terremoto ischia
1.ISCHIA, 600 CASE ABUSIVE
Da www.ilmanifesto.it del 12 agosto 2017 (10 giorni prima del terremoto)
Sono circa 600 le case abusive colpite da ordine definitivo di abbattimento a Ischia.
Arriva a 27 mila il saldo delle pratiche di condono presentate dagli abitanti in occasione delle tre leggi nazionali.
A eccezione di alcune sporadiche demolizioni portate a termine negli ultimi anni su disposizione della magistratura, ma anche dagli stessi proprietari, sopravvive un ecomostro di cemento illegale, spesso costruito senza nemmeno l’attenzione per la sicurezza degli abitanti in un territorio estremamente fragile.
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2.«TROPPE CASE ABUSIVE E SPESSO VENGONO COSTRUITE CON CEMENTO IMPOVERITO»
Alfio Sciacca per il ‘Corriere della Sera’
«Lo dico da anni. Con l' abusivismo non si scherza, altrimenti queste sono le conseguenze».
Aldo De Chiara, 72 anni, ha lasciato la magistratura lo scorso gennaio ma per anni è stato considerato «un rompiscatole» e anche bersaglio di intimidazioni. E questo perché predicava «tolleranza zero» in materia ambientale. Da Procuratore aggiunto di Napoli fra il 2007 e il 2012, a lui venne affidato il coordinamento della sezione tutela del territorio.
Quel che dice lo ricava da quegli anni in prima linea?
«È chiaro. Con i miei colleghi abbiamo sempre detto: le costruzioni abusive sono una minaccia, soprattutto per chi le abita».
Perché una scossa modesta ha fatto tanti danni e anche morti e feriti?
«Per ciò che abbiamo detto in questi anni e che è emerso dalle indagini. In molti casi è stato accertato che viene utilizzato cemento impoverito. E noi avevamo lanciato l' allarme sul rischio di crolli anche in caso di scosse non particolarmente forti. Purtroppo quello che denunciavamo è successo ieri sera».
Tutti gli immobili di quella zona hanno questa vulnerabilità?
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«Al momento non so bene cosa sia crollato. Mi dicono una chiesa e varie abitazioni.
Non so a che epoca risalgono e mi voglio augurare che anche la chiesa non sia abusiva».
Ma è possibile che in quella zona siano così tante le costruzioni abusive?
«L' isola è gravata da una serie di vincoli e tutte le costruzioni degli ultimi anni sono in gran parte fuori legge. Entro i 500 metri dal mare c' è un vincolo di inedificabilità assoluta.
Ci sono poi i vincoli idrogeologici. Ricordo che alcuni anni fa ci fu un grosso temporale proprio a Casamicciola che provocò una frana e la morte di alcune persone. Anche in quel caso per il mancato rispetto della legge».
E dunque?
«E dunque si può dire che molte delle costruzioni realizzate negli ultimi anni non avrebbero mai dovuto esistere».
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Da dove si riparte per invertire quest' andazzo?
«Purtroppo il dibattito sull' abusivismo è viziato dalla necessità di incoraggiare la ripresa edificatoria. Capita, per esempio, che le regioni varino provvedimenti per il riuso dei sottotetti. Ma la trasformazione in mansarda spesso avviene a discapito della sicurezza. Più in generale, il fenomeno è tollerato dalla politica per motivi clientelari. C' è poi una carenza dal punto di vista amministrativo: accertato un illecito bisognerebbe demolire, ma se queste misure non le dispone la magistratura non si fanno. E anche quando c' è una sentenza sono difficili da attuare. Le ruspe si possono attivare solo se arriva il finanziamento e l' unico abilitato a chiederlo è il Comune. Se invece c' è un sindaco che si muove, come a Licata, viene pure sfiduciato».
3.TERREMOTO ISCHIA, CEMENTO E INCHIESTE SULL’ISOLA DOVE NON ESISTE L’ABUSIVISMO DI NECESSITÀ. È SOLO SPECULAZIONE
Antonello Caporale per www.ilfattoquotidiano.it
ischia salvo un bimbo dalle macerie
Ischia paga il dazio dei suoi errori, delle compromissioni legate alla gestione del territorio disseminato di abusi, segnato da inchieste giudiziarie che raccontano gli effetti predatori di una attività compulsiva e collettiva legata al cemento. Le case si sono gonfiate fino a mangiarsi i vigneti, hanno coperto i crinali montuosi, si sono spinte a mare. Più cemento più ricchezza: questa è stata l’equazione indotta da una economia legata al turismo che ha fatto da carburante alla necessità di nuove cubature.
ischia 2010 guerriglia per fermare le demolizioni di case abusive
Tutti hanno cercato di fare, in troppi hanno fatto, a dispetto della legge e contro la legge, inquinando la vita civile dell’isola, producendo numerosi episodi di corruzione e – soprattutto – riducendo spaventosamente i criteri minimi di sicurezza. Ischia infatti conosce bene il terremoto e Casamicciola, la località che paga il prezzo maggiore, ha subito alla fine dell’Ottocento (1883) un terremoto distruttivo (decimo grado della scala Mercalli) che fece 2.313 vittime. Diceva Gramsci che la storia insegna ma ha cattivi scolari. Questo è un caso di scuola.
