratti e i bonus, quindi. Ci sono altre leve?
«Il salario minimo. Quest'anno in Francia è stato già adeguato tre volte all'inflazione e anche negli altri Paesi che lo prevedono è stato aumentato per far adeguare almeno in parte i salari minimi nominali all'inflazione».
stefano scarpetta
L'inflazione è una ragione valida per introdurlo anche in Italia?
«Il salario minimo ha un'esigenza che va al di là della crisi contingente perché ci sono lavoratori che sono sotto i minimi contrattuali nonostante la contrattazione collettiva sia ampiamente diffusa. È uno strumento importante a prescindere dall'inflazione per combattere forme di lavoro sottopagato».
Lo sconto sulla benzina e i premi aziendali mitigano l'erosione del potere d'acquisto dei salari. Sono misure che funzionano?
«Hanno un impatto immediato perché toccano subito il prezzo, ma sono costose perché sono generali e a beneficiarne maggiormente sono le famiglie più abbienti. Il caso della benzina è emblematico: sono le famiglie con un reddito medio alto quelle che utilizzano di più la macchina e quindi beneficiano maggiormente dello sconto» […]
inflazione italia
Meloni vuole cambiare il parametro degli aiuti: dall'Isee al quoziente familiare. È un'impostazione corretta?
«Bisogna evitare di mescolare gli obiettivi. L'elemento da tenere in considerazione è la disponibilità delle risorse di una famiglia perché l'obiettivo principale deve essere quello di aiutare chi è più in difficoltà. L'Isee deve restare il parametro di riferimento».
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