ITALIA CRAC BUCO
Vittorio Macioce per “il Giornale”
Conte fa tutto da solo. Mancano poche ore alla presentazione in consiglio dei ministri del «decreto liquidità». È la mossa di aprile del governo per rispondere al deserto economico, ai negozi chiusi, alle fabbriche ferme, al turismo fantasma, a chi sta a casa e non lavora, a chi domani si chiede se avrà ancora un lavoro, a chi non ha più soldi per fare la spesa. È la ricerca di soldi per non dover mettere sull' Italia in cartello fallimento.
Gualtieri Conte
L' impressione è che ci si stia muovendo con un certo ritardo. Germania, Francia, Spagna, Stati Uniti stanno già muovendo i soldi per evitare il crack. L' Italia sembra ancora ferma alle buone intenzioni. Il virus qui è arrivato prima, la risposta economica dopo. Conte fa capire che non potevamo permetterci di pensare subito ai soldi, perché la preoccupazione più urgente è sopravvivere. L' Italia sta ancora combattendo contro la morte. Su questo non gli si può certo dare troppo torto. La «ricostruzione» è un tema che il governo fatica ad affrontare. I motivi sono anche politici.
CONTE MERKEL SANCHEZ MACRON
È sera e a distanza c' è un confronto tra Federico D' Inca, ministro per i Rapporti con il Parlamento, i sottosegretari Simona Malpezzi, Gianluca Castaldi, Antonio Misiani e Laura Castelli e i capigruppo di Camera e Senato dei partiti d' opposizione. Più tardi si fa vedere anche Roberto Gualtieri, il ministro dell' Economia.
È un tavolo tecnico sul decreto. Chi la chiama cabina di regia pecca di ottimismo. La realtà è che il confronto è minimo.
I rappresentanti del governo si limitano a raccontare le misure che intendono prendere.
Conte, videoconferenza europea
Non c' è dialogo. L' opposizione fa le sue proposte. La più importante sono i 100 miliardi di garanzie bancarie per piccola impresa, artigiani e commercianti. Si parla anche di reintroduzione dei voucher e di abolizione del minimo contributivo Inps. D' Inca e Gualtieri ne prendono atto e si limitano a dire «vi faremo sapere».
Giuseppe conte e le autocertificazioni – Italian beauty by sciscia/spinoza
Lo spirito di collaborazione che tanto sta a cuore a Mattarella è una finzione. Nessuno in questo momento vuole fare polemiche, ma se si parla con Tajani, Salvini o la Meloni si nota un certo scetticismo. Il decreto, dicono, è pronto, ma di fatto non ci hanno coinvolto. Non c' è stato uno scambio di idee.
Tutto scorre seguendo la linea della pura formalità. Ma per adesso niente polemiche.
Questo ha a che fare con l' atteggiamento di Conte. Il premier, si è capito, non ama lavorare molto con gli altri. Vede ogni confronto come una limitazione, come un tentativo di imbrigliare o sminuire il suo ruolo. Si sente il protagonista di questa stagione tragica e tende a non fidarsi.
GIUSEPPE CONTE NELLA VIGNETTA DI FRANK
Il confronto è con un ristretto gruppo di persone. Non esiste, attenzione, un partito di Conte. Quello che c' è è un gabinetto di guerra del presidente del Consiglio. Il discorso che fa è più o meno questo: la responsabilità è mia e mi assumo il dovere delle scelte. I dubbi, per alleati e avversari, sono sulla capacità dell' ex avvocato del popolo di sostenere un ruolo alla Churchill.
Zingaretti e il Pd non ne sono affatto convinti. Da qui viene la richiesta sempre più pressante di un commissario per la ricostruzione. È una questione di fiducia. Il Pd non ne ha. Renzi ancora di meno. I Cinque Stelle vanno per conto loro e indicano nel reddito di cittadinanza l' unica soluzione. Nessuno però se la sente davvero di cambiare in corsa. Il risultato è che all' interno della maggioranza le frizioni stanno diventando quotidiane.
mattarella visco
Non si segue una strategia. Conte infatti sta sul fronte del palco, ma alla fine non è neppure un decisionista. Gualtieri, più fedele al Pd e all' Europa che al premier, si mostra ancora più cauto. Il risultato è che i decreti economici assomigliano a pezze d' appoggio piuttosto improvvisate.
Questo preoccupa sia il Quirinale sia la Banca d' Italia. Mattarella e Visco da settimane chiedono azioni più incisive.
Ci sarebbe anche l' Europa. Solo che lì la situazione resta in stallo. I tempi sono lunghi e le posizioni distanti. Anche questa volta i nostri difficilmente arriveranno.