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    PERCHÉ A 50 ANNI DI DISTANZA CI RICORDIAMO ANCORA DELLA “STRAGE DI CIELO DRIVE” E DI CHARLES MANSON? – GLI STATI UNITI HANNO CONOSCIUTO SPIETATI SERIAL KILLER, MA GLI OMICIDI DELLA “FAMILY” SONO RIEVOCATI COME I PIÙ EFFERATI DELLA STORIA DEL PAESE – LA RISPOSTA È TUTTA NEGLI ASSASSINI, UN GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA GUIDATI DA UNO SPIANTATO, E NELLE VITTIME, I RICCHI E FAMOSI DI HOLLYWOOD CHE IMPROVVISAMENTE SI SENTIVANO VULNERABILI NELLE LORO CASE – SE A MORIRE FOSSERO STATI…(VIDEO)


     
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    CHARLES MANSON E LA STRAGE DI CIELO DRIVE

     

    Antonello Piroso per “la Verità”

     

    charles manson charles manson

    A partire dal 9 agosto 1969, l' America ha conosciuto una bella galleria di psicopatici serial killer. L' ultimo sarebbe Samuel Little - il «mostro di Reynolds» in Georgia, dove è nato - detenuto a Los Angeles. Viene definito il più prolifico, rivendicando lui 90 omicidi di donne compiuti tra il 1970 e il 2005 (ma gli investigatori gliene accreditano «solo» 34).

     

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    Prima di lui abbiamo conosciuto «il cannibale di Milwaukee», Jeffrey Dahmer, il «cacciatore della notte» Richard Ramirez, «l' assassino del Green River» Gary Leon Ridgway (vittime accertate: 41; lui ha confessato di aver ucciso 71 donne). E poi Theodor Bundy, prima vittima attribuitagli quando aveva 14 anni (soppresse una bambina di 8), Dean Corll, «l' assassinio di massa di Houston», soprannome: Candy Man, 28 ragazzi uccisi, tra i 13 e i 19 anni, John Wayne Gacy , il «Clown killer» di 32 giovani, teen-ager per lo più.

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    Di tutti costoro è possibile voi abbiate sentito vagamente parlare. Ma c' è da scommettere che invece la figura di Charles Manson e dei suoi seguaci, autori di una manciata di crimini nell' estate del 1969 - soprattutto la cosiddetta «strage di Cielo Drive», zona residenziale sulle colline tra Beverly Hills e Bel Air, compiuta nella notte tra l' 8 e il 9 agosto, dove trovarono la morte la moglie del regista Roman Polanski, Sharon Tate, incinta all' ottavo mese, e quattro suoi amici (pare che quella sera ci dovesse esserci perfino il regista Sergio Leone, che si trovava in America per scegliere i costumi per il suo film Giù la testa!, uscito poi nel 1971, ma il nostro si addormentò in albergo per il caldo) - l' avete più presente, è un nome che ricordate, un' immagine - per dir così- più familiare.

    LA CASA DEL MASSACRO DI CHARLES MANSON LA CASA DEL MASSACRO DI CHARLES MANSON

     

    E così siamo subito al nocciolo: perchè quella strage - in realtà i crimini efferati furono due: oltre a quello citato, il gruppo si macchiò dell' omicidio di un imprenditore, Leno LaBianca, e di sua moglie Rosemary - è rimasta sedimentata così a lungo, cinquant' anni, nella memoria collettiva non solo dell' opinione pubblica statunitense?

     

    sharon tate sharon tate

    Certo, in questi giorni aiuta l' uscita dell' ultimo film di Quentin Tarantino C' era una volta a Hollywood, in cui l' eccidio è uno sfondo e una cornice costante (del resto, l' industria del cinema è sempre pronta a vampirizzare i fatti di sangue: si pensi alla storia di Aileen Wuornos, unico caso accertato di serial killer donna, che da prostituta ha ucciso sette suoi clienti uomini: giustiziata nel 2002, l' anno dopo è uscito il film Monster, che ha fatto vincere a Charlize Theron l' Oscar come miglior attrice protagonista).

     

    Ma anche questo è un effetto, che non aiuta a spiegare la causa. Come non basta l' efferatezza degli omicidi: le centinaia di coltellate inferte, tanto da far parlare a sproposito di omicidi «rituali».

    la casa della setta la casa della setta

     

    Più banalmente, da una parte c' è un gruppo di scappati di casa (uomini, ma soprattutto donne) suggestionato da Manson, uno spiantato che voleva diventare una rockstar, e che aveva un' indubbia qualità: saper sfruttare le debolezze altrui, arrivando a esercitare un controllo che non passava attraverso la droga, quanto piuttosto attraverso il sesso ("Fai l' amore con il tuo paparino, baby").

