Da "Lettera43.it"
C'è chi lo ha definito «mafioso». Ma pure «pizzaiolo chiacchierone». L'etichetta migliore, però, è quella che gli ha affibbiato Zlatan Ibrahimovich. Per il neoattaccante del Paris Saint-Germain, Carmine "Mino" Raiola è «il meraviglioso ciccione idiota». O almeno così lo descrive nella sua biografia Io, Ibra. Lui non sì è mai offeso. Anche se agli spagnoli, sponda Barcellona, ha ricordato di non essere stato un pizzaiolo, piuttosto un «cameriere».
Mino RaiolaIBRA AL PSG CON LA MEDIAZIONE DI RAIOLA. Raiola (l'accento è sulla prima «a») non è uno che ha tempo da perdere con le voci che da sempre lo inseguono. Il suo compito è piazzare i suoi uomini nei club più importanti e strappare contratti milionari.
Il capolavoro è stato il trasferimento in Francia di Ibrahimovic che grazie al lavoro dell'agente ha firmato un contratto triennale da 12 milioni di euro a stagione. Che con i bonus salgono a 14. Una cifra che rende lo svedese il secondo giocatore più pagato al mondo dietro Samuel Eto'o che al club russo dell'Anzhi prende 20,5 milioni di euro.
INCASSATA UNA PERCENTUALE TRA IL 4 E IL 10%. L'affare, però, non è stato solo del Milan, che con la cessione di Ibrahimovic ha incassato 20 milioni di euro (a cui sommare i 42 per il difensore brasiliano Thiago Silva).
Raiola, agente Fifa con licenza olandese, si è messo in tasca una percentuale che può variare dal 4 al 10%, come da legge. E considerando che l'attaccante ha un «fatturato complessivo da 248,9 milioni di euro», come ha stimato il settimanale Panorama, significa che il «cameriere» ha scommesso bene sullo svedese. Tanto che dal 2010, data in cui l'attaccante ha detto addio al Barcellona, Raiola continua a incassare 1 milione di euro all'anno (fino al 2014) per il suo lavoro di intermediazione.
IBRAHIMOVIC AL MARE jpegL'INCONTRO CON IBRAHIMOVIC NEL 2003. E pensare che all'inizio Ibrahimovic non si fidava del suo futuro agente. La prima volta che Raiola incontrò il giocatore era il 2003. Ibrahimovic era l'attaccante dell'Ajax: lo svedese segnava poco. Di lui si parlava in tutta Europa, ma sulle sue tracce c'era il Southampton. Non proprio una squadra di prima fascia.
L'agente, che allora curava gli interessi del brasiliano Maxwell, si racconta che si presentò con «jeans, maglietta e una pancia enorme». Ibrahimovic ne rimase impressionato, visto che Ibra a 22 anni poteva permettersi Rolex, giacca di pelle Gucci e una Porsche.
A Raiola bastarono poche parole e toni diretti per convincere il giocatore. Tanto che poi al volante del bolide ci si ritrovò lui, mentre lo svedese sudava per conquistare la Juventus. E poi Inter, Barcellona e Milan.
Nato a Nocera Inferiore in provincia di Salerno, l'agente Fifa non è un «idiota» come pensa Ibrahimovic. Emigrato ad Haarlem in Olanda al seguito della famiglia, conseguì la maturità classica e poi s'iscrisse a Giurisprudenza (non si è mai laureato). Nel tempo libero aiutava il padre che aveva aperto una paninoteca.
Intanto il giovane Raiola provava a sfondare nel calcio. Ma a soli 18 anni capì di non poter aver futuro nelle giovanili dell'Haarlem e iniziò la carriera dietro la scrivania. Prima divenne responsabile del settore giovanile, poi direttore tecnico.
PRIME INTERMEDIAZIONI AL RISTORANTE. A stuzzicare l'interesse di Raiola, però, era l'intermediazione. Nel locale del padre, diventato un ristorante di lusso della città, si ritrovavano molti imprenditori olandesi che commerciavano con aziende italiane. Ma per loro gli affari erano complicati dall'atteggiamento dei commercianti del Belpaese. In loro aiuto venne proprio Raiola. Gli bastava una telefonata per risolvere tutti i problemi.
Quindi fondò la Intermezzo, la sua prima società di intermediazione. E quando strappò l'accordo con il sindacato dei calciatori perché potesse essere l'unico rappresentante degli olandesi all'estero, arrivò la svolta. Far risparmiare le società in cambio di un contratto migliore per i giocatori
MARIO BALOTELLI A IBIZALa trattativa che impose Raiola a livello internazionale fu quella che portò in Italia Dennis Bergkamp e Wilhelm Jonk. Il Napoli si era fatto avanti per il primo con un'offerta di 28 miliardi di lire, ma l'agente scelse l'Inter che acquistò l'intero pacchetto come chiesto da Raiola, portando in nerazzurro la coppia di giocatori per 25 miliardi.
Un errore di calcolo? No, perché è proprio questo il segreto di Raiola: far risparmiare le società in cambio di un contratto più alto rispetto al resto della squadra per i suoi assistiti. «I vecchi procuratori facevano gli interessi delle società», ha spiegato, «per me viene prima il calciatore». Così i club si ritrovano in squadra giocatori motivati dalle cifre altissime. E per questo stimolati a rendere di più.
PARLA SETTE LINGUE E HA DUE SOCIETÀ. Oggi Raiola, sempre per smentire l'etichetta di «idiota» datagli da Ibrahimovic, parla sette lingue («Non è intelligenza, è preparazione», ha detto l'agente) e gestisce la società Maguire tax and legal con sede ad Amsterdam e la Sportman di Montecarlo.
MARIO BALOTELLI CONTRO LINGHILTERRA jpegA lui si devono trasferimenti eccellenti come quello di Pavel Nedved che nel 1996 ha lasciato la Lazio per la Juventus dopo una trattativa conclusa per 75 miliardi di lire. E con la maglia bianconera il ceco ha conquistato il Pallone d'oro.
PARCO GIOCATORI DI 100 MILIONI DI EURO. Ora il parco giocatori di Raiola vale poco meno di 100 milioni di euro (dati Transfermarkt). Oltre a Ibrahimovic la stella è Mario Balotelli. Uno che con l'attaccante del Psg condivide il caratteraccio, ma che proprio dallo svedese è stato consigliato a Raiola: «Qui all'Inter c'è un fenomeno», ha raccontato l'agente ricordando la chiamata di Ibrahimovic che così definì il giovanissimo giocatore.
E a 22 anni Balotelli è diventato SuperMario e guadagna 3,5 milioni di euro a stagione al Manchester City. A lui Raiola ha promesso «tre Palloni d'oro». Per ora Balotelli si deve accontentare del contratto milionario degli sceicchi. Finché non si stuferà. E non chiederà al suo agente di trovargli un posto migliore. Sapendo che Raiola lo accontenterà. Ricoprendolo di soldi.