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    DON’T BUY FOR ME, ARGENTINA - LA VENDITA DI TELECOM ARGENTINA È (QUASI) SALTATA: TRA IL DEFAULT DEL PAESE E L’USCITA DEGLI SPAGNOLI, PATUANO SI PREPARA A CHIUDERE IL DOSSIER


     
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    Laura Galvagni e Marigia Mangano per “Il Sole 24 Ore

     

    marco patuano ad telecom italia marco patuano ad telecom italia

    L'appuntamento con il consiglio di amministrazione di Telecom Italia è fissato per domani. In quell'occasione il gruppo tlc svelerà le strategie su Telecom Argentina. Ma secondo quanto si apprende da fonti vicine al dossier l'operazione, in cantiere ormai da un anno, non sarà perfezionata. Salvo colpi di scena all'ultimo minuto, dunque, Telecom Argentina dovrebbe restare sotto il controllo di Telecom Italia. Tecnicamente c'è tempo fino a domani, quando scade il termine ufficiale.

     

    Ma la strada appare tutta in salita. In fin dei conti, la cessione della controllata di Buenos Aires era stata decisa in un'altra epoca, quando la strategia in Brasile puntava tutto sul controllo di Gvt e l'alleanza con gli spagnoli sembrava ben salda. La mossa di Telefonica, con la conquista di Gvt e la cessione a Vivendi del 5,7% di Telecom Italia, e il contestuale divorzio tra Milano e Madrid rimette dunque tutto in discussione. Argentina inclusa.

     

    Telecom Argentina Telecom Argentina

    Secondo quanto trapela dagli ambienti vicini al dossier, l'accordo siglato da Telecom Italia con la Fintech di David Martinez Guzman per la vendita della partecipazione nella controllata di Buenos Aires avrebbe subito una battuta d'arresto a luglio scorso, quando è stato poi deciso il rinvio del perfezionamento del contratto. Oltre al ritardo nell'ottenimento delle autorizzazioni da parte dell'Authority delle tlc argentine a cui era condizionata la compravendita, avrebbe pesato il default tecnico di Buenos Aires.

     

    Il fondo Fintech si era impegnato a novembre scorso a corrispondere 960 milioni di dollari (circa 700 milioni di euro), per il controllo di Telecom Argentina. Ma dopo che l'investimento in Argentina è diventato meno appetibile per il default, il fondo ha cercato di rinegoziare al ribasso il valore del contratto concluso con Telecom Italia. Senza il successo sperato, tuttavia.

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    Più fattori, dunque, in una situazione che viene definita da diverse fonti come assai complicata, starebbero spingendo per la chiusura del dossier. Se temporanea o definitiva, questo sarà tutto da vedere. Del resto lo aveva dichiarato lo stesso amministratore delegato di Telecom italia, Marco Patuano, che in assenza di novità sulla cessione, il cda avrebbe rivisto le strategie.

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    Nell'attesa, il mercato guarda anche alle altre partite aperte. Partendo dagli sviluppi della vicenda brasiliana e le possibili offerte che potrebbero arrivare per la controllata Tim Brasil. La stampa brasiliana aveva indicato che una cordata con Oi e Claro avrebbe bussato alla porta di Telecom Italia entro fine mese. Il gruppo poi, come anticipato ieri dal Sole 24 Ore, starebbe preparando la quotazione delle torri. Operazione del valore di un miliardo che dovrebbe avvenire nel 2015, dopo lo sbarco in Borsa di Raiway. Infine, il gruppo guidato da Patuano ha in piano anche la cessione delle torri in Brasile, il cui valore è stimato attorno a 750 milioni.

     

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    Tutto questo mentre il libro soci è destinato a essere completamente ridisegnato. Con il perfezionamento dell'operazione Gvt, Vivendi è di fatto diventata azionista di Telecom Italia con il 5,7%. Telefonica si prepara dal canto suo a uscire completamente dall'azionariato. E lo stesso, hanno dichiarato, faranno i soci italiani di Telco, Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Generali.

     

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    Ieri, sul tema, è intervenuto il presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro: «Abbiamo detto che vogliamo uscire da tutte le partecipazioni entro il 2017 e abbiamo detto che vogliamo uscire, nei limiti del possibile, con risultati economici buoni».

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