1. LA STRATEGIA DELL’ATTENZIONE: GRILLO DICE “NO ALLA VIOLENZA”, MA PUBBLICA UN POST DEL SUO PARA-GURU BECCHI CHE GIOCA A FARE IL CATTIVO MAESTRO SUGLI SPARI IN PIAZZA 2. “FANNO COMODO AL GOVERNO. FORSE NON È SOLO UN DISOCCUPATO STANCO A CUI MANCA L’ULTIMA PALLOTTOLA PER UCCIDERSI. COME SI PUÒ NEGARE ORA LA FIDUCIA AL PD?” 3. LA DEPUTATA CASTELLI: “È COLPA DEGLI INCIUCI DI PALAZZO E DEL DISCORSO DI NAPOLITANO” 4. IL CONSIGLIERE BERTOLA: “TANTI PENSANO: MAGARI AVESSE SPARATO A UN MINISTRO” 5. SUL WEB È TUTTO UN “COMPLOTTO DEI SERVIZI” E UNA VALANGA DI “SE LO MERITANO”

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1 - MA LA DEPUTATA GRILLINA CASTELLI "COLPA DEGLI INCIUCI DI PALAZZO"
Andrea Malaguti per "la Stampa"

«Stavo lavorando a Palazzo Marini assieme a dei colleghi. Parlavamo di fiducia e di bilancio quando ci è arrivato un sms: c'è una sparatoria davanti a Palazzo Chigi. Ci siamo precipitati di sotto».

Onorevole Laura Castelli che cosa ha visto?
«Il caos. Le ambulanze. La gente scappava. Era pieno di turisti. Il senso di panico era evidente. Io e alcuni colleghi volevamo entrare nella piazza. Ci hanno fermati».

Che cosa ha pensato?
«Per prima cosa ai feriti, ai carabinieri. Ragazzi come noi. Cittadini come noi. Anche ora penso che la cosa davvero importante sia esprimere solidarietà a loro e alle loro famiglie. Poi ho sentito un forte senso di disagio. Paura? Sì, non lo nego. Sono tornata a Palazzo Marini e ho cominciato a seguire la cronaca passo passo, trovando lo spazio anche per una prima analisi politica».

Qual è?
«Certe cose non succedono a caso. Stiamo vivendo un momento storico in cui la politica ha delegittimato la piazza».

Non le pare un po' generico?
«Allora sarò più specifica. La sintesi di quello che sostengo la possiamo trovare nel discorso di insediamento del Presidente Napolitano. Dopo parole di quel genere è ovvio che il cittadino si senta sempre più estraneo alla scelte fatte dal Palazzo».

Mi faccia capire, se Preiti spara è colpa del Presidente?
«Dico solo che discorsi come quelli del Presidente rendono incolmabile la distanza tra i problemi reali delle persone e i comportamenti del Palazzo. Preiti non spara ai carabinieri perché ce l'ha con loro, ma perché vuole sparare a dei politici. Lo so che è un discorso duro. Ma è un discorso reale».

Veramente molti accusano Grillo e il Movimento 5 Stelle di alimentare lo scontro.
«Sono accuse che respingiamo con forza. Siamo schifati dalle strumentalizzazioni fatte da parti della malapolitica. Quelli che ora ci attaccano sono gli stessi che in gioventù scendevano per le strade contro le forze dell'ordine armati di mazze e di manganelli».

Parla di Gasparri?
«Non so se da giovane Gasparri usasse la mazza, ma quello che ha detto su di noi è inaccettabile. Non è il Movimento a seminare violenza. Ci sfottono per i banchetti che facciamo nelle piazze. Ma con noi la gente si ferma a parlare. Sa che siamo come loro. Persone normali. Vicine ai loro problemi perché sono anche i nostri».

Davvero è convinta che non dovreste abbassare i toni?
«Non li abbiamo mai tenuti alti».

Quando Grillo parla di golpe dopo la rielezione di Napolitano non sta alimentando un clima pericoloso?
«Noi teniamo calme le piazze, impediamo con la nostra presenza che esplodano. In Parlamento ci sono 163 di noi che sono persone oneste, pacifiche, senza precedenti penali, senza condanne, che si dannano l'anima affinché nonostante il muro che oppone la politica - il dialogo continui ogni giorno. Vogliamo solo un Paese migliore e più normale».

Non ha risposto: era giusto parlare di Colpo di Stato?
«Berlusconi lo aveva fatto due giorni prima e nessuno si era scandalizzato. In questo momento, evidentemente, fa comodo attaccare noi, che abbiamo come unico obiettivo l'informazione e l'attivismo sociale».

La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha detto: la disperazione della gente non può essere sottovalutata, la politica deve ricominciare a dare risposte.
«È vero. È un'analisi seria. Il compito del Palazzo dovrebbe essere quello di ascoltare gli italiani. Invece non solo non li ascolta, ma preferisce affidarsi agli inciuci. I cittadini così si sentono presi in giro. E di sicuro non sono più disposti a sentire scuse».

