Cesare Martinetti per ‘La Stampa'
Nella giornata delle due donne in lizza per la Mairie di Parigi, vince la terza signora, la più attesa non tanto per capire a chi andranno i municipi di questo giro elettorale ma per spiare e anticipare cosa passa attraverso la pancia dei francesi in vista delle elezioni europee del 25 maggio. Il risultato è clamoroso: il Front National, il partito maledetto dell'estrema destra francese fino a non molti anni fa, conquista comuni, è in gara nel secondo turno per prenderne altri, è di fatto forza nazionale. Marine Le Pen, figlia del duce Jean-Marie, canta vittoria.
marine le penLa de-demonizzazione della fiamma tricolore si può dare ormai come fatto compiuto. Ora - dicono i suoi colonnelli - parte la nuova offensiva per la conquista del potere. Per il partito socialista di François Hollande la sconfitta è secca, più forte ancora di quanto non fosse prevista. Ora, va detto che nella tradizione francese le prime elezioni che seguono una vittoria presidenziale (Hollande è stato eletto nel 2012) sono negative per il partito al potere. «vote sanction», si dice, voto sanzione o castigo.
È successo a tutti, era largamente previsto anche questa volta tanto più che Hollande ha collezionato una infinita serie di sgradimenti da parte dei francesi. L'ultimo sondaggio lo dava ad appena il 17 per cento, record negativo per un inquilino dell'Eliseo. Ma se possibile il risultato è stato ancora peggiore. Inevitabile una ricaduta del «remaniement» governativo già previsto prima del voto. L'esecutivo guidato da Jean-Marc Airault dovrà cambiare molte facce per apparire nuovo, dal momento che non potrà cambiare di molto la politica, obbligata, come quella di tutti, dalla crisi e dai vincoli.
marine lepenNemmeno a Parigi, città che vale da sola più di una messa elettorale e che generalmente sfugge alle tendenze della Francia profonda, la candidata socialista Anne Hidalgo ha sfondato. Nella notte sembrava in testa Nathalie Kosciusko-Morizet, candidata della destra un tempo gollista, poi chirachiana, infine sarkozista, ora difficile da definire visti i traversi del partito, quell'Ump creato nel 2002 per confermare Chirac all'Eliseo. I sondaggi avevano dato facile vincitrice la Hidalgo, 54 anni, dal 2004 vicesindaco del socialista Delanoé, fedelissima di Hollande.
La sua avversaria, per comodità chiamata semplicemente NKM, per quanto indigeribile a molta destra, snob al punto di essere definita un'esponente di una paradossale «droite-caviar», lontana da quella pancia popolare e populista emersa ultimamente nel movimento «manif-pour-tous» che ha guidato la protesta contro i matrimoni omosessuali, ha evidentemente beneficiato del disastro socialista più che del suo ridotto charme.
RENZI E MERKEL A BERLINOMa il vero senso di queste elezioni è lo sdoganamento definitivo del Front National, il certificato di sfiducia che domina l'elettorato nei confronti dei due grandi partiti tradizionali del bipolarismo francese, socialisti e gollisti. La vittoria di Madame Le Pen è un segnale per l'Europa, un sasso lanciato contro le politiche di Bruxelles, una chiamata alle armi per tutti i nemici di euro, globalizzazione, austerità e di tutto ciò che in Francia come in Italia passa per il rigore della signora Merkel al quale sia Hollande sia i nostri capi di governo appaiono del tutto subalterni.
Beppe Grillo al termine dellincontro con Matteo Renzi b f b fc f ac b e c acNaturalmente non è così, dietro la signora Le Pen, c'è il nulla di slogan rabbiosi ma irrealistici, nulla di gestibile sul mercato della politica europea. È uno stato d'animo, è la disillusione che si fa politica, è la fine di ogni barriera ideologica e di valori, contro gli immigrati, contro l'euro, contro tutto ciò che fa parte del galateo politico europeo. Il problema che questo sentimento che non coltiva più alcuna speranza politica sta diventando relativamente maggioritario. Ad esso bisogna saper rispondere. Un problema per i partiti tradizionali, ma anche un po' per tutti noi.
grillo
RENZI VAN ROMPUY RENZI-HOLLANDEnathalie kosciusko morizet