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    NON È SOLO UNA QUESTIONE DI ETICHETTA – LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE UE DI AGGIUNGERE ALLA DATA DI SCADENZA DEGLI ALIMENTI LA NUOVA DICITURA “SPESSO BUONO OLTRE” È UNA MOSSA PER LIMITARE GLI SPRECHI – SECONDO LA FAO, OLTRE UN TERZO DEI CIBI PRODOTTI AL MONDO VA PERSO. E SOLO IN ITALIA LO SPRECO ALIMENTARE DOMESTICO CI COSTA 9,2 MILIARDI L'ANNO – LA PROFESSORESSA DI IGIENE, PATRIZIA LAURENTI: “NON TUTTI CONOSCONO LA DIFFERENZA TRA DATA DI SCADENZA TASSATIVA E TERMINE MINIMO DI CONSERVAZIONE…”


     
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    Estratto dell'articolo di Graziella Melina per “Il Messaggero”

     

    etichetta con la data di scadena del cibo 1 etichetta con la data di scadena del cibo 1

    […] Nonostante la crisi economica e le difficoltà comuni a molte famiglie, il fenomeno dello spreco alimentare continua ad allarmare le autorità europee: per porre un limite agli sprechi la Commissione ha così proposto di rendere ancora più chiara la data di scadenza degli alimenti, aggiungendo una nuova dicitura: "Spesso buono oltre".

     

    […]

     

    «Non tutti conoscono la differenza tra data di scadenza tassativa e termine minimo di conservazione – spiega Patrizia Laurenti, professore di Igiene dell'Università Cattolica di Roma Mentre nel primo caso il prodotto non andrebbe consumato perché potenzialmente rischioso soprattutto per le persone più fragili dal punto di vista dello stato di salute, la seconda indicazione si applica invece ai prodotti non deperibili: consumarli dopo la data di scadenza non espone ad alcun rischio per la salute ma solo a una perdita di gusto, di friabilità e croccantezza».

     

    etichetta con la data di scadena del cibo 4 etichetta con la data di scadena del cibo 4

    […]  Secondo la Fao oltre un terzo degli alimenti prodotti al mondo va perso; e volendo fare i conti in tasca ai consumatori italiani, stando ai dati dell'Osservatorio internazionale di Waste Watcher-Spreco Zero, lo spreco alimentare domestico, quantificato in 674,2 grammi pro capite, ci costa annualmente 9,2 miliardi.

     

    «Non dimentichiamo che in Italia – ricorda Laurenti –  esiste la cosiddetta legge antispreco, la 166 del 2016, che permette il recupero di alimenti identificati dal termine minimo di conservazione. Vuol dire che il cibo non consumato può essere dato alle associazioni benefiche che poi si impegnano a redistribuirlo. E questo è fondamentale perché gli sprechi alimentari nel nostro paese sono devastanti. Spesso non sappiamo leggere le etichette e poi comunque ci piace fare scorte eccessive, come abbiamo già osservato durante la pandemia».

     

    etichetta con la data di scadena del cibo 3 etichetta con la data di scadena del cibo 3

    Altro elemento che può aiutare è poi la corretta conservazione, come raccomanda lo stesso ministero della Salute, verificando quanto indicato nell'etichetta presente sulla confezione. «I prodotti che hanno il termine minimo di conservazione - precisa Laurenti - sono conservabili a temperatura ambiente, quindi non hanno bisogno della temperatura del frigorifero a garanzia della loro sicurezza soprattutto microbiologica. Sono alimenti cioè non deperibili, come per esempio i prodotti da forno». […]

     

     

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