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    “BRUCIARE LA MIA ‘VENERE DEGLI STRACCI’ È STATO UN ATTO DI RISCATTO SOCIALE” – MICHELANGELO PISTOLETTO CHIEDE LA SCARCERAZIONE DEL 32ENNE CHE HA DATO FUOCO ALLA SUA OPERA LO SCORSO 12 LUGLIO IN PIAZZA DEL MUNICIPIO A NAPOLI: “A QUELL’UOMO SERVONO CURE E NON UNA PUNIZIONE. IL PROBLEMA DELLA NOSTRA SOCIETÀ SI RIVELA CON IL GESTO COMPIUTO CONTRO LA ‘VENERE’, CHE COSÌ VIENE UMANIZZATA. ANCHE SE NON LO GIUSTIFICO. ORA VORREI RICREARLA PROPRIO A NAPOLI...”


     
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    Estratto dell’articolo di Floriana Rullo per il “Corriere della Sera”

     

    michelangelo pistoletto e la venere degli stracci a napoli michelangelo pistoletto e la venere degli stracci a napoli

    «Bisogna eliminare la punizione del carcere e portare chi ha incendiato la mia opera alla cura. Perché curare lui vuol dire farlo anche con la società. La nostra, del resto, è una società stracciata e stracciona, proprio come la mia Venere».

     

    Michelangelo Pistoletto, artista biellese 90enne, considerato tra i massimi esponenti dell’arte povera oltre che l’inventore del «Terzo paradiso», è tra i sostenitori dell’istanza di scarcerazione per Simone Isaia, il 32enne che avrebbe dato alle fiamme la Venere degli stracci in piazza del Municipio a Napoli il 12 luglio scorso.

     

    Maestro, lei sostiene di vivere di ragioni. Lo ha fatto anche questa volta?

    la venere degli stracci di pistoletto in fiamme a napoli la venere degli stracci di pistoletto in fiamme a napoli

    «Ho subito pensato di voler incontrare questa persona. Volevo capire che cosa ci fosse dietro il suo gesto. Non ho però voluto insistere. Ma sono felice ci sia un’iniziativa come questa. Questa persona ha bisogno di cure e non di una punizione in carcere».

     

    Lei parla di società stracciata e stracciona...

    «Certo, il problema della nostra società si rivela con il gesto compiuto contro la mia opera, che così viene umanizzata. Questa persona non è soltanto un malato, ma mostra la malattia sociale con cui conviviamo […]».

     

    Quindi l’opera in fiamme può diventare un simbolo?

    michelangelo pistoletto venere degli stracci michelangelo pistoletto venere degli stracci

    «Rappresenta la società stessa. Un atto inconsapevole che è diventato un atto di riscatto. Non lo giustifico, sia chiaro. Ma ritengo che si sia sentito, in un modo forte, di dire la sua. Ma ci fa prendere atto dei problemi di una parte della società, quella disgregata che vive ai bordi del ristretto benessere. L’arte allora può essere la cura. Può portare sollievo».

     

    La sua Venere mostra le pezze, una similitudine proprio con la povertà...

    «È una rappresentazione del mondo in cui viviamo. Io lo mostro con il mio lavoro. Con la meraviglia della Venere e l’orrore degli stracci».

     

    la venere degli stracci di pistoletto in fiamme a napoli la venere degli stracci di pistoletto in fiamme a napoli

    Cioè?

    «Sono elementi contrastanti che, per coesistere, hanno bisogno di trovare il loro equilibrio. La Venere rigenerata dall’ orrore diventa bellezza e colore. E anche Napoli non è una scelta casuale. È una città che offre molte riflessioni sulla disparità tra ricchezza e povertà».

     

    […]

     

    Vorrebbe ricreare la Venere degli Stracci?

    «Sì. E vorrei fosse a Napoli. La mia opera, del resto, è una proposta. Non deve portare ad una reazione violenta come è accaduto, ma condurre al dialogo. L’opera è funzionale se ispira la ricerca di una cura nuova finalizzata al cambiamento».

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