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    PONZELLINI E I SUOI COMPLICI AVREBBERO RICEVUTO, TALVOLTA IN NERO, TAL ALTRA SU SOCIETÀ GESTITE DAL SUO COMMERCIALISTA, LA BELLEZZA DI 10 MILIONI E 631 MILA EURO IN CAMBIO DI FINANZIAMENTI BPM A CLIENTI QUASI MAI SOLVIBILI


     
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    Paolo Colonnello per ‘La Stampa'

    GERONZI PONZELLINI E LIGRESTIGERONZI PONZELLINI E LIGRESTI

    Bancomat degli amici politici, la Bpm durante la gestione dell'ex presidente Massimo Ponzellini, aveva un portfoglio clienti lungo e variegato. Quasi mai «solvibile» ma molto sponsorizzato, in un coacervo di favori e denaro che ha depauperato la banca di decine di milioni di euro: dai finanziamenti alla Visibilia di Daniela Santanchè (2,8 milioni) a quelli per una speculazione su un terreno romano di Generali (62 milioni), passando per la Bialetti, la Binda, la Elle Kappa Real Estate.

    E ovviamente le società del gioco d'azzardo legalizzato: dalla Gmatica alla Atlantis di Gaetano Corallo: 145 milioni di euro. In cambio, il sorridente Ponzellini e i suoi complici, avrebbero ricevuto, talvolta in nero, tal altra su società gestite dal suo commercialista, la bellezza di 10 milioni e 631 mila euro. Lo si legge nell'avviso di conclusione indagini con coi i pm Roberto Pellicano e Maurizio Clerici hanno concluso l'inchiesta sulla gestione allegra della «struttura parallela e deviata verso interessi personali» guidata da Ponzellini, l'amico di tutti.

    TREMONTI E PONZELLINITREMONTI E PONZELLINI

    Gli indagati sono in tutto 17 tra cui, oltre a Ponzellini, figurano il suo braccio destro ma "esterno" alla banca Antonio Cannalire e il titolare dell'Atlantis, Corallo. Ma anche vecchie conoscenze della politica socialista milanese, come Onofrio Amoruso Battista, probiviro Bpm, storicamente legato ai soci sindacalisti, oppure «l'ancora influente» ex consigliere d'amministrazione Giorgio Bianchini Scudellari. I quali insieme a Ponzellini e Cannalire, «individuavano e segnalavano all'associazione, soggetti per lo più privi dei requisiti di affidabilità bancaria, interesati a ottenere credito da Bpm, e si adoperavano per far ottenere loro i finanziamenti richiesti, in cambio di percentuali stabilite sull'ammontare del finanziamento».

    FRANCESCO CORALLO E CANNALIRE aFRANCESCO CORALLO E CANNALIRE a

    Un giochetto semplice, semplice. E' il caso ad esempio della Bialetti (quella delle macchine del caffè) che corrisponde ad Amoruso, secondo le accuse, 400 mila euro in modo da essere favorita nei procedimenti di mantenimento del credito bancario: 8 milioni di euro. O del gruppo Scuteri e di Ippo che promette 900 mila euro alla coppia Amoruso-Scudellari, ne versa 537 mila, e ne ottiene 19 milioni. Oggi il gruppo è considerato dalla banca "in sofferenza". La Binda invece, quelli della pasticceria industriale, pagano 550 mila euro a Ponzellini e Cannaliere e ottengono un finanziamento di 22 milioni di euro (oggi Binda è considerata tra "le partite incagliate" da Bpm).

    DANIELA SANTANCHE DENIS VERDINIDANIELA SANTANCHE DENIS VERDINI

    Non tutti ripagavano con moneta sonante "i favori". Alcuni, evidentemente, avevano altro peso. Ed evitavano le procedure di accertamento sulla parola. E' il caso del Fondo Apple, ad esempio che vedeva quali quotisti le Generali all'85 per cento e ottiene dalla banca 62 milioni per acquistare un terreno a "Tor Pagnotta 2" a Roma senza osservare alcuna procedura e mentre Ponzellini ricopre anche la carica di vice presidente di Ina Assitalia, compagnia assicurativa del gruppo Generali.

    Gaetano Corallo e Nitto Santapaola da enricodigiacomo.orgGaetano Corallo e Nitto Santapaola da enricodigiacomo.org

    Oppure come i 2 milioni e 800 mila euro versati alla Visibilia di Daniela Santanchè nel 2009 «con la consapevolezza di recare pregiudizio alla banca, posto che la società finanziaria era priva di affidabilità bancaria essendo in condizioni di fragilità economica-patrimoniale e in difetto di valide garanzie...».

    AMEDEO LABOCCETTAAMEDEO LABOCCETTA

    Il colpo grosso però spetta alla Atlantis Blus Giocolegale di Corallo, uomo legato ad ambienti di An e nello specifico al parlamentare Amedeo Laboccetta, che tra il 2009 e i 2010 ottiene finanziamenti per 145 milioni «attraverso la falsificazione dei procedimenti valutativi degli organi di Bpm...quindi garantendosi il mantenimento finanziario, politico e istituzionale, con le stesse irregolari modalità» per continuare ad essere concessionario pubblico. Un affare perseguito attraverso un vero e proprio «accordo programmatico di collaborazione» con Ponzellini che gli avrebbe fruttato la somma di circa 6 milioni e 500 mila euro.

     

     

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