GIOVANNI SALLUSTI
“SE IGNORIAMO IL FATTO CHE GESÙ NON ERA BIANCO, POTREMMO CREDERE CHE LA VERGINE MARIA AVESSE LA BARBA. PERCHÉ NO?” - RICCARDO SIMONETTI, ATTIVISTA E AMBIASCIATORE SPECIALE UE PER I DIRITTI LGBT, SI È FATTO RITRARRE NEI PANNI DELLA VERGINE MARIA IN VERSIONE TRANS NEL NUMERO DI DICEMBRE DEL MENSILE QUEER BERLINESE "SIEGESSÄULE” – IN UN’ALTRA FOTO, È STATO IMMORTALATO IN UNA RAPPRESENTAZIONE DI UNA SACRA FAMIGLIA “GAY FRIENDLY”
POLITICAMENTE CORRETTO GIOVANNI SALLUSTI
Giovanni Sallusti per Dagospia
*autore del libro ''Politicamente Corretto - la dittatura democratica'' - Giubilei Regnani editore
Caro Dago,
perbacco, qui siamo di fronte a un temerario caso di provocazione intellettuale, a qualcuno che azzarda il contropelo alla contemporaneità, a un libertinaggio mentale tanto estremo quanto affascinante.
Pensa, nell’anno 2021 dopo Cristo (chiedo scusa, non mi sono ancora giunte voci su una modalità più inclusiva e multiculti di contare le ere, nel caso mi correggerei subito), c’è qualcuno che ha l’ardire, in Europa, di sfidare Maria Vergine e la Natività.
riccardo simonetti madonna in versione trans 3
Ci vuole davvero molto coraggio, nel continente il cui Politburo voleva mettere al bando le celebrazioni e la parola stessa del Natale, oltre che appunto i nomi dei genitori terreni di Gesù (orridi e volgari reazionari all’addiaccio in una grotta plebea), a rappresentare una Madonna transessuale, con tanto di barba e baffi folti, tatuaggi in vista e orgoglio Lgbt ostentato (sì, poi in braccio ci sarebbe anche lui, il Bambino, ma ormai è un’appendice secondaria del 25 dicembre eurocratico).
E difatti tale coraggio l’ha sfoggiato nientepopodimenoche che Riccardo Simonetti, attivista arcobaleno tedesco ma di origine italiana (sempre che “origine” si possa dire, o non implichi un pericoloso etnocentrismo) e soprattutto ambasciatore speciale dell’Unione Europea per i diritti Lgbt, sulla copertina del mensile queer (qualunque cosa significhi) Siegessäule.
riccardo simonetti madonna in versione trans 2
Tra le perle filosofico-teologiche del nostro: “Se ignoriamo il fatto che Gesù non era bianco, potremmo credere che la Vergine Maria avesse la barba. Perché no?”.
Massì, perché no, perché non sputazzare un po’ sulla Sacra Famiglia, è un guizzo pop che non impegna (il Simonetti si autodichiara appartenente alla “cultura pop”, chiediamo scusa per lui ad Andy Warhol) e anzi, nell’Europa più che secolarizzata, de-cristianizzata (o relativizzata, direbbe Benedetto XVI, un tedesco che per il pensiero continentale ha fatto persino più del Simonetti) è un segnale di riconoscimento, il timbro sulla tessera del club degli arguti, dei buoni, degli illuminati.
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Ora, l’influencer (pare in Germania lo sia, e ogni giorno che passa capiamo perché Angela Merkel ha confessato di provare invidia per l’Italia) non è solo illuminato, è un intrepido philosophe illuminista in lotta contro le cappe teocratiche, un Voltaire postmoderno all’assalto di qualunque confessione dogmatica e para-omofoba (o transofoba, o come cacchio pretende lo stupidario politically correct aggiornato a mezzogiorno di oggi), quindi a breve tendiamo a credere, anzi siamo sicuri, che ci sforni un’altra performance delle sue, magari, azzardiamo un esempio (non) a caso, un Maometto transgender, o drag queen, o appartenente a uno dei 54 generi eccedenti la preistorica distinzione maschio/femmina codificati dall’agorà odierna di Facebook, magari intento a brandire piume di struzzo piuttosto della spada con cui diffondeva le proprie convinzioni (perdonate, riflesso ratizingeriano).
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Lo farai vero, Riccardo? Altrimenti, rischi l’iscrizione d’ufficio al cinquantacinquesimo genere, quello dei quaquaraquà.
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