Ray Connolly per Daily Mail
estratto dal libro “The Ray Connolly Beatles Archive”, edito da “Plumray Books”.
TRAILER “EIGHT DAYS A WEEK”
In Canada John Lennon mi avvisò che aveva lasciato i Beatles. Stavamo a casa del rocker Ronnie Hawkins, nella stanza che ospitava John e Yoko, e lui mi disse sorridendo del suo piano di distruggere l’attrazione musicale più grande del mondo. Disse «Ho lasciato i Beatles»e continuò ad asciugarsi il capelli con l’asciugamano.
il critico musicale ray connolly
Ero senza parole. La band dominava il pop, “Abbey Road” era in cima alle classifiche mondiali. Perché mai avrebbe dovuto mollarli? Non aveva senso. Da giornalisti capii che era la notizia bomba più grande che potessi dare, ma John mi chiese di non dirlo a nessuno: «Ti avviserò io quando potrai scriverlo. Allen Klein (manager di allora) non vuole renderlo pubblico prima che esca il film “Let It Be”».
Speravo davvero cambiasse idea sullo scioglimento, perché, prima che giornalista, ero un fan. Paul McCartney sperava lo stesso. Sapevo dei loro problemi, frequentavo il quartier generale a Londra e poche settimane prima avevo sentito le porte sbattere, gente che saliva e scendeva, insomma una riunione finita male. Lo spirito cameratesco sembrava morto e lo scrissi sull’”Evening Standard”, sperando in una rettifica della Apple.
john lennon e paul mccartney in conferenza
Non arrivò. Anzi ricevetti una rosa bianca in una scatola trasparente con il messaggio: «Con amore John e Yoko». Significava che ero sulla strada giusta, non avevo sbagliato. A quel punto raggiunsi la coppia in Canada e John mi parlò di quella riunione in cui Paul suggeriva, visto che non si andava più d’accordo, di tornare a suonare nei locali piccoli. Lennon rispose: «Sei sordo, Paul. Sto lasciando i The Beatles. Voglio il divorzio».
john e yoko a new york
Mantenni la promessa e non scrissi niente. Mi chiedevo se John non avesse messo in conto che, in quanto giornalista, avrei subito diffuso lo scoop. Forse voleva che rendessi pubblica la sua decisione. Ma io non volevo tradire il patto né accettare il divorzio. Nessuno voleva, tranne lui e Yoko. Non poteva esistere miglior partner musicale di McCartney.
beatles
Fu un altro giornale a rompere l’embargo, titolando: «Paul lascia i Beatles». Era uscito con il debutto solista in concomitanza del singolo “Let It Be” e diventò l’uomo più odiato della storia. Colui che aveva tenuto insieme il gruppo, il più grande fan dei Beatles, aveva deciso di distruggerli.
John non fu affatto felice per l’annuncio. Al telefono mi disse: «Perché diavolo non sei uscito con la notizia quando sei venuto in Canada?», risposi: «Mi hai chiesto di non farlo», «Be’ sei tu il giornalista Connolly, non io». Con John non riuscivi ad averla vinta.
beatles archive cover
Due settimane dopo, Paul volle che lo intervistassi a pranzo. Con lui c’era la moglie Linda. Era tacciato di tradimento e voleva dare la sua versione dei fatti, raccontare le incomprensioni che avevano spezzato l’idillio: prima se ne era andato Ringo Starr, che poi era tornato.
Era stata la volta di George Harrison, deluso perché le canzoni non avevano il rispetto che meritavano, e anche lui era tornato. Infine John aveva chiesto di essere libero. L’unico che non aveva minacciato di andarsene era Paul.
Le difficoltà lui ce le aveva soprattutto con Lennon, perché ora accanto a lui c’era sempre Yoko e la cosa era creativamente scomoda. Non riuscivano nemmeno più a cantare insieme le parti di armonia, quando c’era lei. Inoltre, non andavano d’accordo sul management. Paul voleva alla guida il padre di Linda, gli altri Allen Klein, di cui Paul non si fidava.
BEATLES 8
Paul era furioso perché John aveva chiesto a Phil Spector di remixare “Let It Be” e aveva aggiunto un coro femminile su “The Long And Winding Road”, senza il suo permesso. John invece ringraziava Spector per aver aggiustato “la peggiore session della terra”.
I Beatles si separarono. Diciotto mesi dopo John e Yoko mi chiesero di contattare Paul per conto loro. John non voleva farlo tramite Apple o avvocati e non poteva chiamare direttamente perché si sarebbero urlati addosso. Dovevano parlare di affari che li riguardavano. Non riuscii a contattare Paul e suo padre mi disse che ormai non c’era niente da fare o da recuperare.
BEATLES 5
Perché si separarono? Per tutte le ragioni elencate ma soprattutto perché erano esausti, fisicamente e mentalmente: 12 album, 21 singoli, 250 canzoni scritte e registrate in sette anni. E poi l’isteria di massa durante i tour, il peso della responsabilità in quanto icone culturali. Le loro giornate impossibili sono raccontate nel documentario di Ron Howard “The Beatles: Eight Days A Week”.
beatles foto di terry oneill pausa alla emi abbey road ultimo album in studio dei beatles BEATLES LIVE AT THE HOLLYWOOD BOWL
Dal 1963 al 1966 sono passati da ragazzi uniti e gioiosi a icone infelici. Avevano 30 anni e ne dimostravano 40. Ma forse l’atto di divorzio fu volontario e servì a congelare i Beatles nel tempo, così non potranno mai deluderci.