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    1. PERIODO NERO PER MONTEZUMA: DOPO LA FERRARI, SFUMA LA POLTRONA IN ALITALIA? 2. PARE CHE JAMES HOGAN NON SIA STATO COLPITO FAVOREVOLMENTE DA UN FUTURO PRESIDENTE DI ALI-ETIHAD FATTO FUORI COSÌ BRUTALMENTE DA MARPIONNE DALLA FERRARI 3. RETROSCENA SUGLI ULTIMI GIORNI DI LUCHINO CON LA VISITA INASPETTATA DI MARCHIONNE 4. LA CACCIATA DI BELLI CAPELLI È STATA IN QUALCHE MODO FESTEGGIATA ANCHE DA YAKI ELKANN, NONOSTANTE NON SIA RIUSCITO A PRENDERE IL SUO POSTO. PER YAKI, CON LA GIUBILAZIONE DI MONTEPREZZEMOLO È DEFINITIVAMENTE TRAMONTATO IL VECCHIO SISTEMA AGNELLI-FIAT DEI GRANDE STEVENS, DEI GABETTI E DEI “TUTORI” IN GENERALE 5. NTV CERCA UN NUOVO AD: FINISCE L’ERA DI ANTONELLO PERRICONE, FEDELISSIMO DI LUCHINO 6. NTV SALVATA DALLO STATO E FUSA IN FERROVIE, COME AVVENNE PER AIR ONE-ALITALIA?


     
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    1. DAGOREPORT

    ferrari cavallino rampante montezemolo by domenico rosa ferrari cavallino rampante montezemolo by domenico rosa

    Più passano i giorni e, in attesa cha la Commissione Ue dia il suo via libera ad Alitalia-Etihad, più cresce la paura di Luca Cordero di Montezemolo di non farcela ad agguantare la presidenza. James Hogan, il muscolare boss della compagnia degli Emirati, sta cambiando idea e pensa che non sia una bella pensata prendersi uno fatto fuori così brutalmente dalla Fiat.

     

    Del resto, quando si era cominciato a parlare della presidenza di Alitalia, il quadro era ben diverso. Montezemolo era il presidente della Ferrari, marchio amatissimo dagli Emiri, e aveva raccontato a Hogan che se ci fosse stata una sua uscita da Maranello questa sarebbe stata ultra-soft e consensuale. Invece Marpionne lo ha cacciato via a pedate e Hogan si è sentito un po’ preso in giro.

     

    marchionne montezemolo marchionne montezemolo

    Anche Marpionne si sentì preso in giro da Montezuma, prima di reagire duramente. E’ accaduto nella settimana prima del Gran premio di Monza, quando Bellicapelli ha dichiarato alla stampa di avere ancora tre anni di contratto.

     

    Il giorno dopo – era venerdì – Marpionne è piombato a Maranello senza preavviso e ha detto al presidente della Ferrrari che quell’uscita se la poteva evitare. Poi, a brutto muso, lo ha messo al muro con termini irripetibili, peggio di una ghigliottina. Il resto è storia nota, con le debacle di Monza e Marpionne che inizia le procedure di licenziamento a mezzo stampa in quel di Cernobbio.

     

    MONTEZEMOLO E MARCHIONNE ALLA FERRARI MONTEZEMOLO E MARCHIONNE ALLA FERRARI

    La cacciata di Montezemolo è stata in qualche modo festeggiata anche da Yaki Elkann, nonostante non sia riuscito a prendere il suo posto perché lo voleva a tutti i costi Marpionne. Per il giovane Elkann, con la giubilazione di Montezemolo è definitivamente tramontato il vecchio sistema Agnelli-Fiat dei Grande Stevens, dei Gabetti e dei “tutori” in generale.

     

    Se ritorna indietro ai giorni della cacciata, Montezemolo ripensa anche alla mancata solidarietà di un altro vecchio personaggio dei tempi dell’Avvocato come Giovanni Malagò. Luchino di Montepariolo ci è rimasto male, ma non ha fatto i conti con la Samocar, la grande concessionaria Ferrari-Maserati di un Malagò che non poteva certo mettersi contro Marpionne.

