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    SCIANDO TRA I VELENI - CARATTERE, VELENI E INVIDIE: ECCO PERCHÉ BRIGNONE E GOGGIA NON SI SOPPORTANO. QUANDO SOFIA ARRIVO’ IN CINA, LA RISPOSTA DI FEDERICA FU STIZZITA: “L'HAI VISTA? NO, ERO IN PISTA” - UN RAPPORTO AD ALTA TENSIONE INCENDIATO DALLA PAROLE DELLA MAMMA DELLA BRIGNONE (CHE SERVONO SOLO A FAR PASSARE IN SECONDO PIANO I RISULTATI DI FEDERICA)


     
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    Daniela Cotto per lastampa.it

     

    BRIGNONE GOGGIA QUARIO BRIGNONE GOGGIA QUARIO

    Non deve essere facile per Federica Brignone avere una mamma ex campionessa di sci e giornalista sportiva. Perché lei ha vissuto le dinamiche e le emozioni della Coppa del mondo e delle Olimpiadi prima di te, ha gioito e sofferto come te. E, per quei meccanismi di amore che si instaurano tra genitore e figlia con un cordone ombelicale mai reciso, le sensazioni vengono tramandate. Come per osmosi. Spesso le energie negative mandano in tilt entrambe. Il corto circuito è successo ieri.

     

    Quando Maria Rosa Quario, mamma della Brignone, dopo l'argento di Federica in gigante e dopo quello della Goggia in discesa, ha dichiarato a Radio Capital: «Sofia è molto egocentrica, ha una determinazione impressionante ma il suo infortunio non era così grave perché è tornata dopo 23 giorni.

     

    goggia goggia

     

    E se uno si rompe una gamba non credo che possa tornare in pista dopo 23 giorni». Boom. Di più: «Sofia si vede molto al centro dell'attenzione, si piace, si loda tanto e gode. Cerca attenzione da morire. Federica invece è timida e non le importa piacere alla gente». Gran finale: «Sofia e Federica non sono mai state amiche, non si sono mai prese. Goggia ultimamente ha detto che sono amiche, ma non è vero!».

     

     

    Ecco, il punto. Non è necessario essere amiche per convivere in squadra. Lo sport si nutre di rivalità, di sangue, e le due regine dello sci italiano si sono conosciute, frequentate (solo in pista), tollerate e poi «lasciate». Ma la loro rivalità è stata fondamentale perché ha portato in alto entrambe.

     

    Hanno caratteri opposti. Federica ha vinto la Coppa del mondo generale, unica italiana a riuscirci, un argento mondiale e due medaglie olimpica. É forte, ha una tecnica sopraffina, ma non buca il video. Istintiva, patisce tuttavia i cali di tensione e fatica a gestire la pressione. Come successe l’anno scorso ai Mondiali di Cortina, quando Marta Bassino vinse l’oro nel gigante parallelo e lei andò in tilt.

     

    BRIGNONE MARIA ROSA QUARIO 11 BRIGNONE MARIA ROSA QUARIO 11

    Sofia Goggia viaggia su estremi opposti, non potrebbe essere più diversa. Olimpionica di discesa in Corea, domina il palcoscenico e ha la comunicazione nel sangue. Legge, suona il pianoforte e si butta già a oltre 100 chilometri all’ora. Il 23 gennaio è caduta nel supergigante di Cortina, per i Giochi sembrava finita, ma un recupero lampo l’ha portata in Cina. «Hai visto che è arrivata Sofia?», «No, ero in pista» la risposta stizzita di Federica quel giorno. Poi l’argento di Goggia in discesa: un’impresa sportiva e umana che, nel parterre di Yanqing, ha commosso tutti e a parità di medaglie ha oscurato il secondo posto di Fede nel gigante.

     

    BRIGNONE E LA MAMMA BRIGNONE E LA MAMMA

     

     

    Due campionesse, rivali e diverse accomunate da una profonda passione per lo sci che le spinge a sopportare allenamenti da fachiro. In pista ci vanno con il cuore. Amiche? No, non lo sono, non potranno mai esserlo, perché è nella natura dello sport. Quando c’è in palio una medaglia sono una contro l’altra, ma sempre con rispetto. Sofia ha imparato un po’ di gigante da Federica, che è stata affascinata dall’apertura mentale della bergamasca. Adesso vivono da separate in casa e si allenano insieme solo in velocità per problemi organizzativi. Ormai sono giovani donne che hanno preso in mano le redini del loro destino.

     

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    La Brignone ha trovato pace allenandosi con il fratello Davide e la Goggia è entrata nella dimensione internazionale di un’olimpionica. Sulle orme della Vonn, di cui è grande amica: con uno sponsor che le mette a disposizione il fisioterapista per 15 giorni e l’elicottero per gli spostamenti. Ognuna ha preso le misure all’altra, come si fa con la vicina di scrivania che ti sta antipatica. È la vita e, come ripete sempre il coach Gianluca Rulfi a Sofia, «lavora e fatti gli affari tuoi». Sante parole. Ma in tutto questo cosa c’entra Maria Rosa Quario? Proprio nulla se non far passare in secondo piano i risultati di Federica.

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