polonia spagna
Carlos Passerini per il "Corriere della Sera"
Due partite, due punti, un solo gol segnato. E ora la Spagna è sull' orlo di una crisi di nervi. Sulla carta il girone E sembrava tutto tranne che impossibile, ma nemmeno il fatto di giocare in casa tre partite su tre sta aiutando la Roja a liberarsi dai suoi fantasmi.
spagna svezia
La situazione è critica, la paura è forte. Vero che nulla è compromesso e che in questo Europeo extralarge è quasi più facile qualificarsi agli ottavi che uscire - passano 16 squadre su 24 - ma per riuscirci è fondamentale battere mercoledì la Slovacchia di Skriniar in quello che è ormai chiaramente uno spareggio.
Serve però un altro spirito, serve un' altra Spagna, perché quella (non) vista contro Svezia e Polonia non andrebbe lontano, non avrebbe molte chance. La rivoluzione di Luis Enrique non sta funzionando: troppe incognite, troppe scommesse, troppi errori. Col passare dei giorni è sempre più evidente che a questa squadra talentuosa ma acerba mancano almeno tre-quattro uomini di esperienza. Uno su tutti, Sergio Ramos.
SERGIO RAMOS SPAGNA
L' ennesima brutta prestazione di Laporte - nazionalizzato in tutta fretta, scatenando polemiche per la procedura velocizzata rispetto alla gente normale - ha dato ragione a chi spingeva per la convocazione dell' ormai ex capitano del Real Madrid, la cui leadeship innata avrebbe senz' altro fatto comodo in un momento come questo. Di positivo c' è che mercoledì rientrerà Busquets, guarito dal Covid.
Ma sono parecchie le scelte discutibili del c.t. asturiano, che col suo dogmatico tiki taka per ora colleziona solo record su record di possesso palla, che non portano punti.
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«Non ci sono giocatori di categoria superiore» ha fatto notare il sempre efficace Jorge Valdano, anche se dietro a questa crisi della Roja emergono chiaramente questioni che vanno ben oltre l' aspetto tecnico. L' atmosfera è incandescente, il quartier generale madrileno di Las Rozas è una polveriera. Quelli di As, generalmente ben informati, assicurano che dentro allo spogliatoio delle Furie Rosse «l' aria è irrespirabile».
luis enrique morata
In realtà è così anche fuori: pubblico e critica non risparmiano attacchi e fischi a una squadra piena zeppa di giocatori poco conosciuti e che di certo - almeno per adesso - non reggono minimamente i paragoni con i fenomeni del glorioso triplete Europeo-Mondiale-Europeo fra 2008 e 2012. Va detto che certe scelte comunicative di alcuni protagonisti non aiutano a distendere il clima: «Dicano quello che vogliano, la verità è che aspettano soltanto che perdiamo per darci addosso» ha sbottato un furioso Morata dopo il pareggio di sabato, nel quale ha segnato sì un gol ma ne ha sbagliato un altro nel finale, un potenziale match point.
luis enrique
«Da spagnolo, non capisco i fischi» ha ribadito Luis Enrique. Ad aggiungere veleno alla già tossica situazione generale è stata però anche la sua polemica sul prato dello stadio di Siviglia, che sta indispettendo gli andalusi: Lucho lo critica praticamente ogni giorno, sostenendo che gobbe e buche danneggino la tecnica sopraffina della sua squadra. Sarà anche vero, ma di sicuro non è granché come operazione simpatia.
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