FEDERICO CAPURSO per la Stampa
di maio conte
Sono finiti, per i Cinque stelle, i tempi delle scampagnate a Mosca, delle intemerate contro le «dannose» sanzioni alla Russia, delle carezze amorevoli nei confronti di Vladimir Putin. Per Giuseppe Conte, già prima dello scoppio del conflitto in Ucraina, quello doveva essere considerato un capitolo chiuso. Il nuovo corso del Movimento, nei piani dell'ex premier, dovrà invece avere l'ago della bussola orientato verso Washington. «Non abbiamo mai messo in discussione la nostra collocazione euro-atlantica», dice alla Stampa. «E soprattutto - sottolinea - sin dal primo minuto abbiamo condannato fermamente l'aggressione di Putin, ingiustificata e contraria al diritto internazionale».
Quello di guardare a Ovest è un desiderio ancora "fresco". E le svolte politiche, a Washington, hanno un tempo di digestione lento perché possano essere considerate degne di fiducia.
SALVINI PUTIN CONTE DI MAIO
Specie se nei taccuini diplomatici sono annotate l'amicizia di Beppe Grillo con Pechino e la recente battaglia dei Cinque stelle contro l'aumento delle spese militari previsto dagli accordi Nato. Elementi dissonanti, ma Conte rivendica, parlando con i suoi consiglieri, una sua «visione complessa degli scenari geopolitici che si stanno delineando» e che va oltre «l'interpretazione mainstream di un atlantismo di vecchia maniera, che non tiene conto delle nuove sfide e delle nuove insidie». Il punto, però, è come questo "nuovo atlantismo" M5S si declinerà nell'affrontare i dossier politici.
Per il leader M5S l'apertura di un canale con gli Stati Uniti resta comunque decisivo. Ed è centrale, in questo senso, l'accreditamento di interlocutori affidabili nelle file del partito.
conte di maio
L'uomo migliore sarebbe Luigi Di Maio, che da tempo ha posto in cima alla sua agenda la tessitura di un rapporto con gli Usa, ma Conte non riesce a fidarsi di lui. Preferisce, semmai, che lavorino in questa direzione i suoi fedelissimi. Come la vicepresidente grillina Alessandra Todde, viceministra allo Sviluppo economico, che ha iniziato a intrecciare un rapporto con i diplomatici statunitensi. Todde ha vissuto e lavorato per anni negli Usa e questo è il suo biglietto di ingresso.
Ha poi partecipato a iniziative del Centro studi americani a Roma e giovedì mattina figurava tra gli invitati di un evento a porte chiuse dell'ambasciata. Si racconta che anche da lei sia passato il raffreddamento dei rapporti del M5S con Huawei, il colosso tecnologico cinese che punta sullo sviluppo della rete 5G in Italia. E anche questo, naturalmente, viene annotato sui taccuini. I vecchi filorussi del M5S, poi, si sono tutti convertiti o sono stati cacciati. Rimane solo il senatore Vito Petrocelli, sul quale pende però un provvedimento di espulsione. L'ultima pagina da girare, per chiudere davvero il capitolo Mosca.
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