Marco Conti per “il Messaggero”
«Motivi tecnici e non politici», come li definiscono a palazzo Chigi, hanno permesso di bloccare quello che il deputato renziano Marco Di Maio definisce «il blitz di Pd e M5S». La riforma della riforma Bonafede della prescrizione si arresta. Finirà, forse, in un disegno di legge destinato a restare per un po' nei cassetti, anche se nel Pd c'è chi chiede che il ddl venga approvato prima dell'estate.
LA NOTA
MATTEO RENZI GIUSEPPE CONTE
Dopo settimane di buriana su una questione conosciuta da pochi - compresi coloro che, interrogati, si dichiarano favorevoli alla cancellazione della prescrizione - la spinta più forte a mettere la sordina alle polemiche arriva da Giuseppe Conte che vorrebbe impegnare le forze politiche su ben altri temi. A palazzo Chigi c'è chi sottolinea che ieri l'altro «mentre Renzi minacciava di sfiduciare Bonafede», «Conte lavorava su coronavirus e misure a sostegno delle imprese che esportano».
«Fare politica significa mediare, fare passi in avanti per trovare una sintesi nell'interesse generale. Diversamente - fanno notare - non è più mediazione ma imposizione». Parole che sottolineano l'irritazione del premier nei confronti di Renzi. Un nervosismo misto a preoccupazione, quello di Conte, non tanto per la tenuta a breve del governo, quanto per la convinzione che Renzi lavori per logorarlo in modo da impedire che dia buoni risultati e che dall'esecutivo nasca quell'alleanza riformista tra Pd e M5S sulla quale Conte stesso punta molto del suo futuro politico. La consapevolezza del premier di essere entrato nel mirino dell'ex sindaco di Firenze, oltre a non conciliare il sonno, frena la fase due mentre la produzione industriale crolla e la disoccupazione inanella record negativi.
renzi zingaretti
Il presidente del Consiglio ieri ha avuto con il presidente della Camera Roberto Fico un lungo colloquio durante il quale, ufficialmente, si sono registrate le agende di Montecitorio e palazzo Chigi. La sintonia tra i due sull'ipotesi di un'alleanza organica tra dem e grillini - magari già alle elezioni regionali di primavera - è nota e ora che Luigi Di Maio si è tirato indietro a Conte servono sostegni anche per evitare che la manifestazione M5S di sabato si trasformi in un happening contro l'esecutivo.
Ma l'incontro a due è anche servito per appianare qualche tensione seguita al tentativo, messo in atto dalla maggioranza e dal governo, di forzare il decreto Milleproroghe attraverso un emendamento che avrebbe dovuto recepire l'accordo Conte-Leu sulla prescrizione raggiunto una settimana fa da Pd, M5S e Leu, e contestato da Iv. Contro un muro procedimentale è andato a cozzare il tentativo di Pd e M5S di mettere in difficoltà Iv qualora i renziani fossero stati chiamati a decidere se votare o meno l'intero pacchetto.
giuseppe conte luigi di maio alfonso bonafede
Ma se il M5S, e soprattutto il ministro della Giustizia, si consola con il fatto che comunque resta in vigore la riforma votata con la Lega, lo stesso non possono dire i dem che infatti scaricano su Iv la responsabilità di non essere riusciti a superare la sostanziale abrogazione dei termini di prescrizione voluta dal precedente governo. Quella che i dem definiscono «una vittoria di Pirro» svela il vicolo cieco nel quale si è infilata la maggioranza e dal quale rischia di non uscire ancora per molto tempo se Iv sposterà lo scontro sul ddl dell'azzurro Enrico Costa - previsto il 24 febbraio in aula - o se il Pd chiederà tempi rapidi per il ddl di riforma della prescrizione che non piace ai renziani.
nicola zingaretti giuseppe conte
E' molto probabile che, per cercare di far calmare le acque, al consiglio dei ministri di domani non venga presentato un testo di riforma e si decida invece di prender tempo e concentrarsi sulla riforma del processo penale che il Guardasigilli sembra aver finalmente messo a punto. Schiacciare il Pd di Zingaretti sul M5S è il principale obiettivo di Renzi che in questo modo pensa di mettere in difficoltà anche la leadership di Conte che ormai considera a tutti gli effetti un potenziale avversario che va combattuto anche quando in aula si comincerà a discutere di legge elettorale. Tema sul quale il leader di Iv è convinto di poter contare sulla sponda del centrodestra. Lega compresa.