Estratto dell'articolo di Stefano Cappellini per “la Repubblica”
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Basta con la cultura di sinistra, basta con l’egemonia rossa sull’arte e la letteratura, basta con gli intellettuali tutti da una parte, e i film pure, e i saloni del libro non ne parliamo. Ogni volta che la destra vince le elezioni riparte il piagnisteo, e non si offenda nessuno, il termine piagnisteo lo usò lo scrittore e giornalista Pietrangelo Buttafuoco, fascista tendenza Islam, ed era il luglio 2002, convegno sulla cultura di destra organizzato da Maurizio Gasparri per cavalcare il Berlusconi bis a Palazzo Chigi.
Censura, boicottaggio, conformismo, le accuse sono sempre quelle come le domande senza risposta: e perché non c’è un Moretti di sinistra? E perché non c’è stato un Gramsci sovranista? E allora Giuseppe Berto? Non solo è identico lo schema – il piagnisteo, appunto – ma pure i nomi che intonano il canto dolente.
luca barbareschi
C’era e c’è Marcello Veneziani a rivendicare il valore e l’ampiezza del pantheon destrorso, c’era e c’è Luca Barbareschi a coprire il fronte provocazioni mediatiche, c’era e c’è Giordano Bruno Guerri che almeno è l’unico che non si lamenta mai e ancora pochi giorni fa, ai Fratelli d’Italia in cerca di glorie intellettuali, ha sussurrato con eleganza un’obiezione: ma ce li avete nomi buoni da proporre?
Che è poi ciò che dice da sempre un altro libero pensatore di area, Umberto Croppi, già protagonista della stagione eretica e tolkeniana dei campi Hobbit insieme al politologo Marco Tarchi: «Qualcuno – chiede Croppi – è in grado di fare un nome di un regista o di uno scrittore che non ce l’ha fatta in quanto di destra?». Lo stesso Tarchi, animatore di una rivista che ha fatto epoca nell’area, La voce della fogna , non ci gira troppo intorno: «La destra ha un complesso di inferiorità verso la cultura di sinistra».
alessandro giuli foto di bacco (5)
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A un certo punto nella destra a caccia di intellettuali spuntò anche l’opzione campagna acquisti. Trent’anni fa i Gabbiani, la corrente del Msi-An in cui militava Giorgia Meloni, fecero i manifesti con Pasolini e Che Guevara. Vent’anni fa l’allora deputata forzista Gabriella Carlucci dichiarava il sogno di portare Riccardo Muti nella Casa delle libertà, mentre Ignazio La Russa puntava addirittura a Francesco De Gregori.
FRANCESCO GIUBILEI GENNARO SANGIULIANO
Ma, a parte i desideri irrealizzati di Carlucci e La Russa, anche la corsa alla cooptazione ha il mugugno incorporato: e che facciamo, ci prendiamo i loro anziché valorizzare i nostri? Sì, risponderebbe Guerri, ma i nostri chi?
marco tarchi umberto croppi foto di bacco