DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Estratto dell’articolo di Armando Di Landro per www.corriere.it
pierpaolo sileri foto di bacco (3)
Entrare nel proprio ufficio e trovarci dentro una persona che sembra aver appena frugato tra i cassetti. E dove siamo, al Watergate hotel? O in un banale gioco di ruolo durante una festicciola tra ragazzini? No, siamo al Ministero della Salute, a Roma, poco dopo l’inizio della più grave epidemia vissuta dall’Italia negli ultimi cento anni almeno.
È lì, tra i tavoli di un’unità di crisi e della task force, che si condensano antipatie e ritrosie tra tecnici e politici, o tra politici stessi, ripicche fatte di mancati avvisi per le riunioni, verbali incompleti, notizie ufficiali che non circolano a dovere e finiscono prima sui giornali online e non al ministro o al vice ministro.
E poi, anche accuse inventate, denunce. Questo è stato il ministero di Lungotevere Ripa nell’esperienza di un outsider della politica, Pierpaolo Sileri, il medico che nel 2018, all’inizio della scorsa legislatura, aveva detto «tornerò a fare il mio lavoro», e ha mantenuto la promessa, visto che in Parlamento non c’è più e oggi si occupa di interventi oncologici al San Raffaele di Milano.
L’ex vice ministro del Movimento 5 Stelle parla ai pm di Bergamo (per l’inchiesta sulla gestione della pandemia) come persona informata sui fatti. Si presenta ai magistrati l’8 febbraio del 2021. […]
Non mancò una «mia reprimenda contro la struttura ministeriale, presenti Brusaferro, Iachino, Zaccardi, Miozzo, Borrelli, perché, in data 6 marzo 2020, non si era ancora provveduto agli acquisti dei ventilatori e di ogni dispositivo utile alla gestione della pandemia».
Sileri bacchettava, le sue parole non finivano a verbale, ma lui insisteva. Tant’è che, dice, «il 6 marzo Zaccardi (Goffredo, capo di Gabinetto di Speranza, ndr) diceva a me e Friolo che dovevamo stare tranquilli, altrimenti avrebbe usato contro di noi dei documenti che aveva nel cassetto.
Ovviamente gli abbiamo risposto che non accettavamo questo tipo di minaccia e che avrebbe dovuto chiarire a cosa si riferisse. Scoprirò solo dopo, per quanto riguardava Friolo, che si trattava di presunte accuse di mobbing di una collaboratrice».
E in quel clima il vice ministro riceve “alcune lettere anonime, tra le quali alcune davvero preoccupanti, riguardanti il presunto ruolo di alcuni collaboratori del ministro Speranza in un servizio televisivo (certamente negativo per Sileri stesso, ndr). Peraltro, come ho denunciato alla Procura di Roma, un collaboratore della segreteria del Ministro, Antonio Travaglino, il 7 giugno 2020 – di domenica – si introduceva nel mio ufficio, dove, forse, non immaginava di trovarmi. […]
Uno scontro durato mesi, quello con il capo di gabinetto del ministro. Ben raccontato anche dalle chat telefoniche acquisite dai pm di Bergamo. Con un confronto duro, in particolare, il 4 marzo 2021: il viceministro invia un audio per lamentare la mancata convocazione a una riunione.
Zaccardi gli risponde: «Sui vaccini finora non eri presente». E lui replica: «Lo so che non lo ero, perché mai nessuno mi ha detto delle riunioni». Zaccardi tenta quasi di confortarlo: «Anche tu puoi fare molto per il paese e se vuoi ti darò una mano». «Non mi sembra» scrive Sileri. «Sbagli alla grande!». […]
Quel messaggio era dell’11 marzo del 2021, più di un anno dopo il periodo più duro della pandemia. E il vice ministro era arrabbiato, perché lui il 2 e 3 febbraio di un anno prima era andato di persona a Wuhan, a vedere la situazione e aveva in qualche modo intuito che l’onda del virus avrebbe potuto essere devastante:
roberto speranza foto di bacco (1)
«Giuseppe Ippolito (allora presidente dello Spallanzani, ndr), allorquando io sono rientrato da Wuhan il 3 febbraio 2020 e ho rappresentato la gravità della situazione e il pericolo incombente sul nostro paese, ha risposto con coloriti gesti scaramantici».
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