Luigi Ripamonti per "www.corriere.it"
EFFETTO PLACEBO
Forse l’ effetto placebo funziona di più negli uomini che non nelle donne. Al contrario nelle donne è più facile che si verifichi l’effetto nocebo. Tradotto: se somministro un farmaco «finto» facendo credere che sia vero è più facile che riesca a ottenere un effetto benefico (placebo) in un maschio che in una femmina.
Se invece dico, mentendo, che un certo farmaco potrà avere anche effetti indesiderati, è più probabile che li avverta una donna rispetto a un uomo (nocebo).
EFFETTO PLACEBO
A sostenere questa tesi è Sara Magelssen Vambehim, della UiT, Arctic University, in Norvegia che ha condotto uno studio sottoponendo persone dei due sessi a test placebo e nocebo in condizioni controllate, valutando l’effetto sulla percezione del dolore, mediante risposte verbali e misurazioni di impulsi attraverso elettrodi.
L’esperimento
L’esperimento, in realtà, è di dimensioni troppo esigue per permettere vere e proprie conclusioni su differenze di genere in merito, tuttavia si inserisce nell’ormai consistente letteratura scientifica sul tema, che porta prove molto convincenti.
EFFETTO PLACEBO
Diversi studi condotti con l’ausilio di sofisticati mezzi di imaging cerebrale (risonanza magnetica e simili) hanno messo in evidenza che il placebo attiva aree del cervello associate, fra l’altro, con il sollievo dal dolore (come la corteccia prefrontale ventrolaterale destra) o della ricompensa (come la corteccia cingolata rostrale anteriore).
È stato anche osservato che per l’effetto placebo conta molto anche il contesto, cioè il modo in cui il medico lo «somministra», le parole con cui accompagna la cura, insomma tutto ciò che può attivare nel paziente un’aspettativa di guarigione.
EFFETTO PLACEBO
L’importanza delle parole del medico
La relazione fra curato e curante,ancora una volta, può fare la differenza. Una singolare indicazione in proposito l’ha fornita uno studio pubblicato anni fa sulla rivista Molecular Psychiatry, che ha dimostrato come l’effetto placebo funzioni anche sui medici.
Secondo tale ricerca le stesse regioni cerebrali che si attivano nei pazienti quando ricevono un placebo, convinti di prendere un farmaco, si «accendono» anche nel cervello dei dottori quando somministrano terapie in cui hanno particolare fiducia. I medici molto empatici sperimentano anche maggiore soddisfazione durante il trattamento. I ricercatori hanno ipotizzato che proprio il meccanismo che agisce nel cervello dei pazienti curati con un placebo possa attivarsi nella mente del medico quando dà una cura della cui efficacia è sicuro.
EFFETTO PLACEBO
Un’altra dimostrazione di quanto la relazione fra medico e assistito possa condizionare l’esito di una terapia viene dall’effetto nocebo, nella «capacità» cioè di alcune persone di sviluppare effetti collaterali tipici del farmaco che credono di prendere, anche se in realtà non lo stanno assumendo. Ebbene, anche in questo caso a fare la differenza è spesso il medico.
Sesso Effetto Placebo
Se quest’ultimo, avvertendo il malato dei possibili effetti collaterali, insiste sul fatto che siano state pochissime le persone che li hanno sviluppati, si riduce significativamente anche il rischio dell’effetto nocebo e il trattamento viene meglio tollerato.