Nessuno ha tenuto conto della fragilità dell’isola, della sua storia sismica. Non i suoi abitanti, non la sua classe dirigente. Nessuno ha badato al controllo del territorio che anzi è stato oggetto di uno scambio immorale: voti contro cemento oppure soldi contro cemento. E ciascuno si è dato da fare. Diciamolo subito: non esiste sull’isola, ricca delle sue bellezze e dei suoi commerci, nessun abusivismo di necessità. È prevalentemente speculazione. L’albergo si allarga, i clienti raddoppiano, il fatturato quadrupla. Ogni stanza in più, anche in case private, significa oro.
ischia 2010 guerriglia per fermare le demolizioni di case abusive
E così la qualità della edificazione, realizzata spessissimo nella concitazione dell’abuso, è stata molto al di sotto della decenza, la manutenzione e la conservazione nel migliore dei casi ridotte al lumicino. Quindi è bastata una scossa del quarto grado Richter, forte ma non distruttiva, a mietere vittime, a far crollare muri, a distruggere ciò che poteva e doveva resistere. Questo in definitiva è il conto più amaro, il dazio salato che il Mezzogiorno paga alla clientela e alla corruzione.
4.ISCHIA, GUERRIGLIA PER LE CASE ABUSIVE A CASAMICCIOLA (2010)
Da www.ilgiornale.it del 28 gennaio 2010
Ischia - Guerriglia la scorsa notte tra circa 600 persone e la polizia in via Montecito a Casamicciola, uno dei 6 comuni dell’isola di Ischia.
commenti agli articoli sul terremoto di ischia
I poliziotti, giunti anche da Napoli, intorno alle 3 si sono recati in via Montecito per evacuare un piccolo manufatto, di circa 70 mq, all’interno del quale vive una famiglia, costruito abusivamente e quindi da abbattere in base a una sentenza passata in giudicato della magistratura. L’ordine è arrivato dalla V sezione del Tribunale di Napoli e gli agenti prevedendo una reazione della popolazione si sono recati in forze in via Montecito per eseguire il provvedimento.
Ma ben prima di arrivare sul luogo dell’evacuazione la popolazione si era organizzata con delle barricate. All’arrivo della Polizia è scattato l’assalto con lanci di pietre, bottiglie e bastoni. Un vicequestore, inviato da Napoli, è stato ferito alla testa con una bastonata: è stato costretto a ricorrere alle cure ospedaliere, dove la ferita è stata chiusa con due punti di sutura.
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Evacuazione case abusive Una tale mobilitazione della popolazione è spiegata dal fatto che l’evacuazione, non ancora ottenuta, anche se la situazione è in standby, che doveva avvenire la scorsa notte, è la prima di circa 600 che riguarda abitazioni edificate nel corso di decenni abusivamente. Fa notare un poliziotto che "si tratta di una resistenza inutile in quanto i provvedimenti di evacuazione e di successivo abbattimento emessi dalla magistratura sono giunti al termine della celebrazione di tutti i gradi di giudizio".
Sei agenti feriti Sei poliziotti, tra cui il vicequestore, sono rimasti feriti. Nove persone che hanno partecipato alla protesta sono state denunciate per resistenza a pubblico ufficiale, violenza e lesioni.
Barricata Poco prima delle 9 la polizia ha caricato i manifestanti a Fango-Casamicciola, riuscendo ad allontanarli dalla sede stradale. I manifestanti hanno bloccato con una barricata la piccola strada attraverso la quale si accede all’ abitazione da demolire. La zona è presidiata da circa 200 agenti e carabinieri in assetto antisommossa.
Demolizione Tornata la calma la polizia ha potuto scortare gli operai comunali fino alla casa dove è in corso il trasloco da parte degli ormai ex proprietari. Un primo manufatto di ridotte dimensioni è già stato abbattuto. Tra poco dovrebbe toccare all’appartamentino di circa 70 metri quadrati all’interno del quale viveva un piccolo nucleo famigliare.
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