Estratto dell’articolo di Marcello Sorgi per la Stampa
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meloni
Stabilito che Meloni non ha intenzione di far dimettere il ministro dell'Interno Piantedosi, come ha chiesto Schlein nella sua prima uscita parlamentare da leader Pd, resta da porsi due domande: perché solo adesso, e non prima, la presidente del Consiglio abbia deciso di dare un segno tangibile di solidarietà alle famiglie delle vittime.
E cosa possa fare il consiglio dei ministri in materia di immigrazione. Alla prima non c'è altra risposta se non quella che Meloni non s'è recata a Cutro nel timore di reazioni imprevedibili della gente: fischi o peggio, immagini che per la prima volta avrebbero rotto il clima di fiducia dei cittadini nei suoi confronti.
giorgia meloni
Se adesso andrà, è perché la visita di Mattarella, accolto invece con applausi, ha reso sempre più evidenti il silenzio e la distrazione del governo nei primi giorni dopo la tragedia. Quanto alla seconda questione, la sensazione è che, archiviata la linea dura contro gli immigrati, Meloni stia valutando fino a che punto spingersi in direzione opposta. Le dichiarazioni del ministro dell'Agricoltura Lollobrigida, a lei vicino, secondo cui l'Italia sarebbe pronta ad accogliere 500 mila migranti all'anno nei prossimi cinque anni, sono state prudentemente ritirate. Per evitare, par di capire, un conflitto con Salvini, che su questa tematica non ha affatto cambiato idea. I ministri insomma andranno a Cutro, se davvero ci andranno, solo dopo aver trovato una linea condivisa dalla maggioranza
piantedosi salvini meloni