Riceviamo e pubblichiamo:
Pierluigi Panza
Spettabile Dagospia, per la seconda volta in pochi giorni mi corre l’obbligo di palesare i consueti riferimenti imprecisi di opinionisti radical-chic. La settimana scorsa fu Michele Serra che, per criticare il linguaggio politico dei leghisti, si riferì a inesistenti discorsi di Odoacre. Questa volta è Francesco Merlo che, scrivendo dell’uscita di scena dell’ex primo ministro Giuseppe Conte cita malamente Teodosio nel modo seguente: “Ma dagli Stati Generali in poi (ndr si riferisce a Conte) si trasformò come Teodosio che davvero credette di poter fare l’imperatore di Roma pur essendo un ispanico, un provinciale, un burino, un ciociaro, sepolto dalla sua ambizione…”.
Di tutte queste attribuzioni a Teodosio l’unica corretta è “hispanico”, che però, allora, non definiva uno straniero essendo l’Hispania una regione dell’Impero Romano. Teodosio fu detto addirittura “il Grande” e fu imperatore romano (379-395), visse anche in Italia e a Roma sino al 391 e sotto di lui, con l’editto di Tessalonica, il Cristianesimo divenne la sola religione ufficiale dello Stato.
francesco merlo foto di bacco
Fu, per alcuni anni, imperatore unico e più che “sepolto dalla sua ambizione” (più correttamente dalla “propria ambizione”), Teodosio fu sepolto addirittura da Sant’Ambrogio! Peggio di questa citazione ci sarebbe solo l’altra, dove si dice che per l’uscita di scena di un politico non è stato “intonato il Requiem di Mozart o Brahms”. Lasciamo perdere…
Pierluigi Panza