A historic shot for @stephencurry30. pic.twitter.com/93iqFKJ9LN
— NBA on TNT (@NBAonTNT) December 15, 2021
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1. OKLAHOMA CITY THUNDER-NEW ORLEANS PELICANS 110-113
Estratto dell’articolo da sport.sky.it
Il finale più rocambolesco della stagione NBA (almeno finora) regala ai Pelicans una vittoria sofferta grazie al canestro da distanza enorme - da oltre 18 metri - di Devonte’ Graham che alla disperata risponde con la preghiera finale alla tripla del pareggio mandata a bersaglio da Shai Gilgeous-Alexander a 2.3 secondi dalla sirena. “Sinceramente non ho preso la mira: l’ho lasciata andare ed è finita dentro per fortuna”
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2. CURRY ENTRA NELLA STORIA: 2.974 TRIPLE
Giacomo Rossetti per il Messaggero
Come lui, nessuno mai. Che Steph Curry fosse il più grande tiratore da tre di sempre della storia Nba, era fuori discussione. Ma nello sport sono (anche) i numeri a sancire la gloria imperitura, e fino alla sera americana del 14 dicembre il re dei tiri oltre l'arco era ancora Ray Allen, con 2973.
E allora serviva un palcoscenico speciale per suggellare il sorpasso da parte di Steph, secondo in classifica: il Madison Square Garden, che una volta tanto non ha tifato per i New York Knicks bensì per quel ragazzo con la canotta numero 30 dei Golden State Warriors. La prima tripla arrivò contro i Phoenix Suns, nel 2009. Una vita fa: LeBron non aveva ancora preso The decision', Kobe si preparava a vendicarsi dei Celtics nelle Finals.
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Nel mondo Osama Bin Laden era ancora vivo e Instagram non esisteva. Nel draft 2009 Steph era stato chiamato alla settima scelta, e fa sorridere pensare che i Minnesota Timberwolves gli preferirono tale Jonny Flynn (chi era costui?) alla sesta. Tra i tantissimi canestri da tre, scegliere il più bello è complicato. I fan più sfegatati non hanno dubbi: quello da metà campo contro Okc del 27 febbraio 2016 - con 0.6 secondi rimasti - rimane la sua Gioconda.
Tra cinquant' anni, chi ama il basket studierà ancora la capacità innaturale di Curry di centrare il canestro a dieci metri di distanza e il tempismo del suo rilascio che in pochissimi sanno contrastare. L'aspetto sorprendente di Steph però è che lui non è solo un divino tiratore da tre.
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La sua intelligenza senza palla, il suo ball-handling, il suo essere sempre al servizio della squadra senza mai eccedere in protagonismi (e qui si vede la mano del suo coach e mentore Steve Kerr), sono doti che gli hanno fatto conquistare in anticipo un posto nella Hall of Fame. Tre volte campione Nba, due volte Mvp, due volte scoring leader. Se si ama la pallacanestro, non si può non amare Stephen Wardell Curry.
Ed è bello vedere, nell'istantanea scattata prima che la palla rilasciata dal leader degli Warriors intraprenda la sua discesa verso la retina, i volti in tribuna di Ray Allen e Reggie Miller.
In quegli occhi sgranati e in quelle loro bocche semiaperte c'è l'emozione di due ex campioni (rispettivamente numero due e numero tre Nba per triple segnate in carriera) che desiderano solamente esultare col resto del Garden per una tripla storica, numero 2974. Ah, poi Curry ne ha messe altre tre
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