erwin schrodinger
1 – IL MIAO DELLA FISICA
Piero Martin per “la Stampa”
Se il cane è il miglior amico dell'uomo, il gatto è quello dei fisici. I nostri amici a quattro zampe sono infatti dei laboratori ambulanti. A venticinque anni dal primo articolo scientifico scritto da un gatto e a ottantacinque da quando un rappresentante della specie ha rischiato una delle sue sette vite per gettare luce sulla meccanica quantistica, sfogliamo alcune pagine di un ipotetico manuale di fisica felina. Il nostro libro non può che aprirsi con il più celebre tra i gatti «scienziati»: quello di Schrödinger.
Il Nobel per la fisica nel 1933 gli chiese aiuto per un esperimento - per fortuna del felino solo mentale - che illustrava situazioni di indeterminazione nell'allora neonata meccanica quantistica ed interveniva in un acceso dibattito che appassionava lo stesso Einstein. Incidentalmente si dice che Schrödinger non possedesse un gatto, ma un cane.
gatto di schroedinger
Che sia questo il motivo per cui nella scatola col veleno c'è finito il gatto? La vicenda del gatto quantistico, che poteva essere contemporaneamente vivo o morto, non solo ha poi ispirato serissimi esperimenti reali di fisica quantistica (senza gatti!), ma ha addirittura oltrepassato i confini dell'accademia fino a diventare icona pop ed essere ripresa in libri, film, giochi di carte e videogiochi.
Pur non raggiungendo le stesse vette di celebrità anche il felino Chester si è guadagnato un posto nella letteratura scientifica. Letteralmente. Giusto un quarto di secolo fa è stato infatti autore di uno storico articolo in Physics Review Letter, rivista americana da sempre meta ambita dei fisici (Phys. Rev. Lett. v. 35, p.1442, 1975 è la citazione). Jack Hetherington, il suo padrone, era professore alla Michigan State University e aveva dattilografato un articolo dedicato all'atomo di Elio.
gatto che cade in piedi 5
Accortosi di aver usato nel testo il pluralis maiestatis, cosa non contemplata dalle rigide regole stilistiche della rivista dato che l'articolo aveva un solo autore, per evitare di spendere ore a dattiloscrivere nuovamente il tutto (all'epoca non esisteva il «Taglia e Incolla»), corresse solo il frontespizio aggiungendo il nome di un secondo autore il suo gatto Chester. Per non rendere la cosa troppo evidente lo ribattezzò F.D.C. Willard, ovvero Felix Domesticus Chester Willard, dove Willard era il nome del padre di Chester. Anche l'austera American Physical Society ha ripreso l'aneddoto in un comunicato stampa - guarda caso il 1 aprile 2014 - per dire che tutti gli articoli scientifici con autori gatti sarebbero stati liberamente disponibili sul suo sito web.
nikola tesla con gatto e piccioni
La prestigiosa società scientifica americana, che conta 54000 membri, non è nuova a scherzose interazioni col mondo miagolante. Nel 2001 ha pubblicato una parodia intitolata «fisica felina» dove alcune leggi fondamentali vengono «adattate» ai quattro zampe. Ad esempio il principio di inerzia galileiano, che viene così riformulato: «Un gatto in quiete tenderà a rimanere in quiete a meno che su di esso non agisca qualche forza esterna, come l'apertura di una scatoletta di cibo o il veloce passaggio di un topo nei dintorni».
Chi possiede un gatto sa di cosa parlo. Rimanendo in tema di meccanica classica va citato uno dei problemi sui quali i fisici si confrontano (seriamente): come fa un gatto in caduta libera da qualsivoglia posizione ad atterrare sempre sulle quattro zampe senza violare leggi fondamentali?
