1 – È STATO LO ZIO DI SAMAN A ROMPERE L'OMERTÀ "CONVINTO DA UN IMAM"
Estratto dell'articolo di Giuseppe Baldessarro per “la Repubblica”
LA MORTA DI SAMAN ABBAS - IL RITROVAMENTO DI RESTI UMANI A NOVELLARA
Venerdì ha guidato i carabinieri attraverso i ruderi dell'ex latteria di Novellara fino a una stanza stretta. All'arrivo ha indicato verso la base di un muro per dire: «È lì». È stato Danish Hasnain, lo zio di Saman, accusato di essere l'esecutore materiale del suo omicidio a rivelare il luogo in cui la ragazza è stata seppellita la notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021. I militari hanno così iniziato a scavare e quando i badili si sono impuntati nel telo che avvolgeva il corpo si sono fermati. Sabato mattina lo scavo è andato avanti fino a far riaffiorare la forma dei piedi, delle ginocchia e dei gomiti.
Danish Hasnain
Gli investigatori sono certi che si tratti della 18enne pakistana uccisa per aver rifiutato un matrimonio combinato, ma per avere la conferma ci vorrà l'analisi del Dna. Cosa abbia spinto l'uomo a rivelare la sepoltura a 500 metri dalla casa degli Abbas non è chiaro. Dall'inchiesta emerge che lo zio, i cugini (Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq) e i genitori (Shabbar Abbas e Nazia Shaheen), tutti accusati dell'omicidio, avevano «giurato sul Corano di non parlare mai del delitto».
Lo aveva detto il cugino Ijaz a un compagno di cella che poi lo ha riferito ai magistrati. Eppure, se Hasnain ha infranto il giuramento, qualcosa deve essere cambiato. Alcune fonti dicono che sarebbe stato convinto da un'autorità religiosa dell'Islam, forse un imam, che avrebbe incontrato in carcere. Altre affermano che lo avrebbe fatto solo per ottenere qualche sconto di pena di fronte alla prospettiva di un ergastolo.
Le prove contro di lui sono tante e, secondo il fratello minorenne di Saman (testimone chiave dell'accusa), sarebbe stato lo zio a strangolare Saman, per poi nasconderne il corpo aiutato dai cugini. C'è inoltre una chat in cui, dopo il delitto, Hasnain ha scritto a una donna: «Abbiamo fatto un lavoro fatto bene». [...]
novellara le ricerche dopo la scomparsa di saman abbas 3
Per avere certezza che si tratti del corpo di Saman ci vorranno alcuni giorni. I resti potranno essere riesumati e analizzati solo con un incidente probatorio per il quale i cinque imputati possono nominare propri consulenti da affiancare a quelli dei magistrati. Un atto che va notificato anche a Shabar Abbas, il padre di Saman, attualmente detenuto a Islamabad. Soltanto dopo, i resti potranno essere disseppelliti per stabilire l'identità e le cause della morte. [....]
2 – QUANDO IL PADRE DISSE: «GIURAMMO SUL CORANO, CHI DI VOI HA TRADITO?»
A. Full. Per il “Corriere della Sera”
novellara le ricerche dopo la scomparsa di saman abbas 1
«Avevamo giurato sul Corano... Ma chi ha parlato? Chi è quel figlio di un cane che ha parlato?...». Ore 15.32 del 6 giugno 2021. Shabbar Abbas, il padre di Saman, viene intercettato al telefono mentre discute animatamente, minacciandolo, con il fratellastro rimasto a Novellara, Zaman Fahkar. Una telefonata tra urla e insulti. Sui media italiani la notizia dell'indagine sulla scomparsa della figlia è raccontata con puntiglio. Per questo Shabbar ha già ben chiaro che, pur stando nel suo nascondiglio nella regione pachistana del Punjab dove si è rintanato dopo la fuga da Malpensa poche ore dopo il delitto, è un uomo braccato.
Parte della conversazione era nota, contenuta in un «brogliaccio» dei carabinieri, ma ora emergono nuovi particolari grazie alla puntigliosa traduzione dell'audio fatta fare dall'avvocato Riziero Angeletti che tutela l'Ucoii (Unione delle comunità islamiche d'Italia), parte civile nel processo al via a febbraio. Shabbar insiste, vuol sapere chi stia spifferando tutto agli investigatori: «Come è uscita questa cosa? Chi è stato? Sto cercando» urla apostrofando pesantemente la moglie del suo interlocutore. Poi ecco che parla dell'omicidio: «Sapevate voi due -Fahkar e un'altra persona, ndr - e sapevamo noi cinque», tutti gli incriminati: lo stesso Shabbar, la moglie Nazia, il fratellastro Danish Hasnain e i due cugini di Saman, Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq.
DANISH HASNAIN - LO ZIO DI SAMAN ABBAS
«Avevamo giurato anche sul Corano» sbotta l'uomo, incredulo del fatto che la scomparsa della figlia, anzi l'uccisione, sia diventata una notizia di reato per i carabinieri. Shabbar è alticcio, il fratellastro prova a placarlo: «Quando tu bevi cominci a sparlare!...». Ma Abbas è una furia. Minaccia: «Se qualcuno ancora parla... non lo lascerò stare». Si mostra senza scrupoli: per scappare «ho lasciato mio figlio lì» in Italia. Infine ammette: «L'ho uccisa io, per la mia dignità, per il mio onore... non m' importa di nessuno» e «se qualcuno non mi conosce ancora ora sapranno tutti chi sono».
«Con queste frasi l'islam vero non c'entra nulla» riflette adesso l'avvocato Angeletti che ha fatto tradurre l'audio da persone provenienti dal Punjab «per non avere dubbi su ciò che ha detto il padre di Saman, frasi orribili». Interviene, infine, anche un'altra avvocata, Barbara Iannuccelli, che rappresenta l'associazione Penelope (familiari delle persone scomparse), parte civile al processo: «La fine di Saman? Deve dirci che la voglia di vivere non può essere il motivo di un omicidio».
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