CARLO RATTI
Lorenzo d'Albergo per “la Repubblica - ed. Roma”
È l'uomo degli Expo. L'archistar su cui il Campidoglio punta per convincere il mondo che l'edizione romana sarà green, innovativa, al passo coi tempi. Meglio: una finestra sul futuro della Città Eterna. Ad aprirla, nei piani del comitato promotore di Roma 2030, sarà Carlo Ratti. Professore al Mit, il Massachussetts institute of technology per cui dirige il Senseable city lab, a 51 anni Ratti giovedì tornerà di fatto a casa.
È suo e di Italo Rota il disegno del padiglione Italia a Dubai. L'architetto, inoltre, si sta occupando del masterplan per il post Expo milanese. L'area dell'Esposizione del 2015 diventerà un parco per la scienza, la conoscenza e la tecnologia. Ora, in attesa di novità dal Bureau international des expositions, c'è la sfida di Roma. L'orizzonte è quello di Tor Vergata, delle Vele di Calatrava. Il concetto che guiderà il piano capitolino sarà quello della sostenibilità. E per questo è stato scelto Ratti.
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Tanto per fare un esempio, uno dei suoi progetti per Milano prevede la realizzazione di un giardino coperto, in grado di far convivere in ogni mese dell'anno l'autunno, l'inverno, la primavera e l'estate. Tutto senza consumare energia. È la città intelligente. Lo sarà, chissà, anche Roma. Fin qui Ratti ha solo sfiorato la capitale, sviluppando le sue idee al Nord e all'estero. Ecco il parco Romana e il campus scientifico dell'Unimi a Milano. La fabbrica Mutti e la Greenary di Parma, una residenza realizzata attorno a un albero alto 10 metri.
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Nella sua Torino, città Natale in cui ama far tappa quando non è in giro per il mondo, l'archistar ha disegnato il quartier generale della Fondazione Agnelli e fatto dipingere a una squadra di droni i primi graffiti condivisi, tracciati in base alla creatività di decine di migliaia di persone. Tante le collaborazioni con brand come Eataly, Vibram e Lavazza. Poi, tornando in tema Expo ma spostandosi oltre confine, nella raccolta dei lavori di Ratti spicca il Digital water pavilion dell'Expo internazionale di Saragozza a cui si accede aprendo una cortina d'acqua.
Il progetto, com' era già successo per la ruota di Copenaghen, è stato inserito da Time tra le migliori invenzioni dell'anno. Solo una delle medaglie che Ratti può mostrare. La rivista Esquire lo ha inserito tra gli uomini « più splendenti », Forbes tra i suoi «nomi che dovete che conoscere» e Wired nella lista delle « 50 persone che cambieranno il mondo» Quindi il rapporto con Roma.
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Nel 2006, per la Biennale di Venezia, il suo laboratorio al Mit ha prodotto Real Time Rome, un progetto che aggreggando i dati raccolti dai cellulari, dagli autobus e dai taxi connessi in rete puntava a ricostruire le dinamiche urbane della capitale in tempo reale.
L'installazione si poneva una domanda: facendosi aiutare nelle loro scelte dalla tecnologia, i romani a lungo andare riusciranno a ridurre le inefficienze dei sistemi che scandiscono la loro vita in città e ad aprirsi la strada verso un futuro più sostenibile? A distanza di 16 anni, la risposta è ancora negativa. L'obiettivo è cambiare rotta per il 2030. -
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