La teoria di questa nota abilità è ancora oggetto di pubblicazioni: una tra le più recenti è apparsa nel 2018 nello European Journal of Physics per mano di due ricercatori dell'Istituto Reale di Tecnologia di Stoccolma. Se la caduta dei gravi ispirò Galileo, quella dei gatti incuriosì anche Maxwell, fisico scozzese dell'800 che però è passato alla storia per il suo fondamentale contributo all'elettromagnetismo.
gatto che cade in piedi 6
Disciplina in merito alla quale il gatto è un vero e proprio laboratorio semovente (o forse più spesso dormiente?). Basti pensare all'effetto triboelettrico, ovvero quel processo nel quale un oggetto accumula carica elettrica per strofinio (tribein in greco antico significa appunto strofinare) e può in seguito rilasciarla attraverso una piccola scarica.
Un'esperienza che ci sarà senz' altro capitata quando si accarezza un gatto in una giornata secca: la sua pelliccia si carica facilmente e son scintille. Scintille feline che pare abbiano ispirato addirittura Nikola Tesla nei suoi studi sull'elettricità. In un racconto il geniale inventore descrive infatti il suo stupore nell'osservare l'elettricità statica in Maak, il gatto di famiglia (Maak in serbo significa proprio gatto).
il gatto emana scintille
Dalla fisica quantistica a quella classica il fascino felino ha lasciato il segno. Anche la «big physics» non ne è indenne: Hello Kitty, il famoso personaggio dei cartoni - che in realtà pare non sia un gatto pur avendone le sembianze - è addirittura entrato nella comunicazione dell'International Linear Collider, un grande acceleratore di particelle che potrebbe essere costruito in Giappone. Insomma d'ora in avanti guardiamo con occhio diverso ai seicento milioni di gatti nel mondo: ciascuno di loro potrebbe un domani ispirare un Nobel!
2 – CHIESA GATTOLICA, LA NUMERO UNO NEL MONDO
Alberto Mattioli per “la Stampa”
alberto mattioli il gattolico praticante
Ma perché limitarsi alla scienza? L’effetto del gatto è benefico in ogni campo dello scibile umano. Infatti il gatto piace alla gente che piace. Gattolici credenti e praticanti sono stati uomini politici (il cardinale di Richelieu, Churchill) e sant’uomini (Benedetto XVI, ma anche il suo predecessore Leone XII dava udienza tenendo in grembo Micetto, che alla sua morte fu adottato dall’ambasciatore di Francia a Roma, il quale era niente meno che Chateaubriand, è tutto nei Mémoires d’outre tombe), scrittori, poeti, artisti, musicisti, commediografi, attori (solo quelli non cani, però).
Troppi per elencarli tutti, troppo illustri per non pensare che dietro ogni grande uomo ci sia un gatto, il quale è grande per definizione. Il gatto suscita l’ispirazione e aiuta la concentrazione. Stimola la fantasia e rende fantastica la realtà. Il tempo con lui è il tempo sospeso del sogno, della rêverie, dell’immaginazione. È un tempo senza tempo e, insieme, il tempo speso meglio.
«La tua schiena accondiscende la carezza lenta della mia mano. Hai accolto, da quella eternità che è già oblio, l’amore di una mano timorosa. Sei in un altro tempo. Sei il padrone di un abito chiuso come un sogno», scrive Borges al suo gatto, anzi al gatto di cui era l’umano. Pierre Loti fece battezzare i suoi.
CICCIO IL GATTO DI VITTORIO FELTRI
Noi, poveri bipedi limitati, dal gatto possiamo solo imparare, perderci in quelle pupille che sono la porta d’ingresso all’eternità, e dietro le quali è impossibile, o forse empio, non pensare che ci sia un’anima. «Il più piccolo dei felini, il gatto, è un capolavoro», diceva qualcuno che di capolavori s’intendeva: Leonardo da Vinci.
gatto che cade in piedi3 gatto di schroedinger 1 gatto che cade in piedi 1 alberto mattioli con gatto gatto che cade in piedi il volo del gatto 5 il volo del gatto 6 la gabbianella e il gatto il volo del gatto 9 il volo del gatto 16 il volo del gatto 8 il volo del gatto 13 il volo del gatto 7 il volo del gatto 12 UOMO CON GATTO gatto in prigione 6 gatto in prigione 4 ka pwong prima della cura a base di curcuma ka pwong il gatto giallo come pikachu gatto che cade in piedi 2 ka pwong prima e dopo la cura a base di curcuma