Si aspetta altri atti violenti?
«Mi auguro assolutamente di no. Sarebbe una follia».


2 - BERTOLA: TANTI PERÃ’ PENSANO: MAGARI AVESSE SPARATO A UN MINISTRO
Sara Strippoli per "La Repubblica"

«Il vero problema non è che qualcuno vada davanti a Palazzo Chigi e spari durante il giuramento del governo. Il vero problema è che in questo momento, ne sono assolutamente certo, ci sono alcuni milioni di italiani che pensano ‘peccato che non abbia fatto secco almeno un ministro' ».

Vittorio Bertola, ex candidato alla carica di sindaco di Torino per il Movimento Cinque Stelle e ora consigliere comunale grillino in Sala Rossa, posta questo messaggio su Facebook nel tardo pomeriggio, come commento sulla sparatoria davanti a Palazzo Chigi. Nel giro di poche ore scatena una nuova, accesa polemica attorno al partito di Beppe Grillo.

Vanno all'attacco soprattutto dal Pd, l'ultimo in ordine di tempo è anche il più duro: Cesare Damiano ex ministro del Lavoro: «Le parole scritte su Facebook sono deliranti e irresponsabili. Si dimetta ». Poco prima Alessandra Moretti, ex portavoce di Bersani durante le primarie e oggi deputata democratica, aveva usato toni altrettanto duri pur senza invocare le dimissioni: «Se corrispondono al vero, sono parole vergognose».

Poi anche il centrodestra stigmatizza l'episodio per voce del deputato Luca D'Alessandro: «Grillo non capisce e i suoi seguaci comprendono ancor meno che mai come in questi tempi le parole sono pietre. E' facile invocare l'assedio del Parlamento e la caccia ai politici e poi prendere le distanze dai gravissimi fatti di oggi. Tutto ciò puzza pericolosamente di excusatio non petita, come dimostrano le aberranti dichiarazioni del consigliere comunale di Torino Bertola. Grillo e i suoi sembrano aver assunto il ruolo dei famigerati ‘cattivi maestri' che tanti danni hanno fatto alla storia italiana».

Bertola aveva forse subodorato il rischio che le sue parole potessero scatenare una polemica. Alcune ore dopo aver postato il messaggio su Facebook - che ha comunque registrato 376 mi piace - aveva precisato con una dichiarazione all'Ansa: «Ovviamente non auspico che questo accada ma sono assolutamente convinto che siano tanti quelli che lo pensano, perchè purtroppo, in questo momento, ci sono tante persone disperate e la politica non sta facendo nulla per aiutarle».

Una sortita che ha finito per rinfolocare le polemiche attorno al Movimento di Beppe Grillo dopo il comunicato successivo alla sparatoria vicino a Palazzo Chigi. Va all'attacco anche il leader di «Diritti e Libertà » Stefano Pedica: «Se le parole su twitter del consigliere 5 stelle Bertola sono vere bisogna prendere provvedimenti. Un fatto gravissimo che deve vedere da parte del movimento di Grillo l'immediata espulsione».

Tutto vero, comunque. Ancora a tarda sera la frase della polemica campeggiava per intero sul profilo del medico diventato consigliere comunale: «Il vero problema non è che qualcuno, magari uno squilibrato, vada davanti a Palazzo Chigi e spari durante il giuramento del governo.

Il vero problema è che in questo momento, ne sono assolutamente certo, ci sono alcuni milioni di italiani che pensano "peccato che non abbia fatto secco almeno un ministro"». A questo commento seguono oltre quattrocento commenti. Non tutti di condanna.


3 - «È UN COMPLOTTO DEI SERVIZI» QUEI POST D'IMPETO CHE IL TEMPO NON CANCELLA
Marta Serafini per il "Corriere della Sera"

È come se, all'improvviso, centinaia di piazze e di bar si mettessero a urlare tutte insieme. Passano pochi minuti da quando si diffonde la notizia che un uomo ha sparato davanti a Palazzo Chigi mentre i ministri del nuovo governo prestano giuramento. Ma sulle bacheche Facebook, sui blog, su Twitter, tutti hanno già un'idea sull'accaduto. Ancora non si conoscono i dettagli, i carabinieri feriti non sono nemmeno arrivati all'ospedale che online si legge già un fiume di post.

E non tutti sono di solidarietà per i militari colpiti. Nasce anche un gruppo Facebook pro Preiti, l'attentatore, che in poche ore raccoglie centinaia di adesioni. «È la strategia della tensione che torna», «la gente non ce la fa più e questo è il risultato», «i politici se lo meritano, peccato che non sia riuscito ad andare fino in fondo», «è tutto merito di Grillo che fomenta la piazza», «per colpa dei nostri politici è sempre il lavoratore onesto come il carabiniere ferito che ci rimette». E, ancora: «è un complotto dei servizi segreti», «se devi uccidere qualcuno, almeno vacci con le idee chiare». Parole come pietre. E parole che non volano nell'aria. Ma rimangono scritte nero su bianco, con nome, cognome e foto a fianco.

