Paolo Mastrolilli per ‘La Stampa'
Il presidente Obama incassa il sostegno degli alleati, e forte dell'appoggio ottenuto durante la missione europea alza il tono con Putin. Lo schernisce, quasi, dicendo che «la Russia è una potenza regionale che minaccia i vicini per debolezza», mentre la sua prima preoccupazione geopolitica non sono le provocazioni di Mosca, «ma il rischio che qualcuno faccia esplodere un ordigno nucleare a Manhattan». Se però Putin facesse l'errore di minacciare i confini della Nato, la risposta militare diventerebbe inevitabile, perché «questa è la ragione di vita dell'Alleanza».
MATTEO RENZI AL TAVOLO CON BARROSO VAN ROMPUY HARPER HOLLANDE CAMERON OBAMA MERKEL E SHINZO ABEQuando la missione in Europa era stata concepita, gli obiettivi fondamentali di Washington erano far procedere gli sforzi per la sicurezza nucleare, allontanando il rischio che materiali pericolosi finissero nelle mani dei terroristi; rilanciare il rapporto economico e politico con il Vecchio continente, anche attraverso il nuovo accordo commerciale Ttip; cercare un terreno comune con papa Francesco, a partire dall'interesse reciproco per combattere la diseguaglianza.
La crisi ucraina e l'offensiva di Putin in Crimea hanno trasformato la visita in una missione finalizzata a riforgiare le alleanze americane, con il G7, l'Unione Europea e la Nato, per chiarire a Mosca che le sue aggressioni porteranno solo all'isolamento. L'operazione è riuscita, anche attraverso concessioni su altri temi, come il Transatlantic Trade and Investment Partnership e lo spionaggio della National Security Agency.
Il Ttip ha lo scopo di eliminare le barriere commerciali ancora rimaste fra Europa e Stati Uniti, in media un 3% di tariffe, per un mercato che ha 800 milioni di persone e la metà del prodotto interno lordo mondiale. Il totale degli scambi commerciali e gli investimenti reciproci supera i quattro trilioni di dollari, e l'adozione del nuovo trattato porterebbe subito un vantaggio annuale per le due economie valutato in almeno 100 miliardi di dollari all'anno. Ci sono ancora ostacoli da superare, soprattutto perché le lobby di vari settori, a partire da quello agricolo, alimentare e dell'allevamento, premono per conservare alcune protezioni.
HOLLANDE CAMERON OBAMA MERKEL ALL AJAEppure dopo il quarto round di negoziati, concluso il 14 marzo scorso, è circolata una bozza di dichiarazione da pubblicare alla fine del vertice Ue-Usa di oggi, in cui le due parti si impegnano a rinunciare a quasi tutte le barriere rimaste. Se così fosse, sarebbe una concessione da parte degli americani, che nell'ultimo incontro avevano offerto di eliminare l'88% delle tariffe, contro il 96% proposto dagli europei. Un ammorbidimento, forse dovuto anche al fatto che nel frattempo la priorità del viaggio in Europa era diventata rinsaldare le alleanze, per opporre a Putin un fronte unito.
VLADIMIR PUTIN E ANGELA MERKELUn discorso simile vale anche per la sorveglianza elettronica della Nsa, che aveva urtato soprattutto la cancelliera Merkel, elemento chiave di qualunque politica seria nell'isolamento della Russia.
national security agency tnIeri mattina il «New York Times» ha scritto che Obama vuole terminare la raccolta indiscriminata dei dati negli archivi del governo, e nella conferenza stampa conclusiva del Summit nucleare dell'Aia il capo della Casa Bianca ha promesso che qualunque attività spionistica futura sarà collegata a chiari sospetti di minacce terroristiche o attività criminali.
Naturalmente il recente avvicinamento della Merkel alle posizioni americane sulla linea dura da adottare con Putin nasce soprattutto dalla sua convinzione maturata nelle ultime settimane della inaffidabilità di Vladimir, ma Washington l'ha aiutata, mostrando sensibilità per i problemi che l'avevano urtata.
sede national security agencyAnche le rassicurazioni date agli alleati della Nato più esposti, che verranno confermate nell'incontro di oggi con il segretario generale uscente Rasmussen, vanno in questa direzione. Obama punta ancora sulla soluzione diplomatica e ammette che non sarà possibile sloggiare i russi dalla Crimea con la forza. Se però vuole che un fronte occidentale compatto convinca Putin a non tentare altre avventure, e magari tornare sui propri passi per recuperare un posto da leader responsabile nella comunità internazionale, è necessario che il fronte Nato non mostri alcuna crepa. Il «pivot» verso l'Asia non è tramontato, ma ora è il momento di rinsaldare l'alleanza con l'Europa.