     

    LA CASA DEL MASSACRO DI CHARLES MANSON LA CASA DEL MASSACRO DI CHARLES MANSON

    Dall' altra c' è il jet set hollywoodiano, i «ricchi e famosi» che di colpo si sentono vulnerabili fin dentro le loro case. In altri termini, e più grossolanamente: se a morire fossero stati cinque messicani, in quell' afoso inizio di agosto, non sarebbe importato nulla ad alcuno. Tant' è che ci si ricorda dolorosamente di Cielo Drive e di Sharon Tate, ma si fa più fatica a evocare il duplice omicidio a essi collegato, quello dei coniugi LaBianca, e addirittura quello che li ha preceduti tutti, il 31 luglio, ovvero quello del musicista Gary Hinman, assassinato nello stesso identico modo.

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    Il massacro fece da detonatore alla psicosi, tale da spingere alcune star a presenziare alle esequie delle vittime con tanto di guardie del corpo, come Steve McQueen. Amici di Polanski - gli attori Peter Sellers, Yul Brynner, Warren Beatty - offrirono perfino una ricompensa a chi avesse fornito notizie utili, mettendo una taglia sui killer, manco si fosse tornati ai tempi del Far West.

     

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    Insomma: se a finire fatti a pezzi non fossero stati componenti dell' élite - e di quella più vista: gli appartenenti allo show business - e se al tempo stesso gli autori non fossero stati balordi in cerca di un omicidio «clamoroso» (in grado di scatenare un conflitto etnico tra bianchi e neri, che dovevano essere incolpati dei fatti, vinto dai neri su cui però poi avrebbe governato la «Famiglia» di Manson: e ditemi voi se questa teoria, che era nella zucca del gran capo, non era già sgangherata di suo), non saremmo qui per questo amarcord.

     

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    Invece grazie a quel plurimocidio, l' establishment regolò anche i conti con la controcultura hippie, i figli dei fiori, i pacifisti che si erano opposti alla guerra nel Vietnam. Non per nulla il 3 agosto 1970, a processo in corso, il presidente americano Richard Nixon, mentre si trova a Denver per una conferenza, bollò Manson come «colpevole».

     

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    Intendiamoci: Manson e i suoi meritavano il massimo della pena, pertanto furono condannati a finire sulla sedia elettrica (anche se Manson risultò essere presente solo sulla scena del delitto LaBianca), ma poi la California abolì la pena di morte, e quindi si ritrovarono tutti all' ergastolo. Lui ci mise del suo, trasformando il processo in una sua personale performance, in cui si presentava alternativamente come la reincarnazione di Satana o di Gesù Cristo, e guadagnandosi una fama imperitura.

    MARILYN MANSON MARILYN MANSON

     

    Anche perché di lì a poco una sua seguace, Lynette «Squeaky» Fromme, non coinvolta nei processi, fu condannata a 34 anni di carcere per aver tentato di uccidere nel 1975 il presidente Gerald Ford, subentrato al dimissionario (causa Watergate) Nixon.

     

    Il resto è frutto della mitologia pop. Manson su tazze e magliette vendute su Amazon, come il divo rock che avrebbe voluto essere. Il suo cognome che viene adottato da un cantante, Brian Hugh Warner, che si ribattezza Marilyn Manson per omaggiare quelle che evidentemente ritiene due icone della storia a stelle e strisce: l' attrice Marilyn Monroe e l' incarnazione del Male Assoluto.

    sharon tate e roman polanski sharon tate e roman polanski

     

    Perfino nel film del '94 Natural born killers di Oliver Stone, quando l' assassino chiede se la puntata del programma tv con lui protagonista ha fatto più ascolto di quella con Manson, il giornalista è costretto a rivelargli la verità: «Purtroppo no», e lui: «Be', certo, è difficile battere il Re».

     

    manson family e le loro vittime manson family e le loro vittime

    Nel novembre scorso, poi, a un' asta l' abito da sposa che Sharon Tate indossava il 20 gennaio 1968, giorno del matrimonio con Polanski, è stato battuto all' asta per 56.250 dollari. L' acquirente è rimasto anonimo. Manson è morto in galera nel novembre 2017.

    charlses manson e la sua family charlses manson e la sua family

     

    Così come probabilmente succederà a Leslie Van Houten, che aveva 19 anni quando pugnalò per 14 volte la signora LaBianca (non era invece nella villa di Cielo Drive), e che, condannata definitivamente all' ergastolo nel 1978, ha da allora chiesto per 22 volte la libertà vigilata.

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    Inutilmente.

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