Estratto di un articolo di Alessia Gallione per “la Repubblica”
MEME DI LUCA BERNARDO CON PISTOLA
Luca Bernardo non ha mai avvertito di aver portato con sé in ospedale la pistola. Né tantomeno è stato autorizzato dalla struttura a farlo. A certificarlo, adesso, è la direzione dell'Asst Fatebenefratelli-Sacco, l'istituto sanitario in cui il candidato sindaco del centrodestra a Milano lavora come primario di pediatria.
LUCA BERNARDO E MATTEO SALVINI
Tutto nero su bianco in una risposta a una richiesta di accesso agli atti presentata dal Pd in Regione Lombardia: «Da una verifica effettuata dai competenti uffici, non risultano pervenute al protocollo aziendale né richieste né segnalazioni in ordine all'accesso con un'arma da parte del personale dipendente negli spazi ospedalieri e nemmeno sono mai state rilasciate autorizzazioni in tal senso».
presentazione candidatura luca bernardo
Continua ad agitare la campagna elettorale milanese, il caso del candidato con la pistola. A sollevarlo, proprio sulle pagine di Repubblica, era stato il consigliere regionale di +Europa e medico neonatologo Michele Usuelli. Era lo scorso luglio.
Erano i giorni, drammatici, di un'altra vicenda che ha fatto fare alle armi irruzione nell'agenda politica, quella dell'assessore leghista Massimo Adriatici che ha sparato e ucciso nel pieno centro di Voghera Youns El Boussetaoui.
luca bernardo
Alla fine, dopo una nota in cui aveva fornito una versione un po' diversa, lo stesso Bernardo l'aveva ammesso: sì, «sono entrato con l'arma in ospedale e l'ho avuta addosso», ma mai in reparto, «mai quando giro con i pazienti e nemmeno in loro presenza».
Per quella pistola, ha spiegato, ha un porto d'armi da dieci anni perché ha subìto minacce e gli è capitato di portala in passato durante i turni di notte. Al Pd, che aveva annunciato di chiedere spiegazioni al Fatebenefratelli, lo stesso candidato aveva ribattuto così: «Se uno ha un porto d'armi da difesa personale, ha la possibilità di portarla ovunque e sempre e non deve avvertire nessuno per legge, perché si chiama "porto occulto". Il Fatebenefratelli non deve neanche rispondere».
LUCA BERNARDO MELANIA RIZZOLI
Invece, il Fatebenefratelli ha risposto. Inviando la comunicazione "per conoscenza" anche al direttore generale Welfare della Lombardia e al presidente del Consiglio regionale. E chiarendo di non aver mai autorizzato qualcuno a introdurre una pistola nei suoi spazi.
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