DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
Estratto dell’articolo di Ilvo Diamanti per “la Repubblica”
L’assoluzione del ministro Matteo Salvini costituisce un episodio significativo […] perché chiama in causa il ruolo della magistratura. Che segna non solo il nostro presente, ma la storia della nostra democrazia. In quanto soggetto che “unisce e divide il Paese” e gli italiani. […] Come di-mostra il sondaggio condotto da Demos sulla percezione in merito all’autonomia dei magistrati nell’interesse dei cittadini.
[…] la Magistratura […] ha funzioni di controllo e di regolazione nel sistema pubblico. E, anche per questo motivo, agisce nel sistema politico. Ne verifica e, se necessario, limita l’intervento e l’azione. In alcuni casi e in alcune fasi, “agisce” essa stessa da “attore” politico. Com’è avvenuto nei primi anni Novanta, quando un pool, guidato dal procuratore di Milano Francesco Saverio Borrelli, di cui facevano parte, fra gli altri, i magistrati Antonio Di Pietro, Gherardo Colombo, Ilda Boccassini e Piercamillo Davigo, avviò una serie di inchieste sulla corruzione nel sistema politico e dei partiti. Riassunto nella definizione di “Mani pulite”, che svelò la “Tangentopoli”, cioè la Città delle Tangenti.
MAGISTRATURA E POLITICA - SONDAGGIO LAPOLIS E DEMOS
In altri termini: il mondo politico della Prima Repubblica che - anche e soprattutto per questo - crollò, proprio in quegli anni. Senza dimenticare che, per iniziativa di Antonio Di Pietro, venne successivamente fondato un partito, de-nominato “Italia dei Valori”. Questo “incrocio” fra magistratura e politica costituisce ancora un fattore rilevante nel dibattito politico, che continua a dividere l’opinione pubblica.
matteo salvini giulia bongiorno - assoluzione processo open arms - foto lapresse
Letteralmente, come emerge dal recente sondaggio di Demos, nel quale le diverse valutazioni nel merito si “bilanciano”, in misura non dissimile. Anche se l’idea che “una parte della magistratura sia politicizzata” e agisca perseguendo obiettivi “politici” prevale. Seppure di poco. È, infatti, condivisa dal 54% dei cittadini “intervistati”. Oltre il 10% in più rispetto a chi è convinto dell’indipendenza dei magistrati. Si tratta di una visione stabile. Tuttavia, rispetto a un anno prima, l’immagine della “politicizzazione” dei magistrati appare rafforzata. Seppure di poco.
Questi orientamenti trovano una spiegazione se osservati in base alla scelta politica e di partito degli intervistati. I magistrati, infatti, sono ritenuti “politicizzati” soprattutto dagli elettori di Destra e Centro Destra: Lega e, ancor più, Fratelli d’Italia, fra i quali l’ampiezza di questa percezione supera ampiamente il 70%. Ma risulta molto estesa anche nella base di Forza Italia. Dove sfiora il 60%. Comprensibilmente, vista la profonda tensione della magistratura, in passato, verso Silvio Berlusconi.
Lo stesso sentimento prevale fra chi vota per Italia Viva e il M5S. Mentre appare largamente ridotto e minoritario tra gli elettori del Pd. Nel sondaggio di Demos, gli unici a distinguersi rispetto agli altri. A favore di un’immagine della magistratura “autonoma e distante” da interessi di parte e dalla politica.
[…] Siamo, evidentemente, lontani dai tempi di Tangentopoli. Quando la magistratura costituiva un soggetto importante della scena politica nazionale. Tuttavia, il clima d’opinione di quell’epoca non si è dissolto. Anzi, persiste e resiste. Per diverse ragioni. Anzitutto, per l’eredità degli anni bui di un passato che non è passato. E “incombe” ancora. In secondo luogo, perché la scena politica si è “mediatizzata”. Perché la politica fa spettacolo.
magistrati inizio anno giudiziario
Ma lo spettacolo della politica è scivolato, rapidamente, verso una democrazia immediata. Digitalizzata. Che permette a tutti di intervenire in modo immediato. Senza mediatori. Così, la magistratura a sua volta “incombe”. E ogni indagine, ogni inchiesta, ogni decisione giudiziaria produce effetti politici. Ha conseguenze politiche. Tanto più in tempi politicamente incerti. Nei quali la maggioranza appare incerta. Almeno quanto l’opposizione.
In tempi di globalizzazione. Quando, come ha scritto il sociologo inglese Antony Giddens, tutto ciò che avviene dovunque ha effetti «immediati e unificanti» sulla nostra visione del mondo. E ciò contribuisce a spiegare l’attenzione del(la) presidente del Consiglio verso quel che avviene nel mondo. Perché accanto a Donald Trump è più facile intervenire in Italia.
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