    Diego della Valle Montezemolo Italo Diego della Valle Montezemolo Italo

     

    Adesso sono giorni tesi per la poltrona Alitalia e per Montezuma il rischio, alla fine, è quello di trovarsi solo a che fare con la patata bollente del treno Italo, impiombato di debiti. La sua speranza è sempre quella di uno “schema Air One”, con Ntv salvata dallo Stato e fusa in Ferrovie, come avvenne per la compagnia aerea di Carlo Toto ai tempi dell’operazione Alitalia. Ma a Palazzo Chigi, per ora, da questo orecchio non ci sentono.

    LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO GIOVANNI MALAGO LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO GIOVANNI MALAGO

     

     

    2. “NTV, PRESSING DEI SOCI: NUOVO AD AL PIÙ PRESTO”

    R. Dim. per il “Il Messaggero”.


    Pressing di alcuni azionisti per accelerare la svolta manageriale in Ntv, la società di Italo alle prese con 683 milioni di debiti. Le banche guidate da Intesa Sanpaolo hanno concesso una tregua (standstill) sino a fine anno per consentire il varo di un piano di ristrutturazione articolato sul versante finanziario e di altri interventi regolatori.

    cm32 antonello perricone montezemolo cm32 antonello perricone montezemolo


    Oggi il cda presieduto da Antonello Perricone dovrebbe limitarsi a fare il punto sul riassetto senza prendere decisioni. Alle banche, riunite tre settimane fa, era stata promessa la presentazione di una proposta per questa settimana. Ci vorrà altro tempo. I soci sono divisi. L’advisor Lazard ha concluso il giro fra di loro: Diego Della Valle, Luca di Montezemolo, Gianni Punzo hanno il 35%, Intesa Sanpaolo e Sncf il 20% a testa, Generali il 15%, Alberto Bombassei e Isabella Seragnoli il 5% a testa, Giuseppe Sciarrone l’1,5%.

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    Dal giro sarebbe emerso da parte dei soci finanziari e di Sncf la volontà di procedere al più presto a un ricambio al timone con l’arrivo di un nuovo ad: la ricerca sarebbe in corso anche con l’ausilio di un cacciatore di teste. Sembra però che Della Valle e Montezemolo non ritengano questa una priorità rispetto al rafforzamento patrimoniale e alla manovra sul debito. Gli altri azionisti invece spingono affinché arrivi un nuovo timoniere al quale subordinano l’adesione all’aumento di capitale il cui ammontare resta indefinito.

     

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    L’avvento dell’ad viene considerato la garanzia per l’attuazione di un nuovo piano industriale che deve poter contare, oltre alla ristrutturazione del debito, anche su interventi delle Autorità sui prezzi e i certificati bianchi, cioè le agevolazioni sulle tariffe energetiche la cui abolizione da parte del governo ha acuito la crisi di Italo mandando su tutte le furie Della Valle che proprio per questo ha ritirato l’endorsement nei confronti del premier.

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    Intesa, oltre che azionista, è anche la banca più esposta con 394 milioni e funge da trait-d’union fra gli altri istituti (Mps, Banco Popolare, Bnp-Bnl) e l’advisor. Dai colloqui in corso, sarebbe emerso che le banche sono contrarie alla conversione di parte dei crediti in strumenti finanziari partecipativi, ipotesi inizialmente considerata ma ora accantonata assieme ad un’altra: quella di un write-off, cioè della cancellazione di una parte dei crediti.

    Intesa e gli altri creditori sono invece pronti a una rimodulazione delle scadenze delle varie tranche (i 445,7 milioni della garanzia sul leasing scadono a fine 2024) e delle condizioni. Questo potrebbe favorire il rilancio basato su iniziative nuove di zecca, come il varo della nuova tratta Salerno-Torino.

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    Intanto rispetto al Frecciarossa super veloce, ieri Ntv ha comunica che «Italo è progettato per andare a 360 km all’ora e sarà in grado di raggiungere lo stesso tempo di percorrenza tra Milano e Roma nel momento in cui le autorità competenti consentiranno tali tempi».
     

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