Giuseppe Filetto e Marco Preve per “la Repubblica”
roberto ferrazza
È il primo a rilasciare " dichiarazioni spontanee" agli inquirenti nell' inchiesta sul crollo del ponte Morandi. Venerdì pomeriggio, quando già aveva fiutato che da Roma stava per arrivare la revoca ( legata a possibili misure di sicurezza per alleggerire il traffico sul viadotto) del suo incarico di presidente della Commissione ispettiva del Mit, il Provveditore di Piemonte e Liguria Roberto Ferrazza si è presentato in Procura e ha chiesto di essere ricevuto da uno dei pm titolari del fascicolo, Massimo Terrile. Al magistrato ha portato anche diversi documenti.
ROBERTO FERRAZZA 1
Non è l' unica novità nell' inchiesta. Gli investigatori stanno concentrando la loro attenzione su tre nomi, tre manager che rappresentano i crocevia attraverso i quali sono passate informazioni, atti, richieste e comunicazioni sullo stato del viadotto crollato.
Si tratta del numero tre di Autostrade, il direttore delle Operazioni centrali Paolo Berti, poi di Stefano Marigliani direttore del Tronco di Genova e di Michele Donferri Mitelli, capo della Direzione manutenzione investimenti in esercizio che durante le perquisizioni era stato sentito come persona informata sui fatti.
stefano marigliani
Gli accertamenti affidati al Primo Gruppo della Guardia di Finanza di Genova andranno a ritroso nel tempo per diverse ragioni. Prima di tutto per recuperare documenti ufficiali - note, circolari, delibere - e ufficiose - mail, sms, chat interne - riguardanti la vita del viadotto.
QUEL CHE RESTA DEL PONTE MORANDI VISTO DAL QUARTIERE DEL CAMPASSO A GENOVA
Poi per capire chi avesse compiti di controllo e intervento e chi dovesse invece autorizzare eventuali spese richieste. Si verificherà l' intera catena gerarchica fino ai massimi livelli per capire se chi doveva prendere delle decisioni, non solo tecniche ma anche finanziarie, fosse stato correttamente informato delle condizioni del ponte.
paolo berti
Un altro fronte è quello temporale. La Procura vuole capire a quando risalgano le prime consapevolezze, se non del rischio di crollo, perlomeno dello stato di avanzato deterioramento - sottolineato da diversi studi - sia del calcestruzzo che dei cavi di acciaio in esso inglobati.
i meme sui benetton e il crollo del ponte di genova
Molto importante, in questo senso è la figura di Donferri, che nel 1993, in occasione dei lavori di rinforzo ai tiranti della pila 11, nella sua qualità di ingegnere di Autostrade segue non solo i lavori ma addirittura cofirma uno studio che verrà presentato nel 1994 in un convegno sui ponti a Shangai. All' epoca Donferri fissava al 2030 " la condizione limite di degrado", ossia il fine vita del ponte Morandi.
paolo berti 1
Ieri, intanto, la Commissione del Mit, con il nuovo presidente Alfredo Mortellaro, nominato dopo la revoca di Ferrazza, ha incontrato il procuratore capo Francesco Cozzi e l' aggiunto Paolo D' Ovidio e dopo ha effettuato un' ispezione sul luogo del crollo.
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