Paolo Levi per “la Stampa”
Stesi a terra, a pancia sotto, con tanto di gilet e fucili d' assalto come cecchini pronti a sparare. Potrebbe essere un' azione delle teste di cuoio o dei Rambo della Legione straniera. E invece è solo un gruppo di innocui ragazzini iscritti alla scuola elementare di Flastroff, un tranquillo villaggio della Lorena, nell' est della Francia.
FRANCIA - LEZIONE CON I FUCILI ALLE ELEMENTARI
A ritrarre in assetto da guerra questi alunni di appena 9 o 10 anni è stato un fotografo del giornale di zona, «Le Républicain Lorrain», in occasione di uno stage promosso venerdì scorso dal 40/o reggimento di fanteria della vicina Thionville. L' obiettivo era dei più rispettabili: illustrare le attività dell' esercito alle nuove generazioni. Ma la dimostrazione si è spinta un po' in là. Ed è scoppiato il putiferio.
Nella Francia a bocca aperta per quelle immagini rimbalzate su Internet e nelle tv nazionali è dovuto intervenire anche il governo. Da Parigi, il portavoce del ministero della Difesa, Pierre Bayle ha «condannato fermamente» l' iniziativa annunciando «sanzioni» per i militari responsabili.
«Questo tipo di dimostrazione non era inclusa nel programma» di stage, ha tenuto a puntualizzare. Se gli alti vertici militari deplorano «l' eccesso di entusiasmo» che ha spinto gli ufficiali ad affidare ai ragazzini pistole automatiche e fucili d' assalto, il comandante, Grefory Fierling, assicura che «non c' era alcun pericolo per i bambini».
«LE ARMI ERANO SCARICHE»
Le armi erano «rigorosamente scariche». Non basta. Per molti l' episodio resta comunque gravissimo. «Inaccettabile», tuona Antoine Chaleix, responsabile dell' Ufficio scolastico della Mosella. «Non possiamo pensare che dei bambini possano manipolare le armi in quel modo».
Il prof responsabile degli studenti è stato convocato per fornire spiegazioni. Mentre l' esercito ha aperto un' indagine interna. Da parte sua, il sindaco di Flastroff, Roland Schneider, minimizza: «Due anni fa - aggiunge senza scomporsi - abbiamo condotto la stessa operazione e non diede fastidio a nessuno». Ma forse a quei tempi mancava la foto.