To Rome With Love di Woody Allen.
Marco Giusti per Dagospia
IL TRAILER DEL FILM DI WOODY ALLEN: http://bit.ly/IDi76P
"Non ero comunista. Non avrei mai potuto dividere il bagno". Daje qualche battuta buona del gia' chiacchieratissimo film romano di Woody Allen, "To Rome With Love" (si naviga tra "orrendo" e "Sembra un film dei Vanzina venuto malissimo") c'e'. Non e' male neanche un "Se sei in contatto con Freud, fatti ridare i miei soldi", detta dallo stesso Woody, gia' produttore musicale avant-garde (suo un Rigoletto con i cantanti vestiti da topi bianchi) alla moglie psicanalista Judy Davis, nel migliore dei tre sketch.
E' poi difficile non apprezzare un film dove Penolepe Cruz fa una mignotta alla Sophia Loren che fa impallidere le performance di Belen, dove il napoletano Sergio Solli recita da pari a pari con Roberto Benigni sul concetto di fama, dove si mischiano Alec Baldwin e Roberto Della Casa, caratterista fisso dei film di Fantozzi, Ellen Page e Maria Rosaria Omaggio, Dolce e Gabbana e Giuliano Gemma in un ruolo da figurante speciale, Alessandra Mastronardi, l'Eva dei Cesaroni e un Riccardo Scamarcio che ruba la scena come ladro d'albergo pugliese, Benigni che assieme a Lisa Sastri e Monica Nappo esce dal cinema Farnese e commenta "La solitudine dei numeri primi".
WOODY ALLEN E JUDY DAVIS WOODY ALLEN E PENELOPE CRUZSì magari sara' un mezzo disastro, non verra' difeso neppure da quelli che hanno apprezzato l'altrettante senile e americanocentrico "Midnight in Paris" (film dell'anno per Tarantino, boh..), comunque dopo un'ora ti stanca, ma si puo' permettere trashate assurde col permesso di Medusa e della stampa, che non sarebbero perdonate ne' ai Vanzina ne' a Veronesi ne' a Brizzi.
L'uso di "ciribiribin" che non si sentiva dagli anni' 50, il finalone con "Volare", le battute su "La fonte meravigliosa", per non parlare del poter disporre di un cast simile per una rivitalizzazione della commedia sexy italiana (Benigni non faceva qualcosa di simile dai tempi di "Letti selvaggi" di Luigi Zampa!).
Tutto questo diventa un ritratto di Roma e degli americani a Roma che nemmeno un regista hollywoodiano del dopoguerra si sarebbe immaginato. Forse George Sherman quando venne invitato nel 1948 a Roma per girare un melo sbagliandosi con Vincent Sherman (e George faceva solo western!). Allen ha capito dell'Italia poco e nulla, un po' di Fellini (un episodio e' totalmente ripreso da "Lo sceicco bianco"), un po' di Loren, qualche commedia anni' 50 che ha visto distrattamente in tv, i ristoranti del centro. Punto. Quel poco che ha capito lo mette in scena qui esattamente come qualche anno fa fece in una serie di spot per la Coop.
WOODY ALLEN E JUDY DAVIS TO ROME WITH LOVE WOODY ALLEN LOCANDINAPer quell'occasione la Coop scritturo' addirittura il filosofo Severino a parlare per un'ora alla Mostra del Cinema di Venezia (nemmeno lui sapeva di cosa stesse parlando, ma l'effetto era pazzesco), qua sono stati scritturati una marea di nostre star che vengono ben inquadrate, ma sicuramente non capite. L'episodio con Allen attore e' divertente, ma ha il respiro di una barzelletta, con il cantante d'opera che canta il "Rigoletto" sotto la doccia. Quello di Benigni e' una buffa favola moralistica sul diventare famosi nel mondo di oggi.
Quello degli sposini ha una grande Penelope Cruz, due buoni attori italiani, Mastronardi e Alessandro Tiberi, ma e' troppo copiato da Fellini, quello con Jesse Eisenberg e Alec Baldwin e' identico a "Provaci ancora Sam". Detto questo, e detto che non funziona del tutto, ci si diverte più a vederlo come stracult che come cinema. In uscita il 23 aprile.