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FLASH! – IL DOPPIO GIOCO DI JD VANCE: COME MAI IL VICE DI “KING DONALD” CHE SEMBRAVA SPAZZATO VIA…
L'ARTICOLO DEL ''NY TIMES''
Paolo Mastrolilli per ''La Stampa''
La Cina ha ucciso o arrestato almeno diciotto informatori della Cia, tra il 2010 e il 2012, compromettendo l' intero apparato di spionaggio americano nel Paese. Lo ha scritto il New York Times, rivelando un nuovo ostacolo nel miglioramento della relazioni tra i due Paesi, che potrebbe avere un impatto anche nella gestione della crisi nordcoreana.
Secondo il giornale, l' intelligence Usa aveva penetrato a fondo la burocrazia di Pechino, ottenendo informazioni molto accurate grazie all' attività di reclutamento fatta dal capo stazione locale.
Poco alla volta, però, il flusso si era rallentato e la Casa Bianca ne aveva chiesto la ragione. Il capo dell' antispionaggio, Mark Kelton, aveva allora lanciato l' operazione «Honey Badger», per capire cosa stesse succedendo. In breve aveva scoperto che gli informatori avevano smesso la loro attività, perché erano stati arrestati o eliminati. Uno di loro era stato ucciso a bruciapelo nel cortile dell' ufficio in cui lavorava, proprio per lanciare un brutale segnale di avvertimento a chi stava tradendo o pensava di farlo.
Barack Obama e Xi Jinping si incontrano a Sunnylands
Kelton aveva seguito due piste: quella della talpa, che aveva rivelato ai cinesi la rete dello spionaggio americano; e quella tecnologica, cioé il sospetto che gli agenti di Pechino avessero penetrato il sistema di comunicazioni criptate, che la Cia usava per parlare con i suoi informatori. I sospetti nel primo caso si erano concentrati su un cinese-americano, che nel frattempo aveva lasciato l' agenzia ed era rimasto a vivere in Asia, aprendo un' impresa. L' uomo era stato attirato negli Usa con la promessa di un lavoro fisso ed era stato interrogato, ma senza risultati.
Quindi gli uomini dell' antispionaggio hanno considerato anche l' ipotesi che le operazioni fossero state condotte senza la dovuta prudenza, ad esempio usando gli stessi percorsi e gli stessi locali sorvegliati per incontrare le fonti.
La rete ora è in via di ricostruzione, ma l' incidente ha complicato i rapporti con Pechino, su cui adesso Washington sta facendo pressione per risolvere la crisi nordcoreana.
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