GIAN CARLO DI MARTINO
1 - SOLDI AI CINQUE STELLE IL CONSOLE VENEZUELANO È IL PRIMO INDAGATO Monica Serra per "la Stampa"
C’è già un nome finito nel registro degli indagati. È quello del console del Venezuela a Milano Gian Carlo Di Martino. Sarebbe stato lui, infatti, il presunto intermediario del finanziamento illecito al Movimento Cinque Stelle. E proprio sulla rete degli intermediari si concentrano le indagini dei magistrati, in attesa di sapere se la Spagna darà il via libera all’interrogatorio dell’ex capo degli 007 venezuelani Hugo «El Pollo» Carvajal che, con la sua testimonianza e i documenti che avrebbe in mano, sta già facendo tremare Podemos.
hugo chavez con hugo carvajal
La presunta valigia diplomatica con 3, 5 milioni di euro per finanziare il M5S, secondo quanto ricostruito dall’Abc, sarebbe rimasta nelle mani del console Di Martino, prima di finire in quelle del defunto Gianroberto Casaleggio, «promotore di un movimento di sinistra, rivoluzionario e anticapitalista ». Lo scambio sarebbe avvenuto nel 2010, proprio l’anno in cui, il 12 aprile, Di Martino è arrivato a Milano, dopo essere stato sindaco di Maracaibo, sua città d’origine.
Cinquantasei anni, tuttora in carica, intervistato già a giugno 2020, quando è esploso lo scandalo, Di Martino ha sempre respinto ogni accusa, sostenendo di non aver mai neanche conosciuto i Casaleggio, né Gianroberto, morto nel 2016, né Davide, che ora battaglia a colpi di querele per difendere il nome del padre. L’aggiunto Maurizio Romanelli e il pm Cristiana Roveda in questo fascicolo ipotizzano le accuse di riciclaggio e finanziamento illecito al partito. Ma, da quel che si sa, Di Martino non è nuovo alle aule di giustizia milanesi.
GIAN CARLO DI MARTINO E HUGO CHAVEZ
Due anni fa è finito sotto processo, con un’imputazione coatta del gip, per stalking su due donne: una collega e una dipendente del consolato. Minacce e persecuzioni che si sarebbero scatenate, a leggere la denuncia presentata nel 2017, proprio quando le vittime hanno sollevato dubbi sulla sua gestione delle finanze «attraverso procedure che non rispettavano i protocolli interni ed erano sbagliate». I fatti denunciati risalgono a gennaio 2016. Periodo in cui la collega di Di Martino avrebbe rilevato «profonde irregolarità amministrative che fanno pensare a un’appropriazione indebita dei fondi dello Stato venezuelano ».
Si parla di persone assunte in nero, stipendi elargiti anche a chi di fatto non lavorava, addirittura spese messe a bilancio per una cerimonia mai tenuta, con tanto di fotografi, interpreti e catering per le autorità milanesi.
GIAN CARLO DI MARTINO
«In realtà ho sempre avuto i sospetti che i soldi che arrivavano dal Venezuela venissero destinati ad altre cose di carattere non istituzionale ma prima non ho potuto verificarlo personalmente», ha messo a verbale la collega che all’epoca segnalò le presunte irregolarità al ministero degli Esteri venezuelano, dando il via a indagini amministrative contro Di Martino.
Ma né quelle né il processo penale sembrano aver interferito in alcun modo sulla sua carriera diplomatica. Il console, nel corso delle indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, non sarebbe mai stato interrogato. Sono invece già stati sentiti come persone informate sui fatti alcuni esponenti del M5S, a cui è stato chiesto di ricostruire la natura dei loro rapporti con Maduro e col Venezuela.
2 - MOVIMENTO CHAVISTA
Massimiliano Panarari per "la Stampa"
GIAN CARLO DI MARTINO
Come si dice in questi casi, la giustizia faccia il suo corso. Ma la spy-story che arriva dal Venezuela chavista è l'ennesima picconata alla mitologia pentastellata. Di più, la nemesi finale per l'ex movimento degli Incorruttibili che vinceva urlando nelle piazze «onestà, onestà!» e «uno vale uno» (salvo, dettaglio trascurabile, essere di fatto un partito cesaristico). E, allora, si lascino indagare i giudici, come invocano i 5 Stelle diventati repentinamente alfieri del garantismo prêt-à-porter (e pro domo sua).
Ma la storiaccia c'è tutta proprio sul piano etico, oltre che politico (con lo scambio di amorosi sensi tra il grillismo e un regime autocratico). Così, dalla mancata rendicontazione di certe spese degli eletti si è finiti ai presunti fondi neri dei nemici dell'Occidente. Se la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto, figurarsi il figlio del cofondatore. Trasparenza: e il naufragar m' è dolce in questo oceano Atlantico...
hugo carvajal con nicolas maduro hugo carvajal