Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”
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Il capo della Cia a Roma non sembra avere dubbi: Enrico Mattei era un fascista, si era rifatto l'immagine comprando per cinque milioni di lire il titolo di partigiano dai democristiani, e forse per queste sue origini si oppone agli interessi americani in Italia.
Lo pensa e lo scrive, Lester Simpson, in un rapporto inviato l'11 agosto del 1955 alla "Company", intitolato "U.S. Embassy and Italian Petroleum Industry".
Un documento che forse aiuta a chiarire, se non riaprire, il caso della misteriosa morte del leader dell'Eni. Giovedì sera i National Archives di Washington hanno pubblicato 13.173 documenti finora segreti sull'omicidio del presidente Kennedy, perché lo aveva ordinato nel nome della trasparenza il John F. Kennedy Assassination Records Collection Act, approvato dal Congresso nel 1992.
I DOCUMENTI AMERICANI SU ENRICO MATTEI
[…] il rapporto segreto del 1955 su Mattei […] comincia così: «La grande maggioranza delle compagnie petrolifere italiane, che fino al IV World Petroleum Congress si opponevano all'Eni, ora presentano un fronte unito con Enrico Mattei, nella sua opposizione allo sfruttamento dei depositi italiani da parte degli interessi americani».
Quindi Simpson spiega: «Questa nuova situazione è il risultato di informazioni confidenziali e consigli forniti ai gruppi petroliferi italiani e a Mattei stesso da Remigio Danilo Grillo. Grillo, vicedirettore generale per gli Affari politici al ministero degli Esteri italiano, è un ex "squadrista" e cagnolino di Galeazzo Ciano, grazie alla cui influenza ha fatto carriera».
ENRICO MATTEI
[…] A questo punto Simpson spiega le probabili origini dell'ostilità del capo dell'Eni: «Mattei stesso era un fascista fino al 1945. Aveva iniziato a lavorare nella Resistenza dopo l'8 settembre, facendo però attenzione allo stesso tempo di conservare i rapporti con i tedeschi. Come parte di questo processo, sua moglie era diventata l'amante di un capitano austriaco che era un ufficiale molto importante nella SD tedesca», ossia il servizio di intelligence delle SS Sicherheitsdienst.
«Quando era diventato chiaro che la vittoria degli Alleati era certa, Mattei aveva pagato cinque milioni di lire ad un leader partigiano della DC, per ottenere il titolo di capo partigiano della DC e il grado di generale della Resistenza nel CLN. La sua nomina era stata approvata dal generale Cadorna e dal colonnello Argenton, ora braccio destro di Mattei».
enrico mattei con aldo moro
Sei anni dopo, il 13 giugno del 1961, la Cia torna ad occuparsi del capo dell'Eni nella National Intelligence Estimate, con 12 pagine intitolate "The Outlook for Italy". La bocciatura è netta: «L'Ente nazionale italiano degli idrocarburi, guidato da Enrico Mattei, è diventato uno Stato nello Stato». Quindi il rapporto aggiunge un giudizio definitivo: «Il monopolio che esercita nel settore petrolifero probabilmente continuerà a provocare frizioni fra Italia e Stati Uniti», a causa degli investimenti nel mondo arabo e i crescenti scambi con l'Unione Sovietica.
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Poco più di un anno dopo, il 27 ottobre 1962, la torre di controllo dell'aeroporto di Linate perde i contatti con il piccolo bireattore "Morane Saulnier" di proprietà dell'Eni. A bordo ci sono Mattei, il giornalista inglese William McHale e il pilota Imerio Bertuzzi. L'aereo era decollato da Catania alle 16.57, dopo una breve visita del capo dell'Eni destinata ad essere seguita da un viaggio in Algeria, durante il quale era in programma la firma di un accordo per la produzione di greggio che sfidava gli interessi delle maggiori compagnie petrolifere occidentali. Alle 18.57 il "Morane Saulnier" non risponde più via radio. I resti vengono trovati in un campo della località di Bascapè, provincia di Pavia, a pochi minuti di volo in linea d'aria dallo scalo di Linate. Nessuno dei tre passeggeri sopravvive.
Enrico Mattei Enrico Mattei con moglie Enrico Mattei