Già, perché il commento dei fatti di cronaca non è più limitato alla dimensione verbale. Che si tratti di un omicidio, di un fatto politico o di un avvenimento internazionale, tutti sono liberi di esprimersi. «Attraverso i social network si diffondono le notizie e si fa informazione. E non solo. Facebook e Twitter favoriscono anche il formarsi dell'opinione attraverso un flusso di commenti che alimenta il dibattito e che permette immediatamente all'utente di farsi un'idea», sottolinea Mariano Corso, docente degli Osservatori di tecnologie dell'informazione e della comunicazione al Politecnico di Milano.

Elementi positivi, dunque, che vanno di pari passo con la libertà e la trasparenza delle rete. Ma che hanno anche un'altra faccia. Al bar si parla. Sulle bacheche e sulle timeline si scrive.

«Se infatti il destinatario del messaggio sono gli amici, i follower, i seguaci, ciò che postiamo raggiunge tutti e rimane nella memoria del web, senza che l'oblio del giorno dopo possa cancellarlo», avverte Corso. Un rischio, dunque, anche per la propria reputazione perché «chi non conosce bene il mezzo rischia di cadere nella trappola». Insomma, a fronte di una grande libertà di parola può accadere che, sull'onda emotiva del momento, chi scrive dia libero sfogo alle frustrazioni. Il tutto senza rendersi conto di star dando un'immagine di sé che rimarrà in rete, anche una volta che la fiamma del dibattito si sarà spenta.

Questo non vale solo per le opinioni. Spesso accade che anche l'informazione sia vittima di corto circuiti. Celebre è il caso dei riots di Londra, durante i quali su Twitter si diffuse la notizia che i rivoltosi avessero preso d'assalto uno zoo e che alcuni animali circolassero per le strade della City. In soli due minuti la notizia venne ritwittata migliaia di volte. Ne passarono altri otto e gli animali diventarono tigri feroci. Qualcuno postò delle foto.

Tutto falso. Ma il tam tam era già partito. Una scia di post. Che però ad un certo punto si ferma perché utenti influenti (e che hanno migliaia di follower) intervengono e scrivono «la notizia non è vera». «Gli influencer hanno una responsabilità ben precisa - avverte Elionr Shields ex managing editor diHuffington Post e ora consulente per colossi come la Bbc -. Se prima il giornalista aveva tempo per rielaborare la notizia e il lettore si faceva un'idea dei fatti a distanza di molte ore, ora tutto avviene in diretta». Dibattito compreso.


4. CUI PRODEST? SOLO AL GOVERNO PER LA FIDUCIA» - BECCHI ALL'ATTACCO DOPO LA SPARATORIA
Da "Corriere.it" - Pubblicato anche sul blog di Grillo

«Due carabinieri feriti e uno in modo piuttosto grave, proprio nel momento in cui il nuovo governo al Quirinale giura fedeltà alla Costituzione. Il gesto eclatante ed isolato di un disoccupato stanco della vita a cui manca solo un'ultima pallottola per darsi il colpo di grazia? Può essere», osserva il professore Paolo Becchi, considerato tra gli ideologi di riferimento dei 5 Stelle (leggi il profilo tracciato da Aldo Grasso). «Ma in casi come questi resta sempre aperta la questione cui prodest?», incalza.

«IL SOLITO CLICHE» -«Un attentato come questo - riprende - ricompatta con il solito vecchio cliché: uniti contro la violenza e, al contempo, uniti contro chi semina la violenza e qui il messaggio è chiaro. Del gesto eclatante vi è comunque un responsabile: il M5S che con il suo linguaggio inciterebbe ad atti di questa natura. E così si prendono due piccioni con una fava». «Ma il M5S - annuncia - non si farà impallinare tanto facilmente. Questo governo porterà il Paese alla catastrofe ma di questo è responsabile il Modello Unico e non il M5S che sarà l'unica vera opposizione».

I COMMENTI - La riflessione del giurista pubblicata dal blog arriva al culmine di una giornata molto tesa. Con l'inevitabile presa di distanza dalla sparatoria di palazzo Chigi da parte di Beppe Grillo, accusato a più riprese da gran parte del mondo politico di fomentare l'odio e di istigare la violenza. In audio pubblicato sul blog La Cosa il comico ha detto: «Noi raccogliamo firme ai banchetti, facciamo referendum e leggi popolari». E ha auspicato «che si tratti di un episodio isolato».

Certo è che la base del movimento è in fermento dopo il via libera al governo di larghe intese, con Letta premier e Alfano vice-premier e in molti sul blog si auguravano altre potenziali vittime (i ministri, ad esempio) e non i due sfortunati carabinieri. Molti affermazioni di questo genere sono state censurate, ma fanno a dire a Vittorio Bertola, consigliere comunale del M5 Stelle a Torino, che il vero problema è tutto qui: «Ci sono alcuni milioni di italiani che pensano "peccato che non abbia fatto secco almeno un ministro"», suscitando gli strali di Cesare Damiano e di Alessandra Moretti del Pd che le hanno definite «parole vergognose».

 

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